Diciamoci la verità, non abbiamo scelto la giornata perfetta per venire a scoprire Tramonti! La suggestione però era tanta, la voglia di venire a camminare queste vigne ultracentenarie incommensurabile; Le continue telefonate con Gerardo Vernazzaro per tastare il polso della situazione potevano far tranquillamente presagire un appuntamento mancato, ed invece no, ne è venuta fuori una giornata memorabile, e non solo per le “quintalate” di vento, freddo e pioggia che ci siamo beccati, ma per lo scenario fantastico in cui ci siamo immersi, per le persone che abbiamo incrociato, per i luoghi che abbiamo camminato e non di meno per i vini, alcuni superlativi, che abbiamo assaggiato.
Monte di Grazia è il piccolo eremo di Alfonso Arpino, medico condotto di Tramonti che ha trovato in questo piccolo casale la chiave di volta della sua vita futura, la profusione dell’amore per la sua terra ripagata dai frutti che essa genera e gli offre di anno in anno, con le stesse viti centenarie che ha avuto il coraggio di preservare invece che estirpare, come i primi enotecnici a cui chiese consulenza nel 2000, gli consigliarono. E’ persona dotta, nei suoi occhi la semplicità disarmante di chi sa ascoltare, nelle sue parole il linguaggio breve di chi ha conoscenza e la sa confrontare, Alfonso Arpino sa aspettare. E’ stato così che ha incontrato Gerardo Vernazzaro e l’ha convinto a seguirlo a Tramonti. Gerardo, per chi lo conosce, non ha freni, è un giovane metropolitano, dinamico, è tecnico preparato e curioso, quando non è assorbito totalmente dal lavoro tra vigne e vasche in Cantina Astroni – suo il grande merito per la crescita qualitativa dei vini negli ultimi anni, assolutamente indiscutibile, anche dai soloni dal curriculum lungo dalla testa ai piedi – è in viaggio tra le pergole in Trentino o immerso nei filari a Guyot del Collio (“i migliori bianchi d’Italia si fanno qui, ed io aggia capì”, mi ripete continuamente).
Così un giorno Alfonso si presenta da lui in cantina, gli porta un paio di bottiglie di tintore e gli chiede un giudizio. Dopo qualche settimana si risentono, l’enologo è rimasto incuriosito dai vini bevuti ma ammette di non essere preparato sul varietale per potergli indicare la retta via; Il dottore non fa una grinza, lo ringrazia, ma lo invita, prima di rinunciare del tutto, ad andarlo a trovare a Tramonti, a camminare con lui la vigna di Madonna del Carmine: “Non esistono parole per descrivere quel momento, è come se avessero offerto ad un bambino la possibilità di giocare all’infinito con il suo giocattolo preferito, mi lacrimavano gli occhi dalla gioia di ciò che vedevo”. Così pare quadrare il cerchio, la musicalità melodica, soave, solo a tratti ondeggiante, del progetto del dottore Arpino si arricchisce di quel carattere necessario, di quel jingle fondamentale per raggiungere una orecchiabilità maggiore, che tradotto in vino è vivacità espressiva, in costante crescita, che soprattutto nel Monte di Grazia rosso (di cui racconterò a breve) è quasi danzante negli ultimi millesimi, 2008 e 2009 in particolare.
Il Rosato 2009 invece è l’arma dolcemente letale per rimanere poi rapiti dalla profonda mineralità del bianco e dalla croccantezza del rosso di cui sopra. Nasce da uve tintore e solo in piccola parte con aggiunta di piedirosso e o’muscio; Quest’ultima è una varietà tipica locale a bacca rossa, di profilo molto tenue, dalla buccia praticamente inconsistente e capace di gradazioni alcoliche molto limitate, viene utilizzata, storicamente, soprattutto per stemperare la veemenza acido-tannica del tintore, e nel caso di questo rosato, ci riesce davvero alla grande. Il primo naso è fragrante di fiori e piccoli frutti, quando si racconta dei sentori di rosa canina e lampone si potrebbe pensare, in futuro, a questo vino per insegnarne gli archetipi. Non lascia scampo anche in questa versione molto light la sottile nota pepata caratterizzante l’uva rossa di Tramonti, viene fuori però in maniera molto elegante, a latere di un bouquet affascinantissimo, solo dopo un’attenta ossigenazione; I bocca è secco, piacevolmente caldo, i 13 gradi (e venti) sono perfettamente in equilibrio con la trama acida, palato finemente minerale, corroborante e rinfrancante, per tutta la beva, sulla fine della quale ritorna una nota di frutto estremamente gradevole e persistente.
