Scrivo di questo vino con l’intento di farne una delle mie più brevi recensioni mai proposta prima su questo blog, convinto che la bontà di questo delizioso spumante non la debba esprimere io, un qualunque cronista di bevute, ma tuttalpiù il primo, e con lui i tanti a seguire, ne sono più che convinto, degli assetati avventori a cui andrà incontro di qui a qualche giorno.
E’, per il mercato – ove ce ne fosse stato ancora bisogno – un segnale di grande sensibilità che la famiglia Martusciello rivolge al consumatore: il Malìa avrà infatti un prezzo piccolo piccolo, più o meno cinque euro in enoteca. Per Grotta del Sole come azienda, mai doma nell’ultimo decennio – tra l’altro in grande fermento in vista anche dell’imminente lancio sulla scena dell’azienda irpina Tenuta Vicario – è la presa di coscienza che proprio loro, specializzati da sempre nella spumantizzazione dei vitigni autoctoni, l’asprinio riserva brut ne è un vessillo, non potevano tirarsi indietro dal sondare il potenziale commerciale di uno spumante, pur esile e disincantato come questo, prodotto con base falanghina e, dato di fatto non certo di secondaria importanza, fregiato con la doc Campi Flegrei.
Un rilievo significativo quest’ultimo, che personalmente ritengo anche piuttosto opportuno come stimolo rivolto a chi altri negli ultimi anni ha ben dimostrato di cavarsela egregiamente con la tipologia pur dovendo ricorrere a terzi per la spumantizzazione; un nuovo viatico insomma per dare ancora più slancio alla valorizzazione del varietale, e perché no, avvicinare ancor di più ristoratori e consumatori a quel concetto di territorialità sempre caro a chiunque ma al contempo poco promosso e tangibile laddove, proprio nei ristoranti e trattorie napoletane, continua a farla da padrone il prosecco, oltretutto quasi sempre anonimo e senza arte né parte.
Sul vino poco da sottolineare se non la tenue ma efficacissima brillantezza del colore verdolino, l’estrema pulizia e fragranza olfattiva nonché l’ineccepibile bevibilità; il nome Malìa in effetti racchiude in se, quasi in maniera contrastante, proprio l’incantesimo del sortilegio e l’irresistibile attrazione, qui dissolvibili in appena un paio di alzate di calice!
Questa recensione viene pubblicata contemporaneamente anche su www.lucianopignataro.it.
Tag: campi flegrei, grotta del sole, luciano pignataro wineblog, malìa, martusciello, metodo charmat, metodo martinotti, prosecco, spumante falanghina
25 febbraio 2012 alle 23:38 |
Ma come è possibile che il prezzo sia di 5 € in enoteca , se viene venduto di listino dagli agenti della ditta Grotta del Sole a 5,20 € + IVA alle enoteche e ristoranti. Forse è così a Napoli e provincia ma non certo altrove. E’ fuorviante per il consumatore delle altre regioni italiane non crede?. E inoltre svilisce il valore del prodotto. E’ meglio astenersi dall’indicare un prezzo se prima non si è chiesto in Azienda.
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26 febbraio 2012 alle 00:42 |
Carissimo, lei ha ragione. Solo per metà però. E mi spiego meglio.
La recensione di questo vino anticipò di quasi un mese e mezzo, stiamo parlando di più di un anno fa, l’uscita sul mercato di questo spumante, destinato nelle prime intenzioni, ad arrivare nelle enoteche con mescita proprio a quella cifra, intorno ai 5/6 euro, grazie soprattutto a particolari sconti riservati, appunto, per favorire l’esordio del prodotto. Una impostazione di lancio sul mercato, per farlo conoscere.
Il tutto naturalmente carpito in via ufficiosa. Eventuali discordanze con i vecchi e nuovi listini quindi non sono certo da attribuire all’azienda ma solo ad un nostro infortunio, del quale già ci siamo ampiamente scusati con l’azienda, e non manchiamo certo di chiarire con lei (e con chiunque ci chieda lumi), ma che speriamo nulla tolgano al successo del prodotto che continuiamo a ritenere un nostro prodotto di eccellenza dei Campi Flegrei.
Addendum: è questa una delle ragioni per le quali non pubblichiamo quasi mai i prezzi dei vini (per me che sono stato enotecaro poi…).
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