La mente umana non può aspirare all’oggettività, pertanto quella che viene spacciata per tale è solo una chimera. A parlar di vino ancor di più. E questo viene sempre più chiaro.
Ora, se in un rapporto causa-effetto quindi tutto accade unicamente in maniera soggettiva, l’idea stessa di ritenere collegati i due fenomeni non avrebbe alcun fondamento logico, ma nascerebbe cioè da un istinto di abitudine, dovuto al fatto di vederli usualmente accadere in sequenza.
Così chi oggi azzardasse mettesse avanti i 100/100 per il Monfortino 2001 di Giacomo Conterno lo farebbe partendo da un assunto strettamente soggettivo, anticipando di gran lunga i reali valori in campo, rimettendoci, a suo rischio e pericolo, la faccia oltreché il buon nome; 100/100 che, dopo iersera, diventano un giudizio più che opinabile e, al momento, almeno per i molti che ancora rimuginano attorno a quella bottiglia lì a La Ciau del Tornavento, assai disatteso.
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26 ottobre 2012 alle 17:51 |
AZZ!
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26 ottobre 2012 alle 20:02 |
Ale, la strada è lunghissima per chi è al primo approccio con questo vino. Però se un primo appuntamento di solito lascia un segnale da saper leggere, non ci è andata un granché bene. Più in là dirò anche perché.
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29 ottobre 2012 alle 12:16 |
Angelo, i segnali in realtà c’erano ma l’assaggio ha consegnato un vino ancora introverso, cupo, non affabile ed eloquente al naso e segnato da una trama tannica poderosa in bocca. La godibilità del momento non è stata alta ma la visione in prospettiva è confortante. Amici di talento ed esperienza dicono di ricordare una bevuta più espressiva della nostra e non c’è ragione di non crederci. Al contempo, la bottiglia era perfettamente a posto e non possiamo esimerci dal riflettere su un assaggio che ha evidentemente deluso i più.
Il vino è bello per parlare, capire e confrontarsi ma sulle bottiglie già pronte da godere c’è stata praticamente convergenza unanime.
Il vero errore non è dire che nel futuro questo sarà un vino strabiliante, semmai – per noi che abbiamo bevuto quella bottiglia – il vero errore sarebbe stato dire che QUEL vino era già straordinario.
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29 ottobre 2012 alle 12:22 |
Appunto!
E continuo a pensarci.
E’ come se tutto d’un tratto mi si fosse aperto un mondo tutto nuovo davanti. Vado cercando di capire se è lo stesso di prima o se sono i miei occhi che lo attraversano diversamente.
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29 gennaio 2013 alle 11:11 |
[…] Per questo lo faccio davvero poche volte, convinto che rimanga tanto su cui riflettere, aspettando di riprovarci magari ad un altro giro, come mi son detto per giorni e giorni a seguire dopo aver preso un’altra sonora bastonata per le mie convinzioni di appassionato e devoto a certe etichette simbolo del vino italiano come il Monfortino¤. […]
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