
Di là: Pronto… Buongiorno…
Di qua: Buongiorno! Mi chiamo Angelo Di Costanzo. Ho saggiato alcuni vostri vini e avrei piacere nel venire a farvi visita in cantina. E’ possibile?
Di là: Sì, si, un attimo che vi passo l’interessato… [breve attesa].
Di là: Pronto… Buongiorno…
Di qua: Buongiorno a voi, mi chiamo Angelo Di Costanzo. La settimana scorsa ho saggiato alcuni vostri vini e avrei piacere di venirvi a trovare in cantina. E’ possibile?
Di là: Ah, ma voi cercate la cantina? Aspettate un attimo che vedo se ci rispondono… [attesa, non proprio breve].
Di là: Pronto Buongiorno… chi è che parla?
Di qua: Sì, salve, buongiorno, mi chiamo Angelo. Di Costanzo. Dicevo… che qualche giorno fa ho assaggiato alcuni vostri vini e così avrei piacere nel venire in visita in cantina per conoscervi meglio. E’ possibile?
Di là: Eh sì, grazie grazie. Sentite, ma voi scrivete? Su qualche giornale, rivista, blogger (che immagino con l’h, ndr)?
Di qua: Per la verità sì, a tempo perso anche, ma…
Di là: No perché se vuole i vini glieli posso spedire: mi manda l’indirizzo e così facciamo prima.
Di qua: In verità le mie intenzioni erano altre. Ci terrei a visitarvi, conoscere l’azienda, e magari saggiarli assieme a voi i vostri vini; guardi è mia intenzione comprarne un po’ per mettervi in carta…
Di là: Ah… allora se è così dobbiamo fare quando ci sta pure l’enologo. Fa tutto lui qui…
Di qua: Bene, se lo preferisce, per me va bene. Quando possiamo?
Di là: Le faccio sapere quando è disponibile.
Di qua: Attendo sue allora, buone cose. Le lascio il mio num…
Di là: Buona giornata.
Ecco, immaginatevi adesso cosa possa essere, significare, e non per un appassionato mentecatto come me, ma per un normalissimo avventore o cliente – manco a pensarlo uno straniero, chennesò americano –, scoprire l’Italia del vino ancor oggi.
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Tag: angelo di costanzo, big picture, blogger, comprare vino, comunicazioni, conversazioni semi serie al telefono, riso amaro, rivista vino, telefono, vino
This entry was posted on 21 febbraio 2012 at 11:05 and is filed under FATTI, PERSONE, Pensieri e Parole. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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20 febbraio 2012 alle 11:16 |
Caro Angelo,
e pensa la sorpresa che ho avuto quando (almeno 4 o 5) aziende tra ragusano e siracusano mi hanno risposto che, sì, facevano visita in cantina, ma solo fino alle 17,30. In agosto!
Così uno è costretto a scegliere tra un pomeriggio al mare e una visita sotto il sole estivo della Sicilia meridionale.
Ma si può essere così furbi?
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20 febbraio 2012 alle 11:27 |
Egregio Angelo, non se se il collega fosse del Nord, del Centro o del Sud, e neppure mi interessa … Se vuole venire a trovare noi, basta una telefonata il giorno prima . Se viene di martedi o di giovedi, trova anche me, ed è invitato ad una frugale colazione .
Cordialmente .
Riccardo Morelli
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20 febbraio 2012 alle 11:34 |
La ringrazio, torno sempre molto volentieri a Luogosano https://larcante.wordpress.com/2011/01/08/luogosano-santa-vara-e-il-taurasi-di-la-molara/ 🙂
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20 febbraio 2012 alle 11:41 |
Così va il mondo, penso che oramai si siano adattati all’andamento perché sono convinto che la maggior parte dei “sapientoni” avrebbero chiesto solo le bottiglie … invece di sollecitare una visita per conoscerli, vedere i luoghi … e magari farsi prendere dall’entusiasmo.
Stefano
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20 febbraio 2012 alle 11:52 |
… E’ capitato anche a me, quindi ho cominciato ad andarci senza avvisare, quando possibile.
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20 febbraio 2012 alle 12:03 |
Sai Stefano, l’amara constatazione che ritorna sempre più spesso è che è vero, di vino se ne parla sempre di più, troppo, talmente tanto che pare dimenticarsi quasi di berlo, e di comprarlo non ne parliamo proprio. Il risultato? Alcune aziende, forse più di facciata che di sostanza, preferiscono regalarlo piuttosto che raccontarlo.
Mah…
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20 febbraio 2012 alle 12:31 |
Certo hai ragione a raccontarlo, ma purtroppo c’è poca gente disposta ad ascoltare.
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20 febbraio 2012 alle 13:17 |
Ma, almeno, gli assaggi promettevano?
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20 febbraio 2012 alle 13:20 |
Ne leggerai caro Enzo. Forse (sempre che troviamo l’enologo).
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20 febbraio 2012 alle 13:36 |
Angelo volevo ringraziarti pubblicamente perchè grazie a te ho preso un pò di bottiglie da Masseria Falvo,e devo sottolineare l’immediata picevolezza del Pircoca, la grande complessità del Donna Filomena, e che dire poi del Milirosu, grandissimo Moscato di Saracena.
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20 febbraio 2012 alle 13:43 |
Giulio ne sono contento, ma sappi che sono io che ringrazio te per la puntualità con la quale ci segui. Poi che certi vini sappiano trovare un giusto riscontro mi fa solo piacere.
Chissà che un giorno certe bevute non si possano condividere “live”… 🙂
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20 febbraio 2012 alle 20:47 |
Italian style, genuino, anche troppo. A volte, specie se vi sono piu’ cantine in zona su cui ripiegare, e’ proprio meglio andare di sorpresa, in attesa dell’enologo.
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20 febbraio 2012 alle 20:48 |
A proposito, pensavo parlassi di un risotto scotto.
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20 febbraio 2012 alle 21:22 |
🙂
Beh, Alberto, per quello che serve a me, andare di sorpresa non mi aiuterebbe certo, per svariati motivi, ma più in generale, per rispetto tengo sempre ad avvisare l’azienda, non fosse che non sono proprio di passaggio ma ci devo andare di proposito.
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21 febbraio 2012 alle 16:32
Ti capisco Angelo, specialmente se poi devi creare rapporti continuativi.Era giusto un po di disappunto per queste ed altre situazioni che possono capitare.
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20 febbraio 2012 alle 22:45 |
Ciao Angelo, io invece aspetto sempre te…..mi sa che quando mi chiamerai per una visita dovrò metterti in una lunga lista di attesa..semprechè ci sia l’enologo! 🙂
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21 febbraio 2012 alle 00:10 |
Fulvio carissimo, come stai? Tu non hai certo bisogno di una mia visita, ne hai già e come di estimatori. Non fa niente rimanere in lista di attesa, se è per bere vini come i tuoi va bene, più dolce mi sarà sospirar… 🙂
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21 febbraio 2012 alle 00:54 |
La verità signori è che il 50% delle aziende venute fuori negli ultimi 20 anni ha ben altro di che campare. Sono prima imprenditori, che hanno fatto i soldi con tanto altro e in altri tempi e per sfizio si sono fatti l’azienda vinicola o peggio l’hanno ereditata bella e fatta.
Non hanno come si dice l’esigenza di mettere il piatto in tavola.
Il restante 50% si fa la guerra, tra poveri naturalmente.
O è in mano alle banche o in mano ai clienti, praticamente fa lo stesso.
Bello l’articolo, graffiante, di quelli che ti lasciano pure un poco di pelle sotto le unghie!
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