Con ogni probabilità la 2009 è di quelle vendemmie cui bisognerà attendere almeno due/tre anni ancora prima di capire a pieno quale possa essere una sua reale prospettiva nel tempo. Non mi sorprenderebbe nemmeno, alla luce degli assaggi fatti e quanto scritto poi qui¤, che sia tra quelle annate cui servirà, a torto o a ragione, metterci un bell’asterisco ‘in attesa di revisione’.
Frattanto, queste che seguono, sono le mie personali considerazioni sugli assaggi fatti là a Serino. Tutti i vini di varia provenienza¤ sono stati serviti ‘alla cieca’ – anche quando è stato necessario riassaggiarli – dai sommelier dell’Ais Avellino, cui va il mio personale ringraziamento per qualità del lavoro svolto. Così la mia valutazione:
***** Eccellente **** Ottimo *** Buono ** Suffic. * Mediocre
Appena 16 i Taurasi 2009 in degustazione, e solo uno ‘da botte’. In entrambi i casi, se non sbaglio, credo sia il numero più basso di etichette mai presenti all’anteprima; affiancate però da un fortunato corollario di secondi vini a denominazione di ricaduta come l’Irpinia Aglianico e l’Irpinia Campi Taurasini ed arricchita da una formidabile sessione di rilettura dei 2008, 2007, 2006.
***/* Taurasi Principe Lagonessa 2009 Amarano, Montemarano – Versante Sud/Alta Valle. E’ Montemarano, con Mirabella Eclano, dati climatici e meteorologici alla mano, che scandisce l’andamento sinusoidale della vendemmia 2009. Proprio a Montemarano si è registrato tra l’altro l’indice più alto di piovosità stagionale con anche diverse problematiche prima e durante la raccolta. Da Montemarano però, strano a dirsi, forse il migliore assaggio tra quelli in batteria. Viene dai 7 ettari in Contrada Torre di Amarano, della famiglia Romano, è il Principe Lagonessa¤. Colore rubino quasi porpora, molto invitante, con un ventaglio olfattivo variegato e abbastanza verticale: frutta rossa matura ma anche segnali iodati, terragni e nuances di caffé e cioccolato. Sorso meno vigoroso del solito ma ben avviato, ha tannini di buona fittezza e notevole lunghezza. L’aspettiamo però più avanti, con un legno più digerito.
***/* Taurasi Radici 2009 Mastroberardino¤, Atripalda – Assemblaggio. Viene in parte dalle vigne storiche di proprietà in Montemarano e in parte da quelle del nuovo suggestivo insediamento a Mirabella Eclano. Colore rubino porpora di rara luminosità. Ha naso franco e dolce, assai invitante, con rimandi ciliegiosi ma anche di mora, con note balsamiche appena sussurrate. Solido il richiamo di frutto al palato, che pare aggraziato e lineare, senza spigolature. Sorso di buonissima fattura, sostenuto da tannini sottili e medio corpo. Tra i migliori assaggi di questa tornata.
***/* Taurasi Mater Domini 2009 Rocca del Principe, Lapio – Assemblaggio. L’azienda di Ercole Zarrella si fa notare negli ultimi anni anzitutto per lo splendido fiano di Avellino¤ di Lapio, ma a quanto pare le intenzioni sono tra le più serie anche con l’aglianico. Buono, nonostante un’annata non proprio sorridente questo duemilanove. Dalla cernita dei 6 ettari di vigna di proprietà per metà a Paternopoli e metà a Taurasi. Colore rubino un poco cupo, naso di pregevole fattura tutto centrato su marasca e viola passita, appena accennate le sfumature speziate. Sorso inizialmente un po’ sospeso, secco e sapido, alla lunga rivela buona fittezza e morbidezza; non graffia ma regala un sorso assai piacevole.
*** Taurasi 2009 Feudi di San Gregorio, Sorbo Serpico – Assemblaggio. Ho ancora sotto al naso e continuo a masticare il Riserva Piano di Montevergine 2008 quando mi decido a riassaggiare, ancora alla cieca, il campione n.18, il 2009 dei Feudi. Inutile stare a spiegare il divario tra i due, ma la chiave di lettura rimane univoca: c’è uno slancio notevole rispetto anche al recente passato nelle ultime uscite degli aglianico, quale che sia il suo posizionamento di mercato, dalla cantina di Sorbo Serpico. Bello il timbro cromatico violaceo, di buona vivacità; naso gioviale, invitante, ciliegioso, con accenni appena speziati. Sorso asciutto, di buona progressione, non particolarmente profondo ma chiaramente ben messo. Da bere.
