L’utile sottovalutato, il tappo a vite per esempio

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Lo ammetto, inizio ad accettare di buon grado l’idea delle bottiglie di vino con la chiusura tappo a vite. Credo siano stati fatti buoni passi avanti, innanzitutto sull’utilizzo dei materiali, soprattutto in riferimento alle plastiche utilizzate internamente al tappo come sigillante, da qualcuno, in passato, additate come nocive se non addirittura cancerogene e poi anche, sebbene ancora poco, da un punto di vista comunicativo e divulgativo. Per la verità, per quanto ci riguarda, in Italia il dibattito sulla utilità o efficacia di questa soluzione, nata perlopiù per sopperire alle difficoltà causate dal prezzo dei sugheri in costante ascesa, non si è mai acceso del tutto, dovuto soprattutto al fattore culturale, più che altro così filo mittel-europeo quanto vera e propria sincope del nuovo mondo, distante quasi anni luce dal romanticismo latino, italiano e francese in primis, che vuole, aggiungo forse giustamente, le bottiglie di vino bollate e consegnate al tempo esclusivamente con il tappo di prezioso sughero.

Ecco, pur essendo io un romantico, me ne sono fatto una ragione, professionale innanzitutto e nel tempo ho imparato a rivalutare il tappo a vite sino a pensare che prima o poi ne diverrò un convinto sostenitore, quasi un fan; A ciò aggiungo che rilancio molto volentieri l’invito, a chiunque ne fosse strenuo ostruzionista, a rivedere sin da subito la propria posizione e poichè non sarebbe così male di pensare di utilizzarlo con maggiore frequenza, e mi riferisco in particolar modo a quelle aziende che dedicano stabilmente una “linea di prodotti” per esempio alla banchettistica o più semplicemente propongono sul mercato vini dal consumo più o meno veloce (bianchi e rossi d’annata, rosati). Tra i pro, tra i tanti, uno lampante proprio per gli addetti ai lavori, quello cioè di non dover aprire (metti un evento di gala) cento-centocinquanta bottiglie e – come mi auguro capiti di sovente – provarne l’integrità da tricloroanisolo una ad una. Qualcuno ha pensato bene di attenuare lo stress per il sommelier di turno con i tappi sintetici, bene, bravo, ma rimangono pur sempre da aprire, cavatappi alla mano, cento-centocinquanta bottiglie di cui sopra. Vuoi mettere con uno Stelvin,  svita e… vai!

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6 Risposte to “L’utile sottovalutato, il tappo a vite per esempio”

  1. Salvatore LANDOLFO Says:

    Pienamente d’accordo con te, essendo stato responsabile di un Gruppo Servizi Sommelier per 2 anni conosco la problematica e lo stress da triclo….. (come lo chiami tu) che ad ogni evento ti costringeva ad annusare 100-150 tappi. Poi per il discorso vino d’annata come dici tu il sughero rimane secondo me l’unico indiscusso protagonista.
    Quindi per i “vini di pronta beva” benvenga il tappo a vite ma anche il tappo in vetro con chiusura in silicone. 😉

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  2. Roberto Anesi Says:

    Ciao Amico!
    Hai ragione e condivido con te il piacere di poter servire ad un cliente un vino in piena integrità senza dovermi soffermare sul tappo e su un dubbio che alle volte è imbarazzante.
    Io sto scegliendo sempre più in carta bianchi con “chiusura alternativa” perchè mi sono convinto della loro bontà dopo varie prove.
    Una cena, addirittura, ho bevuto a finaco di Franz Haas e di Andrea Moser, l’enologo di Franz, x tutta la sera il Manna con tappo vite ma ecco, ad un certo punto, arrivare una bottiglia che non ci convince.. stessa annata, stesso vino ma…. sorprendentemente diversa.
    Alla nostra richiesta di verificare la bottiglia ecco svelato l’arcano…. ad un certo punto punto il ristoratore ne è rimasto senza ed ha aperto una bottiglia delle sue tappo sughero!!!
    Siamo noi Sommeliers, Angelo, a doverci prendere grande responsabilità nel diffondere queste esperienze e fugare i giusti e giustificati dubbi che il cliente può avere nel vederci aprire la bottiglia senza il cavatappi!!
    Buon lavoro e salutoni alla tua famigliola!!!

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    • Angelo Di Costanzo Says:

      Ciao Roberto, grazie per la tua testimonianza. Anche io sino qualche tempo fa avevo un po di ritrosia nei confronti di bottilgie con chiusura a vite, in effetti alcune esperienze mi avevano indotto a prendere un po di tempo sull’argomento, alcuni vini che avevo assaggiato soprattutto del nuovo mondo e generalmente di tre-quattro anni apparivano troppo caratterizzati da note smaltate, quasi plastiche il che mi aveva fatto pensare a difetti possibilmente rilasciati dalle chiusre a vite di cattiva qualità.

      Negli anni però ho constatato una qualità crescente dei materiali usati e l’utilità sempre più tangibile di una chiusura del genere anzichè i sugheri. A volte penso proprio che ci sia uno spreco enorme di materia prima per certe bottilgie che potrebbero essere certamente usate per migliorare la qualità su altre tipologie di vini.

      Non disdegno di esortare anche amici produttori campani a percorrere questa via come già da qualche tempo si fa dalle tue parti e come ho avuto modo di capire anche in Francia, per vini sicuramente non di secondo piano come Chablis e Alsaziani…

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  3. Giulio Cantatore Says:

    Io ho in carta il Manna 07 e il 08 entrambi con tappo sughero,non saprei Roberto a quale annata si riferisce per il Manna.
    Mentre per quanto riguarda il Sauvignon 08 sempre di Franz Haas ,devo dire nessun problema da parte dei clienti cui è stato servito,questo vino chiuso con tappo a vite,almeno fino ad ora assaggiato diverse volte ed i sentori tipici del vitigno sono ancora integri a distanza di 2 anni dalla vendemmia.
    Segnalo inoltre un ottimo Icewine 07 austriaco bott.0,375,importato da Ceretto ,anch’esso con tappo a vite,e dopo 3 anni dalla vendemmia ritrovo ancora una bella acidità ed una freschezza accompagnate da note agrumate.

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  4. Cellole, Falerno del Massico Camarato 2005 « L’ A r c a n t e Says:

    […] affrontare questa nuova sfida commerciale. Personalmente, come ho già avuto modo di esprimere qui, non posso che approvare questa intelligente apertura che di certo farà arrivare i nostri vini […]

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  5. Cortaccia, del Pinot Nero Turmhof 2014 di Tiefenbrunner e ancora sulle chiusure alternative | L’ A r c a n t e Says:

    […] a sostenere che la chiusura con tappo a vite¤ viene ancora sottovalutata, a torto, da molti produttori italiani convinti che le bottiglie perdano […]

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