Una bottiglia di vino che rappresenta un territorio, che ne esprime la sua essenza. Poche parole per una frase breve, concisa, diretta; è vero, ai più potrebbe suonare piuttosto ambiziosa come definizione, ma bicchiere alla mano – cercatene, trovatene conferma – la vostra attenzione non sarà affatto disattesa.
E’ un ideale, quello dell’appartenenza, che conservano molti viticoltori, che negli anni hanno saputo raccogliere in parecchi tra i migliori produttori di vino, nei Campi Flegrei come altrove, ma che davvero in pochi sono riusciti pienamente ad esprimere. La famiglia Varchetta ci lavora più o meno da quattro generazioni su questo ideale, riuscendo, soprattutto negli ultimi vent’anni, ad affiancare al florido commercio di uve e vini, puntuali e lodevoli investimenti in un territorio dove piantare una vigna pare difficile quanto, se non più, evitare la fila alle poste nella prima decade del mese.
Così nasce, più o meno dieci anni fa, il marchio Cantine Astroni, un decisivo cambio di passo in approccio al mondo del vino, ma anche e soprattutto una mentalità tutta nuova rivolta in particolar modo ad un radicale rilancio territoriale sino ad allora poco tangibile se non in maniera asettica; in più, una cantina bella e funzionale, tecnologicamente all’avanguardia ed un luogo, a due passi dal centro di Napoli, in via Sartania a Pianura, dove oggi è possibile per chiunque andare lì e toccare con mano uno spirito fuori da ogni logica intuitiva di una provincia assediata, e per questo costantemente martoriata, dal cemento.
Per farsi un idea di quanto sia cambiato, maturato l’approccio al vino di questa storica famiglia napoletana che, lentamente, sin dai primi del novecento va ritagliandosi, non senza sacrifici, uno spazio tutto suo nella storia vitivinicola regionale, basta fare un giro su per le colline dei Camaldoli, dove, in un lembo di terra praticamente scippato alla lottizzazione immobiliare di turno, stanno venendo fuori, come acqua nel deserto, piccoli e suggestivi terrazzamenti curati alla maniera trentina e votati alla coltivazione di selezionati cloni di falanghina e piedirosso, che tra qualche anno, senza ombra di dubbio, segneranno ulteriormente il passo per una produzione di vini già oggi assai ragguardevole e di estrema pulizia e raffinatezza organolettica.
Sempre da queste parti, ai Camaldoli, un altro vigneto di circa tre ettari, piantati perlopiù a per e’palummo, da vita a questo delizioso rosso, il Colle Rotondella, che pare esprimere tutto quello che un vino del genere deve garantire: colore avvincente, profumo seducente, beva fluida e sgraziata. Il colore è rubino con vivaci sfumature porpora, offre un primo naso estremamente fragrante, vinoso, floreale di garofano e sensazioni di piccoli frutti neri maturi, decisamente un vino franco. L’anima forse più tradizionale del piedirosso qui è sorretta anche da piacevolissime sfumature speziate, in questo caso tanto abilmente gestite in cantina dall’enologo Gerardo Vernazzaro, uno di quelli che già sa bene il fatto suo nonostante la giovane età. In bocca è secco, sgraziato, come dicevo, offre un piacere di beva sincero ma sempre rinnovato, come se un sorso ne richiamasse subito un altro, mai pesante. Ce ne fossero tanti altri vini del genere!
Questo articolo è stato pubblicato questa settimana su Pozzuolidice nella nostra rubrica di enogastronomia dove diamo tra l’altro anche la ricetta della Lasagna Tradizionale Napoleatana che ben si sposa con questo delizioso vino rosso partenopeo. Ne “il Dizionario del vino” inoltre, anche un nuovo termine per imparare “a leggere” il vino.
Tag: camaldoli, cantine astroni, colle rotondella, enologo, gerardo vernazzaro, l'arcante, napoli, phlegrean fields, piedirosso dei campi flegrei, pozzuoli dice, red wine from naples, varchetta
22 marzo 2011 alle 16:30 |
[…] Galleria del Mare all’interno della Stazione Marittima, partiranno due nuove iniziative di Cantine Astroni: una enoteca dedicata ed un negozio indirizzato al wine&street food tutto partenopeo; entrambe […]
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23 aprile 2011 alle 10:01 |
[…] o di nuove proprie; penso per esempio a Vincenzino Di Meo di La Sibilla, a Gerardo Vernazzaro di Cantine Astroni, a Peppino Fortunato di Contrada Salandra, giusto per citarne alcuni tra i più bravi di cui […]
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7 gennaio 2019 alle 10:41 |
[…] Leggi anche Prove tecniche di territorio ai Camaldoli Qui. […]
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4 febbraio 2019 alle 10:48 |
[…] di Gerardo Vernazzaro, Viticoltore ed Enologo¤. […]
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28 settembre 2020 alle 09:26 |
[…] Leggi anche Piedirosso Campi Felegrei Colle Rotondella 2009 Qui. […]
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