*** Taurasi 2009 Villa Raiano, San Michele di Serino – Versante Sud/Alta Valle. Dalle vigne in Castelfranci una buona lettura alleggerita e di pronta beva del principe dei rossi italiani. Messa così, analisi dell’annata alla mano, va più che bene, anzi, quasi un lusso. Colore rubino con velate trasparenze, dal naso invitante, sottile, piuttosto varietale e persuasivo: sa di viola, amarena, con accenni tostati ed un timido richiamo di grafite. Sorso pacato, di buona fittezza, dal finale piacevolmente sapido. Da mettere già nei bicchieri.
*** Taurasi 2009 Urciuolo, Forino – Versante Sud/Alta Valle. Questo aglianico viene dai 6 ettari di proprietà divisi tra Contrada Terrone a Montemarano e Contrada Candriano di Castelfranci, vigne di età media tra gli 8-12 anni. Buono il colore rubino fitto ed invitante, corredo aromatico fruttato ed essenzialmente officinale, con allunghi di tabacco e cioccolato. Di buona taglia anche il sorso, polposo, ben tessuto. Ancora un tantino invadente il legno. Opportuno riassaggiarlo tra qualche mese per coglierne a pieno la buona sostanza.
*** Taurasi 2009 Poliphemo Tecce, Paternopoli – Versante Sud/Alta Valle. E’ notoria l’impronta che Tecce tenta di dare ai suoi vini, un’idea forse anche unica da queste parti di pensare l’aglianico. Rimane tuttavia l’ennesima esperienza del vino più difficile da ‘leggere’ all’anteprima tra tutti i 64 campioni in degustazione. Stranamente però, anche il più ‘facile’ da riconoscere alla cieca; non sono bastate infatti tre bottiglie per svelarne a pieno tutte le sfumature. Ossidato il primo assaggio, il secondo appena al limite ma tremendamente segnato da una volatile fuori controllo, alla terza bottiglia punto e a capo. Ce lo siamo potuto godere a pieno solo al banco d’assaggio (durante la pausa pranzo) dove la bottiglia, aperta tra l’altro à la volée ha svelato tutta la buona tessitura e il buon frutto in primo piano; ciononostante però in divenire, da aspettare.
*** Taurasi 2009 Di Prisco, Fontanarosa – Assemblaggio. Meno incisivo del solito il primo assaggio dell’anno del Taurasi che verrà di Pasqualino Di Prisco, convincente però molto più di altri in batteria. Dalle vigne in Fontanarosa e conferimenti da Castelfranci un rosso di colore rubino con buona vivacità. Naso chiaramente un po’ timido, come sovrapposto perciò inespresso ma comunque di buon auspicio: è anzitutto floreale e fruttato di susina e amarena, balsamico in divenire, chiudendo quasi iodato. Sorso di buona grana, secco e di discreta lunghezza. Sapido.
*** Taurasi Opera Mia 2009 Tenuta Cavalier Pepe, Sant’Angelo all’Esca – Valle Centrale/Riva destra del Calore. L’azienda di Milena Pepe conta 40 e più ettari di vigne di cui ben 20 piantati ad aglianico. Nonostante un’annata così così l’enologa di origini belghe ha ben saputo dove e come intervenire portando in bottiglia comunque un buon risultato. Colore rubino di buona integrità con appena accenni di maturità, sgranato sull’unghia del vino nel bicchiere. Naso però molto interessante, accattivante, sa di ciliegia, è balsamico con anche spunti empireumatici. Sorso caldo, avvolgente, di buon nerbo. Mai così ‘leggibile’ all’anteprima il vino della bravissima Milena nonostante fosse ancora una volta un campione da botte.
*** Taurasi 2009 Pietracupa, Montefredane – Quadrante Nord/Riva Sinistra del fiume calore. Conosciuta dai più per i suoi meravigliosi bianchi vibranti e fuori dal tempo Pietracupa continua con una certa buona costanza anche un discreto lavoro sull’aglianico. Da circa un ettaro a Torre Le Nocelle, Sabino Loffredo prova a venir fuori da un millesimo abbastanza controverso, con non pochi chiaroscuri. Non mancano un bel colore rubino e un naso assai mediterraneo, maturo ma elegante, dolce, a tratti quasi confettato. Al palato è pacato, forse un poco troppo ‘caldo’ nonostante si distingua soprattutto per il nerbo chiaramente minerale.
