Pozzuoli conserva profonde tradizioni per le attività primarie quali pesca e agricoltura, una vocazione che ne caratterizza fortemente ancora oggi la comunità nonostante abbia vissuto da grande protagonista gli anni del boom industriale italiano.
Qui, infatti, proprio nel cuore della città flegrea, già sede degli storici stabilimenti Armstrong¤, si sono insediate nel secondo dopoguerra alcune tra le principali aziende italiane artefici di quel boom, la Olivetti nel 1955 e a seguire la Aerfer, poi denominata Sofer nel 1967, attività che hanno contribuito letteralmente a ”costruire” il paese Italia e che in cinquant’anni di storia (più o meno) hanno segnato, nel bene e nel male, in maniera indelebile il tessuto urbano, sociale ed economico della città e di gran parte dell’hinterland flegreo.
Un periodo storico che ha indubbiamente rilanciato la città, consegnandole un benessere inaspettato in anni di grande patimento come quelli subito successivi la fine del secondo conflitto mondiale, manna dal cielo per un territorio di difficile lettura per l’epoca e destinato altrimenti, con ogni probabilità, a spopolarsi rapidamente per via della migrazione verso il nord già industrializzato. Ne hanno beneficiato quasi due generazioni di metalmeccanici, operai specializzati ed impiegati d’ordine, già figli di mezzadri, pescatori, fornai e piccoli commercianti di vario genere a cui è stato concesso un ascensore sociale di straordinaria portata.
Chiusa quella fase storica però, tutto sembra cristallizzato dal tempo, di quel periodo rigoglioso rimane giusto il ricordo di anni ruggenti che un poco contribuisce ad alimentare le aspettative di una lenta riconversione di molte di quelle aree della città oggi, ahinoi, ancora abbandonate; un rilancio che tarda però ad arrivare, gli anni passano e con essi le speranze di una generazione di mezzo che aspetta risposte che probabilmente non riceverà mai. E allora che fare? Con fatica, chi ha potuto si è ripreso in mano le redini della propria storia ed è ritornato a fare mestieri per un po’ dimenticati, per non andar via. Il pane non ha mai avuto un sapore così profondo.
Con questa premessa lasciamo spazio al Forno Artigianale della famiglia Tesoro, riaperto proprio a metà degli anni ’90 e condotto oggi, non senza grandi sacrifici, dai frattelli Salvatore e Paolo; una realtà che sopravvive grazie alle radici familiari, ne conserva la memoria storica che vale la pena assaporare ogni giorno. Il forno non ha insegna, è su via Campana, l’antica via Romana che unisce ancora oggi il porto della città flegrea alle principali strade Consolari interne dalle quali si giunge poi sino alle ss Domiziana e Appia antica, verso Roma.
Qui il pane bianco si fa alla vecchia maniera, con il lievito madre rinnovato continuamente ed il forno alimentato con legno di castagno. Le pezzature sono perlopiù da chilo, rigorosamente tagliate a mano, sono sempre disponibili anche altri prodotti da forno come le tradizionali pizze al pomodoro in teglia e panini farciti con verdure e olive nere; durante le ricorrenze poi non mancano mai i grandi classici delle feste comandate, dai Tortani ai Casatielli alle Pizze ripiene e i Rustici. La famiglia conta inoltre su un fondo agricolo di circa tre ettari dove si producono principalmente uva da vino (Falanghina e Piedirosso), frutta e alcuni ortaggi. I prezzi sono popolari e pienamente centrati.
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Forno Artigianale di Salvatore Tesoro Pane – Pizza in teglia – Prodotti della terra via Campana 183, Pozzuoli (Na) Tel. 081 526 7202Tag: Forno Artigianale F.lli Tesoro, Forno Salvatore Tesoro, Pane e Pizza F.lli Tesoro, Salvatore Tesoro
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