Chiaramonte Gulfi, Carjcanti 2008 Gulfi

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Scrivi carricante e t’immagini l’Etna, così il pensiero va subito al Pietramarina, il piccolo gioiello di Giuseppe Benanti che (mi) ha aperto questo vitigno a letture organolettiche sino ad allora inesplorate. E ogni anno sempre con maggiori attese ed attenzioni.

Carjcanti invece è il vino di Gulfi, l’azienda fondata da Vito Catania, oggi nelle mani del figlio Matteo, e portata e raccontata in giro per il mondo – con la sua “I Vigneri” – dall’enologo Salvo Foti, uno dei massimi studiosi nonché conoscitori dei vitigni autoctoni siciliani e mostro sacro dell’enologia isolana; manco a dirlo, lo stesso di Benanti.

Sull’Etna le vigne si levano dalla cenere, e si sa che qui, come forse in nessun altro posto al mondo, più che il vitigno è il microclima, particolarissimo, a contribuire in maniera decisiva a produrre vini di altissima espressività territoriale. Ma pure a Chiaramonte Gulfi, siamo in Valcanzjria, nel ragusano, 150 chilometri più a sud, pare farsi strada un ottimo clone, arrivato proprio dalle pendici del vulcano e per niente lontano da quel modello già apprezzato nei bellissimi bianchi etnei.

Il Carjcanti 2008, con un piccolo saldo di albanello, altro vitigno autoctono locale, richiama immediatamente alla mente le tracce lasciate impresse dalle precedenti vendemmie: vivida brillantezza nel colore, naso costantemente irrorato da sentori minerali e palato di grande sapidità e nerbo acido; il tutto al servizio di un fuoriclasse lanciato spedito nella rincorsa del tempo. La Vigna Campo è per lo più caratterizzata da terreni calcareo-argillosi, impiantata ad alberello, proprio come sull’Etna – con un sistema però meccanizzato, alla borgognona – con una densità di circa 9000 viti per ettaro; il vino tendenzialmente affina parte in acciaio e parte in barrique da 225 litri e in fusti da da 500 litri. Il colore è di un bellissimo dorato acceso, il primo naso è figlio del sole, con sentori fruttati di mango e pesca e scorzette di limone, poi i profumi si distendono in ampiezza e profondità, foraggiati continuamente da reminescenze balsamiche e speziate, sentori erbacei, quindi minerali, e sul finale canditi, di infinita eleganza, finezza e acutezza. In bocca l’ingresso è deciso, spicca inizialmente per l’essenza acida tipica del varietale, ma il sorso viene subito sopraffatto dall’insistente sapidità e carezzato continuamente da morbida mineralità. Dodici gradi e mezzo di pura estasi degustativa, e senza nessuna preclusione per l’abbinamento: si può bere tranquillamente prima di tutto e, quando necessario, dopo tutto.

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2 Risposte to “Chiaramonte Gulfi, Carjcanti 2008 Gulfi”

  1. Chiaramonte Gulfi, Nerojbleo 2007 Gulfi « L’ A r c a n t e Says:

    […] ciò ritorno volentieri su Gulfi e i vini di Salvo Foti, e l’occasione, imperdibile, è  questa bella bottiglia di rosso, […]

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  2. Intervallo. Crudo di mare e Carjcanti 2009 Gulfi « L’ A r c a n t e Says:

    […] un campione di leggerezza, il Carjcanti di Gulfi, un bianco sorprendente ad ogni assaggio. E’ pur vero che il naso si nasconde a lungo, […]

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