**/* Taurasi Passione 2009 Masseria Murata, Mercogliano – Versante Sud/Alta Valle. Tra le ultime nate in zona, 2005, con uve provenienti da Montemarano, propone una versione forse un po’ comune negli ultimi anni come Taurasi ma di certo non scontata. Vino che ha bisogno anzitutto di un poco di tempo per digerire un legno in questa fase un tantino invadente soprattutto in bocca. Rimane però di buona trama il colore, rubino vivace ed il naso dal timbro efficace, piuttosto invitante: floreale, fruttato, appena dolce e speziato. Manca forse di un po’ di spessore.
**/* Taurasi 2009 Bambinuto, Santa Paolina – Versante Sud/Alta Valle. Il 2009 ci ha consegnato buonissimi Greco di Tufo e da queste parti ne sanno qualcosina visto che il Picoli¤, il bianco di punta di Marilena Aufiero non è passato certamente inosservato alla critica. Così come la voglia di continuare a cimentarsi anche con l’aglianico. Proviene da conferimenti in Montemarano e Castelfranci, ha colore rubino di rara luminosità ed un naso essenzialmente varietale, centrato sul frutto, ma troppo soverchiato dal legno in questo momento. Ne risente il sorso, oggi poco leggibile. Tra qualche mese forse più godibile.
**/* Taurasi 2009 Donnachiara, Montefalcione – Quadrante Nord/Riva Sinistra del fiume calore. Da segnalare un primo passaggio nel bicchiere poco felice, con una chiara predominanza di note ‘ossidative’. Il riassaggio ha invece rimescolato le carte, convinto un po’ di più, rimettendo in primo piano polpa e discreta tessitura. Colore rubino poco trasparente, con accenni subito balsamici, poi di prugna, amarena, tabacco, terra bagnata. Conta riassaggiarlo.
** Taurasi Alta Valle 2009 Colli di Castelfranci¤, Castelfranci – Versante Sud/Alta Valle. Al solito colore piuttosto ricco e vivace, quasi imperturbabile dalle trasparenze. Naso timido, lungamente atteso, anche qui con qualche problema iniziale di volatile troppo alta e lieve predominanza di stucchevoli note di rovere. Sorso caldo, anche intransigente, di grana ruvida, dalla chiusura però un poco amara. Assolutamente da aspettare.
** Taurasi Santa Vara 2009 La Molara, Luogosano – Valle Centrale/Riva destra del Calore. Altro passaggio poco convincente, cui aggiungo una mia personale evidente sorpresa data l’ammirazione per tante passate uscite di Taurasi Santa Vara¤. Ne ho colto un naso un po’ fuori traccia, molto avanti, surmaturo quasi, timidamente terragno ma che non spiega però quali altri sensazioni inseguire. In bocca si offre sgraziato, con un ritorno anche piacevolmente tabaccoso se non fosse per il finale fin troppo amaro. Da ritornarci su al più presto.
** Taurasi Albertus 2009 Di Marzo, Tufo – Versante Ovest/Le Terre del Fiano. Da Lapio, da vigne di 25 anni, una visione abbastanza ‘leggiadra’ della tipologia. Il colore pare infatti un po’ spoglio, quasi aranciato sull’unghia del vino nel bicchiere, col naso giocato inizialmente su sentori di piccoli frutti rossi maturi e da un floreale quasi vellutato. Sorso diluito, poco incisivo, difficile coglierne l’anima in questo momento.
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Qui Taurasi Vendemmia 2008¤.
Qui Taurasi Vendemmia 2007¤.
Qui Anteprima Taurasi 2005¤.
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13 marzo 2013 alle 13:07 |
Mi ritrovo in molte delle tue valutazioni,anche se mi avete fatto venir voglia ed ho partecipato l’ultimo giorno utile(poche ore rispetto a voi fortunati).
Poiche’ tu sei uno di quelli che magari ha aspettato con calma e riassaggiato piu’ volte alcuni dei vini piu’ controversi.Esempio Tecce (anche il suo aglianico ha tutta una sua personalita’).Lo stesso Donnachiara valutato negativamente da alcuni in prima olfazione (e si son fermati li).
