Scrivevo un paio di post fa di quanto è veramente buono il Cristal di Louis Roederer, ma anche quanto fosse importante, necessario per certe bottiglie – nonostante la cronaca ce le racconti come superlative e che la storia ce le consegna come icone assolute – conquistarsi ogni volta i galloni che portano in dote…
Così a meno di una settimana dall’assaggio del 2004 ecco con questo ‘97 la riprova della straordinarietà di questo celeberrimo Champagne; un’etichetta ahimè spesso contrastata più per un principio anticonformista che per altro. E’ notorio infatti come questa cuvée de prestige soffra terribilmente di un’immagine sovraesposta e spesso controproducente: uno Champagne da esibizionisti, perfetto per chi desidera ostentare la propria ricchezza, il proprio potere o più semplicemente l’eccitazione del momento.
Il primo di tutti fu lo zar Alessandro II per il quale Louis Roederer in persona nel 1876 confezionò per la prima volta questa cuvée nella storica bottiglia trasparente a fondo piatto, in quell’epoca di cristallo, da cui poi prese il nome. Ancora oggi viene fuori dai migliori vini base pinot noir e chardonnay e solo da vigne di proprietà della Montagne de Reims, Vallée de la Marne e la Côte des Blancs. Il Cristal rimane nelle caves della maison di Reims almeno 6 anni (a volte anche 7) prima della commercializzazione; quasi sempre però, questo è un consiglio personale appassionato, è bene puntare, laddove è possibile a millesimi con almeno 2/3 anni in più sul groppone. Arrivando magari ai 10. Il perché è presto svelato, sta tutto nella tagliente acidità che questo Champagne si porta dietro per almeno 20 anni, nonostante la maturità di frutto ed una certa grassezza espressa in alcuni millesimi più che in altri; il timbro gustativo, grazie anche ad un dosaggio volutamente contenuto intorno agli 8-10 g/l, rimane sorprendentemente fresco e prodigo di stilettate oltreché di vibrante mineralità.
Ha una grande personalità questo Cristal 1997, nonostante i 15 anni lo facciano pensare ancora nella piena adolescenza (!). Il colore è appena appena maturo ma luminoso, il naso rimane inizialmente un tantino curvo su note salmastre che vanno però via quasi immediatamente consegnando uno spettro olfattivo niveo, di grande fascino e profondità centrato – ancora – su toni esotici, agrumati e minerali. In bocca è appena materico, il sorso comincia grasso e un poco nocciolato ma poi riporta alle papille deliziosi sapori balsamici e agrumati. Infinitamente vivace e sapido. Da almanacco dei ricordi indimenticabili!
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