Trento, il Maximum Rosè secondo Ferrari

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E’ domenica di primavera, una delle prime, di domenica intendo, accompagnata dal sole alto e abbastanza caldo; Decidiamo con Lilly di uscire per una passeggiata, premono però anche alcune esigenze, su tutte, quella di comprare il latte per la nostra piccola e dolce Letizia, che a quanto pare piuttosto che fare la corsa ai suoi mesi sembra rapita da quella di sedersi a tavola con noi al più presto: furbetta di una neonata, mangiona!

Rientriamo a casa poco prima delle una, abbiamo fatto il giusto necessario, l’essenziale, rientrando ci siamo fermati dai “due guaglioni”, piccola pescheria nel bel mezzo del bivio di Quarto, per comprare delle vongole veraci, una seppia di buone proporzioni (ci dicono di mare) prima di avviarci verso casa.  Non è certo “il pranzo della domenica”, il tempo è a dir poco tiranno, ma sicuramente l’ennesima volta in cui la capacità di organizzarne uno in pochissimi minuti non è da far passare in secondo piano, e non di meno la fortuna di avere a portata di mano sempre (o quasi) la giusta bollicina per l’occasione. Cosa si beve? Ferrari, Trento Maximum Rosè brut. Che buono!

 Nasce da una accurata selezione di sole uve di proprietà Pinot Nero (60%) e Chardonnay (40%) coltivate su per le colline nei dintorni di Trento in vigne con dislivelli sino ai 300-600 metri esposte a Sud-Est e Sud-Ovest; La raccolta, per quanto possa essere intesa un’azienda dai volumi industriali come la Cantina Ferrari, è assolutamente manuale e ricadente, generalmente, nella seconda metà  di settembre. E’ un vino che attraversa una fase produttiva abbastanza complessa, sono infatti crica 36 i mesi passati in maturazione sui lieviti, selezionati. Il risultato è un colore sinceramente non particolarmente brillante, il rosa espresso infatti pare quasi anticato, però le bollicine sono fini ed abbastanza persistenti.

L’approccio olfattivo è molto interessante, onestamente più di quanto ci si aspetti, l’ impressione immediata infatti è di un vino particolarmente elegante, floreale, fragrante, intenso e persistente, sentori (classici) di maturazione sui lieviti ma anche di piccoli frutti di bosco rossi e neri, un naso complessivamente vivace ma non aggressivo, esaltato da un alone di fresche note balsamiche, riconcilianti con un gusto asciutto, particolarmente fresco e persistente, e caratterizzato da un finale di bocca piacevole, amarcord di frutta secca e sentori di fragola caramellata.

© L’Arcante – riproduzione riservata

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Una Risposta to “Trento, il Maximum Rosè secondo Ferrari”

  1. Trento, una giornata tra i masi trentini a camminar le vigne, raccogliere storie…in Ferrari! « L’ A r c a n t e Says:

    […] per far nascere vini unici e straordinari, puro spettacolo per gli occhi di oggi, nettari prelibati per i palati di domani. Anche qui un piccolo museo allestito tra le centinaia di migliaia di […]

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