Ecco cosa cerco quando, lo ammetto, solo di rado, ho voglia di bere un rosato, ecco però cosa consiglierei di non far mancare mai in cantina per conquistare l’avventore di turno voglioso di semplicità ma con fascino, per colpirlo magari nell’immaginario raccontandogli di una terra, un uva e persone straordinarie proponendogli un vino delizioso del quale, statene certi, non potrà che conservare un ottimo ricordo. Provate ad immaginarlo anche sul più semplice dei piatti di Alfonso Caputo della Taverna del Capitano seduti in veranda sul mare di Marina del Cantone, siamo forse troppo campanilisti?
Questo vino è il nostro vino rosato dell’anno.
Tag: alfonso arpino, campania, costa d'amalfi, gerardo vernazzaro, monte di grazia, rosato, tramonti
4 giugno 2010 alle 14:46 |
[…] da sirene senza più voce ne canti da regalare, a Sorrento come a Furore, a Ravello piuttosto che a Tramonti: Pepella, Ginestra, San Nicola, fresche bevute e sapidi rospi, ebbri da panorami mozzafiato a da […]
"Mi piace""Mi piace"
13 luglio 2010 alle 09:06 |
[…] dopo una ouverture leggiadra a base di Biancatenera di Tramonti (Monte di Grazia bianco ’09) confido che sia il Cruna DeLago di Luigi e Restitua Di Meo a […]
"Mi piace""Mi piace"
11 agosto 2010 alle 13:47 |
Questa pagina che descrive magnificamente la realtà di Monte di Grazia, deve essere un invito a visitare questi posti straordinari. Paesaggi fantastici, gente sana come un tempo e la lungimiranza di Alfonso Arpino alias “o duttor”, così lo chiamano quando passa in paese, che con la sua cultura personale è stato lungimirante nel salvare un patrimonio.
Il tutto condito da vini emozionanti come il territorio da cui provengono…
"Mi piace""Mi piace"
11 agosto 2010 alle 17:13 |
Grazie Ale, uno scenario davvero suggestivo e persone di una semplicità disarmante ma che hanno a cuore davvero la terra…
"Mi piace""Mi piace"
4 dicembre 2010 alle 18:01 |
[…] località Madonna delle Grazie, una delle vigne centenarie di tintore di Tramonti di Alfonso Arpino. Forse il vigneto più suggestivo dell’areale da dove nascono vini di una autenticità a […]
"Mi piace""Mi piace"
16 dicembre 2010 alle 13:59 |
[…] nostro ringraziamento per il Miglior vino rosato va al Campania igt rosato Monte di Grazia 2009 Monte di Grazia. Camminare le vigne di Tramonti è come attraversare uno Stargate; Non so quanti posti al mondo si […]
"Mi piace""Mi piace"
24 marzo 2011 alle 11:29 |
[…] Qui, Qui e Qui altre suggestioni sui vini di Monte di Grazia e su Tramonti. […]
"Mi piace""Mi piace"
6 settembre 2018 alle 11:16 |
[…] quindi necessario rendergli un pezzetto della mia vita per quanto mi ha donato!’’. Qui¤ e qui¤ raccontiamo tanto e tutto il bello che c’è da sapere su Monte di Grazia¤ e la famiglia […]
"Mi piace""Mi piace"