Tramonti, Monte di Grazia bianco 2009

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E’ decisamente complicato scrivere serenamente di vino quando praticamente a due passi da casa tua imperversa la guerra; eppure, nonostante l’aria appaia così pesante, è indubbio pensarlo, più difficile forse è renderne l’idea, butto giù qualche riga per rasserenarmi.

L’occasione è rappresentata “da due dita di bianco” lasciate in frigo in bottiglia aperta, più o meno per una settimana; un assaggio folgorante, ne rimango rapito. Vado così ricercando tra le righe di qualche vecchio scritto passato su questo blog conferma di quanto i vini di Alfonso Arpino¤ riescano, come e più di altri, costantemente a lasciarmi un segno profondo ad ogni bevuta, continuando inesorabilmente a sorprendermi per l’incredibile personalità che esprimono; Tramonti poi, con i suoi scenari, e il nuovo che avanza, fa indubbiamente la sua parte.

Il caso, ma non tanto per caso aggiungo, ha voluto oltretutto rimettermi dinanzi ad un assunto lasciato quasi volontariamente decantare per circa un anno, nonché ad una riflessione; in Campania ci sono luoghi del vino ancora troppo poco esplorati, che hanno sì necessità di essere portati alla ribalta della cronaca enologica, ma con attenta parsimonia; da un lato un patrimonio da salvaguardare, spesso non solo vitivinicolo, che subisce quasi, quell’impellente necessità di essere sempre più riconosciuto, valorizzato, per sfuggire alla confusione di un mercato dove continua a regnare sovrano l’aspetto economico a discapito di quello emozionale, e faccenda quasi tutta nostra, il profilo identitario del varietale piuttosto che quello territoriale. Poi l’incomprensibile, per i forestieri in particolar modo, frammentazione produttiva campana; certamente un valore assoluto, una biodiversità incredibile, come si potrebbe non pensarlo, eppure profondamente misconosciuta; e quando trattata, considerata in maniera troppo superficiale.

Il Monte di Grazia bianco 2009, nasce da uve biancatenera, ginestra e pepella, varietà autoctone allevate perlopiù in tutto il circondario della costa d’Amalfi ma che trovano qui a Tramonti una caratterizzazione davvero particolare, un areale avvicinabile per certi versi forse solo a poche altre regioni vitivinicole del mondo, capace di esprimere vini che coniugano una forza caratteriale incredibile, tipica per esempio di certi Chablis, e l’eleganza, magistrale, pari solo ad alcuni finissimi riesling d’Alsazia.

Poco più di milleduecento bottiglie – sia chiaro, da tempo esaurite, ma il duemiladieci che verrà presentato tra poche settimane non è certo da meno – per un vino simbolo del suo territorio; in cantina tutto il lavoro di vinificazione avviene in acciaio così da preservare tutto il carattere esuberante di uve che sembrano conservare nel proprio dna un animo rupestre difficilmente confondibile, tant’è che proprio con l’annata duemilanove si è deciso di utilizzare in fermentazione solo lieviti indigeni per non dissiparne il prezioso valore. Il vino esprime un bellissimo colore paglierino, decisamente cristallino. Il primo naso è esuberante, l’imprinting è indubbiamente agrumato con evidenti variazioni sul tema, dalla foglia di limone alla scorza di mandarino, con continui richiami di macchia mediterranea e nuances balsamiche; poi ci si rende conto di quanto possa fare solo del bene lasciare aprire questo vino, un ventaglio olfattivo marcatamente minerale prende il sopravvento segnandone una eleganza a dir poco stupefacente, una verticalità da brividi per un vino che, tra l’altro, garantisce con i suoi 12 gradi alcolici (il 2010 sarà 11,20!) una bevibilità incredibilmente esaustiva! Avete ancora qualche dubbio su quale bianco puntare per l’estate prossima?

Qui¤, qui¤ e qui¤ altre suggestioni su Monte di Grazia e Tramonti.

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9 Risposte to “Tramonti, Monte di Grazia bianco 2009”

  1. Stefano & Giorgio Says:

    Cosa vuoi, che mi metta a piangere ? comunque poco ci manca !
    A 50 anni ad emozionarsi per due dita di vino assaggiato da altri ? non credevo fosse possibile.
    Per fortuna, tra un mese, ci sarò anch’io.
    Sono straniero ma sulla frammentazione ne so qualche cosa ;-), ma quello che mi sembra straordinario è che grazie a voi, mi stia appassionando ai vini della vostra Campania.

    Stefano

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  2. Angelo Di Costanzo Says:

    Stefano, noi versiamo lacrime tutti i giorni, nella buona e nella cattiva accezione. La nostra terra saprà essere all’altezza, ti aspettiamo!

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  3. gerardo vernazzaro Says:

    complimenti per la scheda Angelo puntuale e precisa ,la nostra terra nel bene e nel male sara’ all’ altezza !!!!!

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  4. Alessandro Marra Says:

    Bè, a leggerne viene una gran voglia…:-D

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  5. Tramonti, Costa d’Amalfi bianco Per Eva 2009 « L’ A r c a n t e Says:

    […] imponenti, la costiera Amalfitana; quanto a noi, quello che abbiamo raccontato di Gigino Reale e Alfonso Arpino per esempio, è già una testimonianza che ha fatto storia su questo blog: le verticali del Borgo […]

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  6. Tramonti, Monte di Grazia rosso 2009 (e 2007) « L’ A r c a n t e Says:

    […] così intorno a un tavolo, riprovandolo, ancora en primeur, dopo un po’ di tempo in bottiglia. Alfonso Arpino e Gerardo Vernazzaro, che lo segue in questa avventura, stanno ancora pensandoci su per quando […]

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  7. A Tramonti sotto l’acqua e col vento…in faccia! « L’ A r c a n t e Says:

    […] nostre spalle e ritorniamo giù per andare a dare una occhiata alla cantina Monte di Grazia di Alfonso Arpino, lungo la strada una sosta, doverosa, al vigneto “Madonna del Carmine” dove è […]

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  8. Maiori, Costa d’Amalfi bianco Puntacroce 2011 | L’ A r c a n t e Says:

    […] di Andrea Ferraioli e Marisa Cuomo¤ da Furore se non per quelle piccole gemme di Alfonso Arpino¤ e Gaetano Bove¤ da […]

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  9. Tramonti, il Melogna 2017 di Monte di Grazia | L’ A r c a n t e Says:

    […] era quindi necessario rendergli un pezzetto della mia vita per quanto mi ha donato!’’. Qui¤ e qui¤ raccontiamo tanto e tutto il bello che c’è da sapere su Monte di Grazia¤ e la famiglia […]

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