A margine della splendida verticale storica di greco musc’ andata in scena iersera al ristorante Rosiello di Posillipo, i Lonardo’s ci hanno concesso, in anteprima, un prezioso assaggio dei due loro nuovi cru di Taurasi in prossima uscita a Gennaio: il Coste e il Vigne d’Alto, tutti e due 2007.
Ci riserviamo naturalmente di approfondire meglio l’argomento, in vista anche di una prossima incursione irpina proprio tra qualche giorno, poco prima di Natale, quando non mancheremo (promesso!) di fare un salto da quelle parti; vi lascio però volentieri alcune annotazioni di merito sulle prime sensazioni ricevute. Prove tecniche di Gran cru irpini.
Il Coste 2007 appare vibrante, direi un rosso d’impeto. L’annata calda certamente lo incoraggia in questa veste sprint, con un colore decisamente avvincente con ancora evidenti nuances porpora. Il naso è intriso di note spiritose di frutta croccante e macerata, e l’accompagna una sottile e intrigante connotazione pepata. Il sorso è decisamente austero, di gran carattere, seppur quando accompagnato, come abbiamo fatto, con dell’ottimo e arcigno formaggio pareva scorrere via dissolvendosi. Dalle vigne intorno a Taurasi, allignate per lo più su terreni argillosi e di età media sui 40 anni, con una maturazione delle uve precoce e rapporto buccia/polpa a favore di quest’ultimo, quindi un approccio in vinificazione più soft. Tonneau e bottiglia.
Altra impressione il Vigne d’Alto 2007. Naso pronunciato su toni più tradizionali – riferibili ai vini di Contrade di Taurasi intendo -, con note di rabarbaro, fervori terragni, ricordi di ceneri, spiccatamente minerale. Qui “parla” il terroir: le vigne sono allocate in contrada Case d’Alto, su terreni compositi dove affiorano lapilli e ceneri di origine vulcanica. Classici starseti taurasini di età compresa tra i 40 e gli 80 anni: poca uva, di gran nerbo, con una buccia più spessa favorita senz’altro da condizioni pedoclimatiche più consone e quindi una maturazione più omogenea. Nonostante l’annata, qui il colore pare cedere un po’ della sua brillantezza ma appare più denso e meglio calibrato. Su misura. Del naso s’è detto, poi l’aspettiamo ancora, aggiungerei forse voluminoso, e poi un sorso decisamente appagante. Soprattutto, in questa fase, per chi ama le accentuate spigolature di un “giovane” e pimpante tradizionale aglianico di Taurasi. Legni diversi – comunque grandi -, e bottiglia.
Tag: aglianico, angelo di costanzo, cantine lonardo, contrada case d'alto, contrade di taurasi, coste, greco musc', l'arcante, luciano pignataro, taurasi cantine lonardo, vigne d'alto
1 dicembre 2011 alle 19:51 |
Bel resoconto Angelo. Grazie di essere venuto. Ne vedremo delle belle con questi due giovanotti:-)
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1 dicembre 2011 alle 19:58 |
Certe cose sono imperdibili, come certe amicizie. 🙂
Sempre in grande spolvero Big!
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2 dicembre 2011 alle 08:14 |
Angelo, noi manterremo la promessa di uscire finalmente (dopo che saranno arrivate le fatidiche etichette)…e tu manterrai la tua di venire a trovarci????????
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2 dicembre 2011 alle 09:28 |
Preparo le marenne…
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4 dicembre 2011 alle 10:04 |
Io c’ero e li ho trovati sicuramente molto interessanti. Sentivo in giro però che si parlava di cifre importanti, 35 40 euro a bottiglia franco cantina. Io non credo siamo pronti a pagare certe cifre per un taurasi. Grazie.
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4 dicembre 2011 alle 10:44 |
Nulla di ufficiale, ma sicuramente si tende all’eccellenza anche in quel senso, cioè collocarli in una fascia di prezzo importante per rafforzare il concetto di “Grand cru” su cui tra l’altro si lavora in maniera scientifica da diversi anni. Vedremo…
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17 marzo 2013 alle 11:34 |
[…] agli altri, una selezione cui i Lonardo destinano – lo fanno da poco e solo nelle migliori annate¤ – la raccolta di quei grappoli migliori dalle vigne tutto intorno Taurasi, le ‘coste’ […]
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19 marzo 2013 alle 18:00 |
[…] del Calore. E’ chiaro che la scelta fatta dai Lonardo di venire fuori con tante diverse etichette¤ secondo quanto gli viene consegnato da madre natura ogni anno va applaudita e seguita con sempre […]
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