Il fiano di Avellino conserva in sé l’anima del grande vino, e il tempo ci continua a dare, sempre più spesso, ampie conferme. Un grande vino, senz’altro, quando arriva da territori vocati e lavorato come si deve, capace di esprimere equilibrio ma anche e soprattutto opulenza ed eleganza; bianco vivace e sbarazzino da giovane, spesso anche sopra le righe, ma al contempo in grado di offrire, quando affinato, profondità e complessità gusto-olfattive al pari dei migliori vini bianchi del mondo.
Delle tre denominazioni di origine controllata e garantita irpine quella del fiano di Avellino copre senza dubbio l’areale più ampio attraversando ben 26 comuni sparsi qua e là sul territorio, dalla Valle del Calore sino al Vallo di Lauro. Un vigneto affatto omogeneo, di cinquecento ettari, piantati per lo più su terreni argilloso-calcarei con diverse variabili locali, ma che proprio grazie alla complessa eterogeneità dei territori che attraversa, alle profonde connotazioni di suoli e condizioni microclimatiche, riesce in punte di eccellenza di grande valore degustativo. Vini talvolta profondamente caratteristici, con aromi suggestivi di fiori e frutti e reminescenze dolci in gioventù e sentori invece tostati, marcatamente iodati, talvolta empireumatici quando affinati ed evoluti; insomma, espressioni multiformi di un grande varietale nonché del terroir di appartenenza, che sanno però maturare, mutare, migliorare nel tempo.
E quando bevi il Pietramara Etichetta Bianca 2009 di Rosanna Petrozziello, Giancarlo e Piersabino Favati, hai subito la certezza di ritrovarti dinanzi a un grande vino, mutevole e pregevole. Viene dai 5 ettari del vigneto omonimo di Cesinali, un piccolo “anfiteatro naturale” che si apre da nord-est a nord ovest a circa 450 metri di altezza. Ma Etichetta Bianca diviene solo il fiano raccolto nei filari collocati più a nord della vigna, laddove matura lentamente e più tardi, giovandosi anche di particolari escursioni termiche. La vinificazione avviene tutta in acciaio, poi finisce quasi un anno in bottiglia.
Il colore è luminoso, mentre il naso pare aver acquisito una impressionante intensità e complessità che va ben oltre la suggestione varietale; il sorso è asciutto, dinamico, sbarazzino, ma ricco di sfumature minerali, iodate. Insomma, un bianco dalla forte personalità, capace senza ombra di dubbio di attraversare il tempo con la stessa semplicità con la quale una lama calda affonda nel burro. Nemmeno ti accorgi che è un vino di quasi tre anni. Ma che stiamo a fare ancora a sottolinearlo! E lo bevi con tutto o niente, perché sin dal primo sorso ti accorgi che val la pena bere anche solo il vino, fregandotene altamente delle frottole che l’accompagnano. Un vino è grande quando sa raccontarsi anche da solo, si dice; bene, qui la storia è appena cominciata.
Questa recensione esce anche su www.lucianopignataro.it.
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31 gennaio 2012 alle 11:59 |
complimenti per questo prodotto!
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31 gennaio 2012 alle 12:39 |
Riferiremo, grazie.
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15 agosto 2020 alle 11:57 |
[…] Fiano di Avellino Pietramara 2018 I Favati. Il Pietramara è ormai una certezza in termini di territorialità e personalità, l’azienda di Piersabino e Giancarlo Favati e Rosanna Petrozziello veleggiano spediti verso il ventennale con mano sempre più sicura, tanta è infatti la strada fatta e tanta ancora li aspetta da grandi protagonisti quali sono ormai diventati. Dalle vigne di Cesinali viene fuori un bianco in splendida forma, dai sentori floreali e fruttati che lasciano poi via libera a note di erbe aromatiche e la classica nocciola tostata. Il sorso è carico di materia, c’è frutto da vendere, con tanta freschezza e sapidità che ne accompagnano il finale di bocca pienamente coinvolgente. A pensarci su, ci viene in mente un abbinamento con il ”Gran Fritto di mare” di Sud Ristorante a Quarto (NA), per dirne una. L’azienda è nei pressi di Piazza Di Donato, al civico 41 a Cesinali (AV) – Tel. +39 0825 666898. La scheda completa Qui. […]
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10 settembre 2020 alle 09:58 |
[…] Leggi anche Fiano di Avellino Pietramara Etichetta Bianca 2009 I Favati Qui. […]
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