Ho assaggiato Pietracupa e ti diro’ che mi sembra un bel Taurasi con seppur da riassaggiare tra un po,ma specie alo palato quella che chiami mineralita’ mista al resto mi e’ piaciuta.
Di Tenuta del Cav.P.inizialmente nel mio bicchiere predominavano un po troppo note tra inchiostro e petrolio oltre che un fume’che io non prediligo,poi con molta calma vien fuori tanto altro(almeno per le mie capacita’ gustolfattive l’ho lasciato una mezzora e piu’ in un bicchiere supplementare).Ma chissa’ perche’ e’ un’impostazione che a me disturba un po,note penetranti empireumatiche insieme ad una grande materia per ora non e’ tra i piu’ bevibili ,ma da abbinare assolutamente al cibo.Sono io che sbaglio?
D’accordissimo piuo’ o meno, sul resto dei vini(per quel che puo’ contare al momento).
Solo strano ma vero, il Taurasi Di Marzo pur “penalizzazzato” da semplicita’ di frutta e poco piu'(anche se poi lentamente ha rivelato anche qualche cosa in piu’),al palato in toni soffusi aveva anche una vena quasi di pietra focaia e cenere,questa una mia senzazione,con un ritoro di frutta.Poco persistente in realta’,
A poi mi e’ piaciuto molto l’aglianico di Antichi Coloni (azienda quasi sconosciuta) ed anche il taurasi non e’ male ,per essere la prima uscita penso e pure Perillo a proposito mostra un risultato tra buono e ottimo seppur anche troppa ciccia forse.
Una cosa pero’ volevo sottolineare,ma non ti sembra che sui riassaggi che ho fatto della 2008 e riserve, ci sia un po troppo uno spostamento sui toni morbidi e dolcezze e boise’ con acidita’ un po bassine,o ero io che ero dopo i 2009 ormai ero starato?
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13 marzo 2013 alle 15:42 |
La 2008 è stata essenzialmente più carnosa rispetto anzitutto al 2009, come scritto e sottolineato un po’ sottotono e, parlando di Taurasi quanto mai decisiva su vini cui poco si può fare in cantina con un’uva ‘cotta’ se non ‘immatura’ da un punto di vista fenolico.
Personalmente, ne scriverò tra qualche giorno, ho trovato bellissime conferme e, su tutti, due vini che rappresentano meravigliosamente la capacità di ‘leggere’ l’annata e lavorare l’aglianico: Macchia dei Goti di Caggiano e Coste di Lonardo.
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14 marzo 2013 alle 12:04 |
Ho sentito un po’ di voci in giro, non mi pare granché questo 2009. Leggo però di giudizi altisonanti tra il buono e l’ottimo. Non è che per essere buonisti si fa un po’ di cattiva comunicazione per noi poveri MORTALI.
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14 marzo 2013 alle 12:49 |
Certo nettamente migliore la 2008,lo dicono tutti ed e’ evidente.ottimo Caggiano 08 ,e prendendomela con troppa calma Lonardo,Tecce(Taurasi) e Amarano ed altri erano finiti (bottiglie con solo aria dentro),quando sono passato io e pochi altri.Ma mentre per Lonardo che conosco bene non mi stupisce mai il buon risultato visto come lavora,ero curioso per Tecce 09 di cui ho ottime bevute anche se difficile e anche ofattivamente controvers,ma lavora pure con tanto impegno.
Si fa per chiacchierare, ma come tu dici quelli che sanno lavorare,ridurre rese, selezionare e con un po di cu..oltre alla bravura hanno ottenuto il risultato,pero’altri …dovrebbero assaggiare di piu’ i vini della concorrenza e confrontarli con i propri magari cambierebbero qualche cosina a casa loro,quando non vi siano altri limiti,se non le capacita’ ed esperienza personali.
L’Irpinia deve cambiare marcia,e ci sarebbero le potenzialita’.
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14 marzo 2013 alle 13:38 |
Beh, che dirti Alberto, fa conto che m’hai letto nel pensiero… non perderti allora il post domani!
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14 marzo 2013 alle 14:00 |
L’assenza di molte aziende tradizionalmente presenti mi fanno pensare a due cose, anzi tre:
1- sono fallite o sono sull’orlo di farlo.
2- non fanno taurasi perché tengono le cantine piene nonostante stiano regalando il loro vino a prezzi stracciati sputtanando un grande vino.
