Il kerner è un vitigno aromatico a bacca bianca creato intorno al 1929 da un certo August Herold, intento a risolvere la problematica di come far “sopravvivere” la vite nel dipartimento agricolo del Württemberg, in Germania.
Dopo numerosi tentativi, la chiave di volta, l’incrocio tra la schiava grossa – varietà a bacca rossa di più o meno basso profilo organolettico, conosciuta anche col nome di trollinger – e il già apprezzato e conosciuto riesling renano. Così il kerner, nome conferitogli in onore di Justinus Kerner, medico e poeta tedesco, ai quali finissimi scritti si era profondamente appassionato Herold. Oggi questo vitigno continua ad essere coltivato perlopiù in Germania, Austria, Svizzera e – limitatamente all’Alto Adige, o Südtirol – , in Italia, dove proprio in Valle Isarco e Val Venosta pare esprimere le interpretazioni migliori. Sono queste aree viticole generalmente caratterizzate da un pedoclima ben definito, piuttosto austero, che tra l’altro il varietale pare sopportare egregiamente. Il kerner infatti non ha particolari esigenze colturali, si adatta bene a qualsiasi tipologia di suoli, più del riesling, e germoglia piuttosto tardi; fa registrare oltretutto scarsa sensibilità alla peronospora e all’oidio (a meno di annate disastrose) nonché una esplicita resistenza al freddo, qui solito arrivare anche oltre i -10 °C pure in piena epoca vendemmiale.
Il Kerner Praepositus 2010 di Abbazia di Novacella è forse il meglio che si possa trovare in giro di questo vino – con quello di Strasserhof tra i miei preferiti in assoluto -, sicuramente non un bianco per tutti se non per quegli appassionati che non temono affatto l’acidità, che non la subiscono cioè come un fastidio ma piuttosto la ricercano e se la godono come pregio. Il colore è splendido, giallo paglierino vivacissimo, il naso subito particolarmente invitante, quasi pungente. Le prime sensazioni a farsi strada sono toni quasi moscati, e comunque aromi freschi, erbacei, balsamici, fruttati che lentamente si amplificano e si aprono a cenni chiaramente più dolci, insistenti: ecco venire fuori mela golden, pompelmo e mango. In bocca è secco, secchissimo direi, costantemente. Avvolge il palato in un susseguirsi continuo di sensazioni acide e minerali, un piacere quasi espettorante, irrinunciabile. Freschezza, adesso ti conosco!
Tag: abbazia di novacella, alto adige, germania, kerner, kerner praepositus, praepositus, riesling, schiava grossa, schiava grossa x riesling renano, trollinger, val venosta, wurttemberg
9 settembre 2011 alle 14:34 |
Gran bel vino, strutturato, grasso ma con una forma allungata da una bella acidità. Per contro non conosco quello di Strasserhof.
Bello parlare di questi vitigni di montagna.
Stefano
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9 settembre 2011 alle 18:55 |
Ottima etichetta!
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9 settembre 2011 alle 20:56 |
Strasserhof una spanna sopra tutti. E’ più elegante, più sottile ma di certo molto più piacevole di altri.
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10 settembre 2011 alle 00:28 |
E’ buono, buono buono. Strasserhof gioca di fino, qui c’è materia pur rimanendo fedelissimo al varietale più spiccato.
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21 novembre 2018 alle 10:05 |
[…] Kerner¤ e Sylvaner sono varietà che generalmente non lasciano molto scampo ad interpretazioni […]
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