Termeno, Lagrein 2011 Cantina di Termeno

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Alcuni scritti ampelografici riportano che è quasi certo che “lagrein” derivi da Lagara, colonia della Magna Grecia famosa per un vino, il Lagaritanos. Del lagrein sono generalmente riconosciuti due biotipi abbastanza difformi nella dimensione del grappolo: quello a grappolo corto ed uno a grappolo lungo, tra l’altro con caratteristiche organolettiche abbastanza diverse. Nelle zone cosiddette più tipiche, si ottengono sostanzialmente due tipologie, il rosato (Lagrein Kretzer) e quello scuro (Lagrein Dunkel). In entrambi i casi il risultato è quasi sempre al di sopra delle aspettative.

Tramin o Cantina di Termeno è senz’altro tra le cantine sociali altoatesine di più antica tradizione viticola; sono 270 i soci, sparsi qua e là tra Termeno, Ora, Egna e Montagna, territori tra i più vocati dell’Alto Adige su una superficie totale di circa 230 ettari. Molti ricorderanno magari il loro meraviglioso Terminum, un vino dolce tra i migliori in Italia o forse il Nussbaumer, altro piccolo gioiello di gewürztraminer vera e propria bandiera di queste terre.

Ogni qualvolta mi trovo dinanzi a un vino di queste zone mi ritorna in mente una frase, lapalissiana, di Giovanni Puiatti; si parlava di vini bianchi, della frenata subita negli ultimi anni dai bianchi friulani a favore dei vini altoatesini: “Il Friuli ha cominciato a fare i conti con le proprie convinzioni, i propri limiti commerciali, non appena in Alto Adige hanno deciso di sbarcare sul mercato italiano”. “E’ stato subito un bagno di sangue”. Non ha certamente torto, anzi. La qualità anzitutto, indiscutibile, ma soprattutto il rapporto prezzo-qualità, talvolta decisamente inarrivabile.

Probabilmente, ma molto in generale, i vini dell’Alto Adige mancano ancora di quella profondità, longevità ampiamente riconosciuta a mani basse ai classici friulani, ai bianchi soprattutto, ma in quanto ad altro (pulizia espressiva, franchezza varietale, bontà gustativa) siamo veramente su livelli di assoluta eccellenza.

E parlando di rossi magari questo Lagrein Dunkel 2011 è giusto quel rosso domenicale da spendere a tavola senza pensarci su più di tanto: dal colore purpureo, con un naso vinoso, floreale di viola e fruttato di mora, solo appena speziato; il sorso è asciutto e ben inquadrato, disinvolto, senza particolari briglie, insistenze tanniche o sferzate acide. Mettiamola così, ma non facciamolo sapere a quel geniaccio di Willi Sturz, non sarebbe affatto d’accordo: un rosso di facile approccio, di estrema pulizia olfattiva, franchezza varietale e bontà gustativa, appunto. Però non abbiate timore di beccare una bottiglia di due o più anni. Vi racconto del duemilaundici appena in cantina, ma non ho resistito a confrontarlo subito col 2010; poi, con altre intenzioni però, con un Riserva Urban 2006. Davvero sorprendente il lagrein di Tramin, e i primi due mai sopra i 10 euro in enoteca!

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