La Campania è una terra straordinaria e me ne convinco sempre di più, girarla in lungo e in largo poi, per quanto dispendioso, riserva costantemente delle piacevoli sorprese quando non vere e proprie scoperte. Sul piano vitivinicolo poi, credo che non esistano al mondo eguali in fatto di storia, radici, origini.
La storia, quella scritta, è ricca di riferimenti che conducono all’amata Campania Felix e ancora oggigiorno in qualsiasi provincia campana si decida di camminare le vigne non mancano testimonianze vive, tangibili di come la cultura e l’arte di fare vino siano parte integrante della nostra storia sociale da sempre. Basti pensare per esempio al Falerno, il vino prodotto in quel lembo di terra che va da Sessa Aurunca a Casale di Carinola, girando per buona parte tutto intorno al Monte Massico al quale è legato storicamente anche dalla denominazione di origine controllata, nata nel 1989 ma che trae origini lontanissime nel tempo, sin dall’epoca romana.
Il Falernum, già allora era una vera e propria rarità enologica tanto dall’essere addirittura riconosciuto con ben tre sottodenominazioni a seconda della sua provenienza geografica. Era chiamato comunemente vino Falerno tutto quello prodotto qui nell’Ager ma generalmente da vigne allocate in pianura; il Faustianum invece era quello tralciato nell’area appena pedecollinare mentre veniva riconosciuto Caucinum solo quello più prezioso, proveniente dall’alta collina. A seconda poi delle caratteristiche organolettiche che tali vini esprimevano, vi era anche una distinzione per tipologia del tipo austerum per i vini austeri e/o astringenti, dulce se appunto dolci o tenue quando leggiadri e beverini. Parliamo certamente di vini che in generale avevano poco a che vedere con l’odierna qualità espressa in terra di Falerno, ma la particolare attenzione riservata a questo vino fa intendere quanto fossero già allora vocate alla vitilcutura queste terre e, per i palati di allora, apprezzati i vini qui prodotti.
La d.o.c. Falerno del Massico, nata come già accennato nel 1989, abbraccia cinque comuni tutti in provincia di Caserta, che sono nell’ordine, Sessa Aurunca, Cellole, Mondragone, Falciano del Massico e Carinola; sono previste sia una tipologia bianco, a base falanghina e due rossi, di cui preferiamo occuparci in particolare in questo caso. Da disciplinare per la tipologia Falerno del Massico rosso sono previsti quattro vitigni, l’aglianico (al 60-80 %), il piedirosso (20-40 %), il primitivo e la barbera (max 20 %) con una gradazione alcolica minima richiesta in percentuale del 12,50 % in volume ed un invecchiamento minimo di 1 anno; la produzione massima ammessa è di 100 qli/Ha. Il Falerno del Massico rosso, se invecchiato per tre anni, di cui uno in botte, può riportare in etichetta la dicitura Riserva.
Per la tipologia Falerno del Massico primitivo è richiesto l’85 % minimo del vitigno citato in etichetta con possibilità di aggiunta di aglianico, piedirosso e/o barbera al massimo del 15 %. La gradazione alcolica minima richiesta in questo caso è del 13 % in volume mentre l’invecchiamento minimo richiesto è di 1 anno; la produzione per ettaro ammessa non prevede differenze dalla precedente. Con un invecchiamento minimo di due anni, di cui uno in botte, il Falerno del Massico Primitivo può riportare in etichetta la dicitura Riserva o come appariva in passato sulle bottiglie dello storico produttore Michele Moio, Vecchio.
Queste due facce della stessa denominazione sono storicamente legate anzitutto al nome di due grandi famiglie campane, i Moio di Mondragone e la napoletana Avallone di Villa Matilde, che attraverso un grande lavoro di sensibilizzazione prima e valorizzazione poi hanno promosso, sin dagli anni settanta, il Falerno del Massico come vino di assoluta qualità. Ma negli ultimi 15 anni però si è assistito nell’area ad una grande spinta imprenditoriale che ha fatto nascere tante nuove piccole realtà, qualcuna intenta a rivalutare il prezioso testimone passatogli dalle generazioni precedenti, qualcun’altra mossa dalla gran voglia di rinverdire più semplicemente i fasti di un passato per troppi anni lasciato sopire nel silenzio della tranquillità della campagna casertana.
Ecco, in questo panorama così dinamico abbiamo scelto tempo fa alcuni indirizzi, occupandocene già lo scorso febbraio (vai qui), ma continuando il nostro cammino abbiamo fatto visita ad altri non di meno validi di cui vi avevamo già raccontato i vini (qui, qui e ancora qui) ma che necessitavano di una visita di cui vi renderemo conto e cronaca fotografica nei prossimi giorni. Venite con noi alla scoperta di un vino, il Falerno del Massico, che nonostante sia da oltre duemila anni sulla bocca di tutti continua a stupire!
