Nord a Sud, Hérzu di Ettore Germano in verticale

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Alessandro Marra ha partecipato ad una interessante verticale di questo vino bianco piemontese che di certo non t’aspetti arrivi dalle langhe, prodotto in uno dei luoghi culto per il nebbiolo in assoluto, l’areale di Serralunga d’Alba; Alessandro ce ne lascia traccia in questo puntuale e lucidissimo resoconto; Aggiungo solo, spero di ricordare bene, che “Hérzu” in gergo dialettale locale, dovrebbe proprio indicare la particolare condizione nelle quali allignano le vigne sulle colline – scoscese appunto – di Cigliè, paesino ai confini con la valle del Tanaro monregalese. (A. D.)

Dici Piemonte e ti vengono in mente in rapida successione Barolo, Barbaresco e una-due-tre barbera. Rossi, sempre e comunque rossi, rossi e rossi ancora. Non penseresti mai di trovare un bianco degno di nota; O almeno questo pensavo io, stupidamente, prima di incontrare timorasso e erbaluce. Poi, ti imbatti in un riesling renano e rimani spiazzato. “Io quello lì lo voglio proprio conoscere, ho pensato”. Parlo di quel gran personaggio di Sergio Germano al quale mi piacerebbe chiedergli come diavolo gli sia venuto in mente di piantare riesling in Langa, a Serralunga d’Alba poi, terra natia di grandi Barolo, così per dire. Una sfida? Magari sì. A giudicare dai risultati, un’intuizione. L’azienda Ettore Germano (Ettore è il nome del papà, scomparso qualche anno fa) produce circa 70 mila bottiglie dai 13 ettari di proprietà. Non uno, bensì tre bianchi: questo riesling renano su terreni a circa 500 metri di altitudine, uno chardonnay in purezza e un uvaggio di riesling e chardonnay. Ecco in sequenza gli assaggi della verticale di Hérzu organizzata dall’amico Giuseppe Sonzogni, patron dell’ Enoteca Vintage di Cesano Maderno alla porte di Milano.

Langhe bianco Hérzu 2009 (13%) Il colore paglierino è piuttosto timido. La prima impressione è che profumi di mela e fiori bianchi, direi camomilla, anche se – nonostante la giovane età – si percepiscono i primi tratti idrocarburici. Odora anche di litchi, non tanto la polpa quanto invece la buccia. I profumi non sono un granché intensi ma eleganti, quello sì. L’attacco in bocca è più intenso che al naso, sorso fresco e bello sapido. Il finale è lungo, scattante e pienamente rispondente alle sensazioni olfattive, con le note di mela e prugna acerba che lasciano via via spazio a quelle di limone e pompelmo, quasi di citronella, di caramelle gommose, ricordate le fruit joy.

Langhe bianco Hérzu 2008 (13%) Al naso è inizialmente più idrocarburico e si differenzia dal precedente millesimo anche per il colore, un paglierino leggermente più carico. L’intensità è prerogativa sia del naso che della bocca. Al naso, in particolare, tornano alla mente profumi di una frutta più matura, di pompelmo e di fiori bianchi. Ha un’eleganza diversa, dovuta anche alla differente incisività dei profumi di cherosene. Regala grande soddisfazione in bocca dove il sorso, sempre agile, è armonico. Negli anni a venire, sono sicuro, saprà dare ancora molto.

Langhe bianco Hérzu 2007 (14%) L’impatto è strano: in assoluto il più chiuso, sembra essere monocorde, fermo com’è su quelle decise sfumature resinose. Si apre a fatica virando sui profumi d’erba e di frutta. Certo è intenso al naso ma soprattutto in bocca dove si propone sapido e ancor più potente, secco, complessivamente più austero. Da quanto si legge in rete, la lavorazione sarebbe in parte diversa con il 10% della massa che è vinificato in rovere; e ci sarebbe anche un taglio del 10% di chardonnay (il sito internet dell’azienda, tutt’altro che user-friendly e verosimilmente anche poco aggiornato, non aiuta). L’ho portato via e ne ho osservato la costante evoluzione con il passare delle ore. L’indomani, a mezzogiorno, era ancora lì: grande tenuta dei profumi e assoluta integrità, nessun cedimento. Ciò che lo differenzia di più dagli altri campioni è il tenore alcolico, di un grado superiore rispetto agli altri. Annata più calda? Eppure nulla, inizialmente, poteva far pensare a una certa maturità. Che magari le escursioni termiche giorno/notte siano state più forti rispetto alle altre annate?

Langhe bianco Hérzu 2006 (13%) Il colore – in un progressivo e regolare scurirsi scendendo d’annata – è più intenso. E così pure la vena idrocarburica del vitigno che qui esce fuori con particolare chiarezza e prepotenza, sin dall’inizio, arricchita dai sentori di frutta e fiori gialli. Non gli manca certo la persistenza in bocca che si esprime sui toni del pompelmo e, inaspettatamente, della radice di liquirizia. Alla lunga, mentre gli altri sono ancora lì a proporsi, lui è già sparito. Probabilmente è il più maturo dei quattro; è difficile, infatti, pensare a un’ulteriore evoluzione in bottiglia, anche per l’assottigliarsi della freschezza. Di certo, è godibilissimo adesso, con tutte quelle sfumature di zolfo e cherosene che tanto mi piacciono in certi bianchi.

Eleganza e durevolezza delle sensazioni, quindi. Per tutte e quattro le annate. Siete ancora sicuri non valga la pena di scoprire i bianchi del Piemonte?

Segui Alessandro Marra su Stralci di Vite.

Si ringrazia per la collaborazione:

Enoteca Vintage
di Giuseppe Sonzogni (nella foto)
Via Milano, 26 – 20031
Cesano Maderno (MI)
info@enotecavintage.it
Tel. 0362 528485
Cell. 333 1041211
Chiuso: Domenica e Lunedì
Si organizzano eventi e degustazioni

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2 Risposte to “Nord a Sud, Hérzu di Ettore Germano in verticale”

  1. Tweets that mention Nord a Sud, Hérzu di Ettore Germano in verticale « L’ A r c a n t e -- Topsy.com Says:

    […] This post was mentioned on Twitter by tirebouchon, Davide Marone. Davide Marone said: Grande RieslingRT @stralcidivite: @tirebouchon @manfredistefano http://j.mp/fG0uWq […]

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  2. Ürziger Würzgarten Riesling Auslese 1985, Reinhold Oster. Il riesling sempreverde : stralci di vite Says:

    […] è sicuramente il riesling. Renano, per la precisione, ché nello Stivale – salvo eccezioni (vedi per esempio l’Hérzu di Ettore Germano di cui ho già parlato in questo post) – si trova perlopiù quello italico. Tedesco più che […]

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