Di ritorno a Verona dopo quattro anni. Ho raccolto queste impressioni, del tutto personali.
Prologo: in verità Vinitaly e la partecipazione all’evento è stata una scusante, nel senso di un buon motivo per ritornare nella fatal Verona; Venire al Vinitaly è stato per alcuni anni un grande entusiasmante viaggio alla scoperta ed alla ricerca di tante buone bevute, da condividere con amici, sommeliers, compagni, amori. Rifuggire tra gli stands dei padiglioni scaligeri era un divertimento ed una goduria (apparentemente) incredibilmente costruttiva: all’epoca. Poi è divenuto quasi un lavoro, a dire il vero una faticaccia, ed ecco che mi ci sono un tantino allontanato. Quest’anno il ritorno, dopo quattro vendemmie, di striscio ma non spocchioso, ho preferito approfondire prima alcuni altri argomenti da sempre a me cari, come per esempio camminare le vigne, quelle del Trento doc e del Franciacorta, Trentino quindi e Lombardia, ma comunque fermo e convinto a portare il risultato a casa: buone nuove, conferme, smentite. Nessuno slogan, ne snobismo, solo tempi più giusti ed obiettivi mirati. Questo in pillole, in ordine assolutamente sparso dovuto al continuo passaggio tra un padiglione e l’altro, il resoconto di alcuni assaggi meritevoli di attenzione che non mancherò di approfondire su queste pagine nei prossimi giorni.
Fiano di Avellino Vino della Stella 2009 di Raffaele Pagano-Joaquin, l’unico vino campano in questa batteria ma solo perchè è veramente l’unico che ho bevuto appena prima di partire nel mentre ero già sulla via del ritorno: Raffaele, forse, è un matto, ma la stima che ho di lui e per il suo alacre impegno si rinnova ogni volta di più; E’ un gran bel vino, da attenzionare nei prossimi mesi. In uscita ad Ottobre, forse. I Vermentino, tutti, della famiglia Isoni di Pedra Majore, in particolare il Vermentino di Gallura Superiore Hysony 2008 e il passito dolce Mjuru, eccellente il primo, stratosferico il secondo. Cannonau di Sardegna Jerzu Riserva 2005 di Alberto Loi e dello stesso produttore l’isola dei Nuraghi rosso Tùvara 2005, blend di Carignano, Cannonau e Muristeddu, davvero impressionante per tipicità e complessità. Poi, un vino raccomandato la sera prima dal bravo patron e sommelier Massimiliano Peterlana dell’Osteria “a le due spade” di Trento, il Vallagarina Marzemino 2007 di Eugenio Rosi, grande frutto ed equilibrio gustativo. Poi, il Veltliner 2008 di Nossing, il Sauvignon 2008 di Falkenstein, il Sauvignon Voglar di Dipoli, il 2007 più del 2008, ancora in divenire. Stupendo il passaggio in Colterenzio, 14 vini, più di un’ora di degustazione, in privato, con il disponibilissimo Martin che solo alla fine ci rivela di essere l’enologo dell’azienda: che esperienza conoscitiva! A parte i Lafòa ormai sulla bocca di tutti, ho molto apprezzato il Pinot Bianco Cornell 2007, estremamente varietale, quasi didattico e giovanissimo, poi lo Chardonnay Cornell 2007, il Sauvignon Prail 2009, il sempre amato Lagrein Riserva Sigis Mundus versione 2006 ed il sempre difficilissimo Blauburgunder che proprio non ne vuole sapere di moderare la possenza, anche nel base Mantsch 2007! Un breve passaggio in Toscana, per salutare alcuni amici ed in particolare Luciano Ciolfi di Podere Sanlorenzo che sta facendo un gran bel lavoro in quel di Montalcino: da provare il Brunello Bramante, ancora il 2004 nonostante sia già fuori con il 2005. Buonissimo il Rosso di Montalcino 2007, ad avercene ancora, uno dei più gradevoli assaggiati in fiera. E la Campania? beh, quella la porto nel cuore, non devo mica arrivare a Verona per berne il nettare; Poi ancora bollicine, quelle buone, vigne e cantine stratosferiche e cucine e piatti creativi (maddechè!); Rimanete collegati, ne leggerete delle belle.
Sarà che Vinitaly è ormai un gran carrozzone, ma a quanto pare non si smette mai di salirci sopra, a torto o a ragione?
Tag: alberto loi, angelo di costanzo, assaggi, colterenzio, fiere, impressioni, joaquin, podere sanlorenzo, verona, vini, vinitaly
11 aprile 2010 alle 04:33 |
Sono felice di averti visto anche se solo per 30 secondi. Purtroppo vinitaly (soprattutto quest’anno) non permette a noi produttori di seguire realmente tutti gli impegni e le persone.
perdonami se non sono riuscito ad ospitarti come avrei dovuto
Luca
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11 aprile 2010 alle 07:38 |
Ciao Luca, lo so, spiace anche a me, ma come avrai capito avevo solo quella giornata e tanti, forse troppi, amici da salutare. Non mancheranno occasioni, buona continuazione ed in bocca al lupo!
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12 aprile 2010 alle 10:27 |
anch’io ti ho cercato, ma invano. Grazie a te comunque ho havuto la gradita occasione di conoscere la Sig.a Martusciello e di scambiare due parole sul suo vino e sull’attività delle donne del vino. Buona settimana
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12 aprile 2010 alle 14:21 |
Salve Graziella, mi spiace, sono stato un’oretta nella giornata di venerdì presso lo stand di Grotta, vorrà dire che quantomeno hai conosciuto una realtà familiare.
Saluti e a presto.
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13 aprile 2010 alle 18:33 |
Ciao Angelo,
è stato un piacere e un onore conoscerti, grazie
Luciano
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14 aprile 2010 alle 09:44 |
[…] quindi di nuovo in Sardegna, al Vinitaly, a dire il vero solo di passaggio, un giorno solo, ma non per questo spocchioso ne tantomeno […]
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