Taurasi Riserva Primum 2006 Guastaferro

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Difficile immaginare cosa potesse essere oggi Taurasi se si fosse cominciato a fare sul serio col vino un po’ di anni prima. Quanti? Beh, magari quindici, vent’anni prima che ci si accorgesse dell’enorme patrimonio che rappresentano quel territorio, i suoi vini, per il mondo del vino, sotto le luci della ribalta solo da poco più di una quindicina d’anni.

Taurasi Riserva Primum 2006 Guastaferro

Senza scomodare avi e generazioni che si racconta facessero viticoltura da sempre (e non vini di qualità come siamo tutti d’accordo di saper riconoscere oggi) o urtare la suscettibilità di qualche nome storico, di grandissima levatura certo ma che giocavano il campionato praticamente da soli, oggi potremmo contare dalla nostra tanti elementi in più da poter rilanciare ai quattro venti; non ultimo, ad esempio, che bottiglie come queste siano realmente capaci di attraversare il tempo nonostante le angustie di un’annata, a quanto pare, non proprio favorevole.

Annata complicata la duemilasei, “calda, capricciosa, eterogenea, con i migliori potenti e nervosi, da aspettare” per dirla con l’almanacco di “Taurasi Vendemmia¤” sottomano. Una di quelle che convince i più a non farne un Riserva costringendo invece i migliori, quelli cioè con vigne ed uve in zone particolarmente vocate e numeri con al massimo tre zeri, a dare valore aggiunto, slancio al loro peggior difetto: l’incapacità, o l’impossibilità di affidarsi a giochi di prestigio in vigna e soprattutto in cantina. 

E il Primum¤ Riserva 2006 di Raffaele Guastaferro¤ (10 ettari a Piano dell’Angelo a Taurasi) svela addirittura quanto sia inutile tentare la natura, sovrapporle un manico eccessivo, facendo delle sue piccole imperfezioni – una volatile un po’ alta, il timore dei 15 gradi in alcol, un naso non proprio finissimo – un pregio assoluto che esaltano invece il varietale, un grande frutto, sempre al centro dell’attenzione ed una bevibilità incredibile per un vino di tale estrazione, sostenuta da una freschezza invidiabile, tannini docili ed una sapidità di finissima levatura.

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