Papà ha quasi 86 anni, li compie a luglio prossimo, il giorno 2. Da un anno e mezzo è lì, costretto a letto, questioni di reni e vecchiaia. Soffre, ed è chiaro a tutti che lo subisce maledettamente perché non è concepibile per uno come lui stare lì a fare niente. E noi con lui. Senza troppi di giri di parole, papà sta male e così è, niente e nessuno potrà cambiare le cose.
Per 50 anni, da che ne aveva 8 sino a quando ha potuto ha vissuto là in mezzo al mare, per il mare, grazie al mare. La sua storia l’ha raccontata più volte l’amica Gemma Russo, qua¤ e qua¤: una storia incredibile, surreale ma vera, anzi, autentica, come molte che sfuggono ai più ma sono parte della storia di questo nostro amato-odiato-amato paese, di questa terra flegrea che vaneggia manie di grandezza e dimentica, sì dimentica!, le piccole cose che l’hanno fatta nascere, sopravvivere, resistere: la sua gente!
Papà non vanta onorificenze appese alle pareti, non è Cavaliere, non è Commendatore, non è nulla di tutto questo; è solo un vecchio pescatore ammaccato, di quelli veri e buoni, che sfidava il mare con il dovuto rispetto, come molti vecchi e buoni operai metalmeccanici, edili, contadini e artigiani hanno sfidato la quotidianità e contribuito a fare dell’Italia – magari non questa -, un grande paese. Quel grande paese che ha sempre soldi da sperperare in mediocri teatrini e mai niente di più per loro, i nostri grandi vecchi.
Auguri papà, auguri dal profondo del mio cuore. Nonostante tutto!
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Tag: 19 marzo, festa del papà, w l'italia
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