Siamo a Pozzuoli, ai piedi della Collina che anticipa le ripide pareti di tufo giallo di Monte S. Angelo, sul versante nord della piana di Toiano, luogo dove sorge oggi uno dei quartieri più popolati del comune flegreo.
Sino alla fine degli anni ’60 qui era tutta campagna, vi erano perlopiù frutteti, campi agricoli votati alla coltivazione di mele annurche e arance, verdure e ortaggi, poi qua e là i coloni piantavano filari di varietà Montepulciano, Piedirosso e Trebbiano allevate con il tradizionale sistema dello Spalatrone Puteolano per farne vino di sostentamento, niente di che da un punto di vista commerciale.
Con il primo Bradisismo degli anni ’70, l’evacuazione definitiva del Rione Terra e del centro storico di Pozzuoli fu proprio questa l’area scelta per l’insediamento delle nuove case popolari che spostò qui, a partire dal 1974 e sino a metà anni ’80, gran parte della popolazione puteolana che in quegli anni si era un po’ dispersa in alloggi di fortuna tra la provincia a nord di Napoli e la fascia costiera Domitiana, sino a Castelvolturno e Mondragone in provincia di Caserta, Formia, Gaeta e Latina nel basso Lazio.
Mario Portolano¤, imprenditore napoletano lungimirante, alle prese con la prosecuzione dell’impresa di famiglia impegnata nel manifatturiero di pregio dal 1895, con attività commerciali nel centro storico di Napoli, poi a Roma e Milano, aveva investito in proprietà agricole proprio qui a Toiano, dove nel fine settimana amava trascorrere le giornate in famiglia e dedicarsi al lavoro in campagna e alla coltivazione della vite per farne vino per se e per gli amici più cari. Dopo le ultime espropriazioni, a fine anni ’80, riesce a mantenere almeno questo pezzo di terra, già Masseria Murro, per continuarci a vivere nel fine settimana e a fare vino.
Poco più di 4 ettari caratterizzati da sabbie vulcaniche e tufo giallo, piantati con ceppi di Aglianico provenienti da Taurasi e Piedirosso dei Campi Flegrei, vigne tutte ben esposte a sud con piante di almeno 30 anni, collocate su ripidi terrazzamenti che avanzano per centinaia di metri sulla Collina che anticipa le pareti di tufo giallo di Monte S. Angelo; qui, in certe estati, durante il giorno le temperature si alzano fin sopra i 35°/40° ma le vigne restano costantemente rinfrescate dal vento che arriva direttamente dal mare del golfo di Pozzuoli dopo aver spazzato praticamente tutta la conca ”entrando” dal Monte Barbaro sino a scivolare via verso Monterusciello e Licola.
Un microclima unico che contribuisce a produrre uve di grande qualità, sane e con tanta materia, in cantina arrivano mosti sempre molto ricchi che l’ottimo Gianluca Tommaselli, l’enologo che segue l’azienda della famiglia Portolano in cantina, riesce a ben interpretare alla sua maniera, con manico diligente ed essenziale, niente utilizzo del legno, solo acciaio e qualche mese di bottiglia.
Così anche a questo giro viene fuori un Piedirosso flegreo di particolare carattere, un duemiladiciotto che veste un colore rubino dal tono vivace, con un naso fitto e intriso di sensazioni floreali e fruttate dolci e invitanti, sa di violetta e piccoli frutti rossi e neri, poi un accenno speziato, il sorso è carnoso, pieno, equilibrato, regala un assaggio morbido, dal finale di bocca misurato, avvolgente e sapido. Se appena un anno fa potevamo raccontarvi di una piacevole scoperta oggi siamo certi di ritrovarci dinanzi ad una ragionevole certezza!
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Tag: campi flegrei, mario portolano, per e palummo, piedirosso, pozzuoli, rione toiano
29 luglio 2020 alle 00:10 |
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