Che poi l’acidità¤, strano forse a dirsi, diviene pilastro per certi vini come questo Moscato di Saracena¤: dal sapore dolce, leggiadro, mellifluo, che sa di zagara ed agrumi glacé. Il sorso è delizioso, accattivante ma quieto; chiude morbido rinfrancando il palato di giusta freschezza, salace quasi, smarcando abilmente inutili stucchevolezze. Una conferma, ancora uno scatto in avanti. Da fine pasto, o da meditazione, magari però sulle chiacchiere¤.
Tag: calabria, chiacchiere di carnevale, cosenza, famiglia falvo, masseria falvo 1727, milirosu, moscato, moscato di saracena, vincenzo mercurio, vini di calabria
13 febbraio 2013 alle 13:07 |
Buono davvero anche se non ami i vini dolci si fa bere. A me e’ piaciuto anche il loro rosso (magliocco?) tutto il contrario del rosso alcolico e solo succo frutta e poco altro.In un stile molto composto,che quasi quasi,forse esagero mi ricordava qualche Taurasi senza pero’ averne pero’ la tannicita’ ecccesiva della gioventu’.
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13 febbraio 2013 alle 13:59 |
Del magliocco, il Don Rosario, ne scriverò un po’ più in là; come dici, anche se l’esperienza sul varietale è davvero poca per esprimersi con giudizi definitivi, mi e ci è parso una buonissima interpretazione.
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27 dicembre 2013 alle 00:02 |
[…] vino dolce. Moscato di Saracena Milirosu 2011 Masseria Falvo 1727¤. Tra i primissimi assaggi dell’anno e subito scolpito nella memoria. Un grande bianco da […]
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