3- snobbano questa manifestazione perchè ci vedono l’ombra della speculazione travestita da belle facce.
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15 marzo 2013 alle 15:23 |
Avanzo una mia, lo faccio solo adesso perché impeganto altrove:
1- non credo, qualora provato, che la percentuale di aziende interessate dalla sua opinione sia maggiore a quelle ahimè chiuse in Italia ogni giorno negli ultimi anni. Temo che la crisi non abbia guardato in faccia a nulla, figuriamoci ad un bene voluttuario come il vino.
2- la disputa sui prezzi è annosa e irrisolta. Ovunque se ne discute ma chi lavora bene sembra non soffrirne. Ne ho a bizzeffe di testimonianze.
3- Affatto. Credo che ognuno sia libero di decidere come e dove investire i proprio soldi. E come scritto e ripetuto, le belle facce che si occupano di questa ed altre manifestazioni che stanno riscuotendo tanto successo che Dio ce le preservi.
Dirò di più: che Dio ci salvi da tentativi di restaurare quel clima ‘fieristico’ e propagandistico che la politica locale preferiva immancabilmente a questo invece sobrio e professionale (molto partecipato) garantitoci dagli organizzatori privati.
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15 marzo 2013 alle 00:25 |
@PiedefranK non so…,se ti riferisci a me non penso di aver detto questo,anzi.
Poi e’ ovvio che su (penso almeno un’ottantina di vini) tanti campioni e con diverse annate sarei prevenuto nel dire che non usciranno dei buoni vini. Qualcuno a me e’ piaciuto anche della 09 e secondo me potra’ fare bella figura in tavola. Ma questo e’ il mio modesto parere,anche nel rispetto di chi in vigna si fa un mazzo cosi’ e non puo’ essere liquidato in cinque righe.
Poi non mi sembra che l’autore del pezzo, abbia parlato di annata esaltante almeno sulla 2009. Anzi anche lui e’ stato abbastanza chiaro in un’altro post.
@Sandeman che io sappia
-molte delle aziende non presenti hanno fatto solo aglianico 2009 e non Taurasi
-poi parlando con qualcuno mi ha detto che ha fatto cosi’ poco Taurasi che e’ praticamente venduto gia’ o quasi e quindi non avrebbe partecipato.
-sulla speculazione non so che dirti magari ne sapete piu’ voi.
Per promuovere dei vini c’e’ sempre un costo in un modo o in un’altro e se non si approfitta di opportunita’ come questa. Pensa che nei giorni dedicati ai giornalisti ce n’erano molti da fuori regione ed anche nolti dall’estero,Persone che sicuramente hanno scritto e scriveranno le loro impressioni in proposito. Bisogna un po svegliarsi (non mi riferisco a te di certo). Mica ci si puo’ lamentare sempre,le cantina cosi’ non le svuoteranno mai.
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16 marzo 2013 alle 06:46 |
[…] sono andato a trovarlo a Montefalcione profittando degli impegni per Taurasi Vendemmia¤. L’intenzione era di provare soprattutto l’ultima ‘trovata’ sul fiano, il Piante a Lapio […]
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17 marzo 2013 alle 11:34 |
[…] allora che è successo? C’è stata cattiva informazione in merito? A Taurasi Vendemmia¤ sicuramente no! Tutti i vini erano chiaramente esplicitati nelle due liste (una alla cieca ed una […]
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19 marzo 2013 alle 18:01 |
[…] Taurasi Vendemmia 2009¤|Qui Taurasi Vendemmia 2008¤|Qui Taurasi Vendemmia 2007¤|Qui Anteprima Taurasi […]
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6 settembre 2014 alle 11:02 |
[…] talvolta vacillata dinanzi a bottiglie un poco fuorvianti, sono piene le cronache di Anteprime¤ dove gli assaggi spesso rivelavano puntualmente mani poco esperte se non addirittura un eccesso di […]
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6 settembre 2014 alle 11:31 |
[…] talvolta vacillata dinanzi a bottiglie un poco fuorvianti, sono piene le cronache di Anteprime¤ dove gli assaggi spesso rivelavano puntualmente mani poco esperte se non addirittura un eccesso di […]
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28 novembre 2020 alle 12:27 |
[…] di anni fa, nelle prime edizioni di Taurasi Vendemmia di Miriade&Partners – Leggi Qui -, avviò con grande perizia il giornalista Paolo De Cristofaro¤, con un lavoro certosino, […]
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