© L’Arcante – riproduzione riservata
Tag: bianchini rossetti, cantina zannini, casale di carinola, cellole, falerno del massico, migliozzi, moio, mondragone, papa, sessa aurunca, villa matilde
15 novembre 2010 alle 08:06 |
[…] Qui la precedente presentazione del breve viaggio nell’Ager Falernus: la storia, la d.o.c., i vini. […]
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17 novembre 2010 alle 00:00 |
[…] Qui la precedente presentazione del breve viaggio nell’Ager Falernus: la storia, la d.o.c., i vini. […]
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17 novembre 2010 alle 00:11 |
[…] Qui la resentazione del breve viaggio nell’Ager Falernus: la storia, la d.o.c., i vini. […]
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28 novembre 2010 alle 09:17 |
[…] la possenza lo sventravano con nefandezze delle più dolci pur di mentire a se stessi. L’Ager Falernus come terra eletta che riscopre oggi una vocazione per troppo tempo assopita e banalizzata, […]
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28 novembre 2010 alle 10:16 |
[…] avviato sulla via per Falciano del Massico, con Mondragone, uno dei cinque comuni ammessi alla d.o.c. Falerno e “specializzato” nella coltivazione di primitivo anziché, come capita negli altri casi, […]
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1 marzo 2011 alle 09:40 |
[…] ma sempre in secondo piano; dove la Campania sta perdendo l’occasione più grande? Forse l’Ager Falernus, o il Cilento, ma in tutti e tre i territori ci sono ottimi produttori. Occorre provare a definire […]
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12 marzo 2011 alle 08:03 |
[…] all’opera degli amici della Confraternita del Falerno torna in scena per un secondo atto il Falerno del Massico, in odor, ci solleticano alcuni rumors, di docg; Ed ecco che ad allietare questo secondo […]
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21 marzo 2011 alle 12:29 |
[…] non è una mia fissa, ma pare che ultimamente mi capitino a tiro solo Falerno del Massico, e tutti molto interessanti, che vale la pena raccontare: ecco quindi, dopo il Rampaniuci dei […]
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23 marzo 2011 alle 08:05 |
[…] a caso, è bene ricordare, che fino agli anni ‘ 70, il Falerno di queste terre, di Falciano del Massico come di Mondragone intendo, era un vino molto più dolce di quello conosciuto ai nostri palati, e […]
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30 settembre 2011 alle 10:12 |
[…] lo facciamo raccontando una delle terre più rigogliose della nostra amata Campania Felix, l’Ager Falernus. E non potevamo scegliere migliori ambasciatori di Maria Ida e Tani Avallone di Villa Matilde, con […]
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18 novembre 2012 alle 20:26 |
[…] di una sola virgola la dedizione e la storia della famiglia, da oltre cento anni dedita al vino Falerno del Massico alla stessa […]
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8 febbraio 2013 alle 14:18 |
[…] rosso del Sud, dalla Campania, in provincia di Caserta; l’Ager Falernus¤, in un posto, San Terenzano, poco lontano da Sessa Aurunca; aglianico e piedirosso di una piccola […]
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7 marzo 2013 alle 16:23 |
[…] quel Taurasi che si va celebrando tra l’altro questo fine settimana a Serino¤ e l’Ager Falernus¤ conserva la memoria storica millenaria in regione, l’areale di Torrecuso, tra i più […]
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9 Maggio 2013 alle 09:32 |
[…] quella che è la voce della vita terrena di questo posto, e la vigna del futuro Falerno del Massico¤ e la nuova conduzione della vecchia vigna del nonno, un piedirosso vecchio, ma vecchio quanto lui. […]
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3 luglio 2016 alle 09:59 |
[…] Falerno del Massico, le tante anime sulla bocca di tutti¤ […]
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1 ottobre 2016 alle 15:19 |
[…] Falerno del Massico, le tante anime dell’Ager Falernus¤. […]
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1 ottobre 2016 alle 15:24 |
[…] Falerno del Massico, le tante anime dell’Ager Falernus¤. […]
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18 dicembre 2019 alle 08:17 |
[…] regionale e Vice Presidente nazionale Ciro Laringe, delle MASTER CLASS sull’AGER FALERNUS¤, a febbraio, in collaborazione con il Consorzio ViTiCa, sul Progetto FEUDI STUDI¤ dell’azienda […]
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5 febbraio 2020 alle 14:06 |
[…] in collaborazione con il Consorzio ViTiCa, ente che Tutela i Vini D.O.C. Falerno del Massico¤, Asprinio di Aversa, Galluccio e le I.G.T. Terre del Volturno e […]
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