E’ l’archetipo che diviene stereotipo, positivo, quindi un esempio da seguire. Il termine archetipo viene usato, generalmente, per indicare una forma preesistente e primitiva, in questo caso di un vitigno, di un vino, della sua rappresentazione più tipica di un territorio.
Il Taurasi Riserva Radici 2004 esprime del millesimo, nella forma e nella sostanza, l’ideale più nobile di Taurasi in circolazione: finissimo il colore rubino, sottili e di una eleganza unica le note olfattive che richiamano di tutto e di più, e nobilissimo il tannino, turgida la freschezza, immensa la bevibilità. Un modello ineccepibile, eppure spesso sottovalutato, quando non del tutto ignorato appannaggio del nuovo che avanza, di quelle centinaia e più interpretazioni susseguitesi negli ultimi vent’anni in terra d’aglianico, seppur nella totale assenza di un “linguaggio” comprensibile che potesse raccontare “veramente” il territorio da cui nasce, e non, più semplicemente, il manico che ne andava forgiando le forme o, quando peggio, la futile domanda che ne designava il sorso.
La paura, forse, è sempre stata quella di ritrovarsi a seguire uno stereotipo, un cliché partorito da un’unica visione prospettica, quella dei Mastroberardino appunto, i primi e gli unici a conservare una memoria storica inattaccabile in un territorio pur capace di esprimere, negli anni, nuovi “talenti”, alcuni imperdibili, taluni anche visionari, ma anche decine e decine di opportunisti; così il rischio di aderire ad una visione semplificata, largamente condivisa, per un territorio invece capace di esprimere sicuramente più facce di una stessa medaglia è divenuta paura, quindi rigetto. Sbagliando. E il pur nobile principio da cui muoveva questa vivacità interpretativa del Taurasi non ha però nel tempo saputo del tutto salvaguardare i suoi valori più alti tra cui l’autenticità. Non a caso ancor oggi Antonio Mastroberardino non smette di ripetere ai suoi collaboratori, ad ogni panel di degustazione aziendale, una frase che risulta a dir poco emblematica: “qui, nulla si crea!”.
Si tratta forse di un concetto astratto, se vogliamo estremamente neutrale e semplicistico, asettico quasi, ma nel tempo, questo stereotipo si è fatto esempio, un caso rappresentativo che serve ad illustrare in tutto e per tutto una regola non scritta che diviene modello da imitare, l’archetipo appunto, del Taurasi. Quello imperdibile!
Tag: aglianico, antonio mastroberardino, archetipo taurasi, atripalda, mastroberardino winery, piero mastroberardino, radici riserva, taurasi, taurasi riserva radici 2004 mastroberardino
30 novembre 2011 alle 15:07 |
Grande vino questo Taurasi Radici riserva 04, davvero complimenti ai Mastroberardino, dispiace solo che su 60 bottiglie prese un anno fà, ne sono rimaste in carta solo 8 .
A proposito anche se c’entra poco con il Taurasi ,volevo ringraziare il mio caro amico Sabino del Valleverde di Atripalda, domenica mentre andavo a prendere del Tartufo nero a Bagnoli Irpino, mi sono fermato pochi minuti a salutarlo, e fra le diverse bottiglie che mi ha dato, oggi ho assaggiato il Fiano 07 di Joaquin, grandissima bottiglia finita in pochissimo tempo,ancora in evidenza una grande freschezza e mineralità,e con qualche anno ancora sulle spalle di evoluzione.
"Mi piace""Mi piace"
30 novembre 2011 alle 22:07 |
Beh Joaquin col Taurasi c’entra e come, tra qualche tempo però…work in progress.
Spero che Raffaele, che so seguire queste pagine, legga e ti ringrazi almeno privatamente per le belle parole. Ciao Giulio.
"Mi piace""Mi piace"
30 novembre 2011 alle 20:42 |
mi associo grande vino. inoltre i complimenti vanno ad un territorio molte volte poco conosciuto ma con sfumature uniche
"Mi piace""Mi piace"
30 novembre 2011 alle 22:57 |
Non e Raffaele a dover ringraziare me, ma siamo tutti noi indistintamente sia operatori del settore come me e te angelo, sia i semplici appassionati del mondo del vino ad essere infinitamente grati a questi signori delle vigne.
"Mi piace""Mi piace"
4 dicembre 2011 alle 10:10 |
L’ho bevuto qualche settimana fa, un grande taurasi a un prezzo decisamente alla portata. Bisognerebbe dare un premio alla mastroberardino solo per quanto riesce a essere “disponibile” e alla portta di tutti sul mercato. E buonissima anche la falanghina morabianca.
"Mi piace""Mi piace"
13 marzo 2013 alle 10:01 |
[…] Taurasi Radici 2009 Mastroberardino¤, Atripalda – Assemblaggio. Viene in parte dalle vigne storiche di proprietà in Montemarano e in […]
"Mi piace""Mi piace"
19 marzo 2013 alle 18:00 |
[…] Per chiudere questa bellissima pagina di assaggi seriali tenuti a Taurasi Vendemmia 2013, mi piace infine lasciare traccia dei miei preferiti anche tra quelli proposti nella batteria dei 2007, tra i quali mi son tanto piaciuti più di tutti tre vini: il Taurasi Riserva Radici 2007 Mastroberardino ****/*, Assemblaggio, dal colore rubino di buona trasparenza ed un naso estremamente fine, con un sorso di bella fattura ma sottile, tutto giocato in sottrazione, risoluto, sapido. Il riferimento¤! […]
"Mi piace""Mi piace"
11 settembre 2019 alle 09:21 |
[…] si sia sofferto un po’ meno le bizze climatiche di quell’anno. E che Mastroberardino¤ è sempre Mastroberardino¤. Così Massimo Di Renzo¤, forte dell’ormai […]
"Mi piace""Mi piace"
2 ottobre 2019 alle 07:01 |
[…] dei già affermati e rinomati vini irpini prodotti dagli storici Mastroberardino¤, Feudi di San Gregorio¤ e Terredora¤, per citarne solo alcuni di lungo corso impegnati da anni, a […]
"Mi piace""Mi piace"