Elogio all’immediatezza

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Capita di aspettare un vino a lungo, tanto, per anni. Capita perché quel vino se l’è meritato o più semplicemente siamo convinti che lo meriti; ce lo consiglia il fiuto, l’esperienza, il mestiere o più semplicemente quel pizzico di riverenza pagato al proprio ego o al Guru di turno. Sta di fatto che quel vino, proprio quello là lo tieni in disparte, smarcato, incartato, piazzato in maniera che non venga fuori ogni volta che ti viene un piccolo slancio ma solo e soltanto quando hai deciso che sì, è il suo momento (e il tuo).

Tiri fuori la bottiglia con cura, carezzandola, ci levi la capsula e gli tiri via il sughero come fosse un rito propiziatorio, lento e meccanico; ne accompagni l’assaggio assaporandolo – estasiato – col solo pensiero, seguendo ogni giro nel bicchiere con la stessa suspense con cui trattenesti il fiato sull’ultimo tiro dal dischetto di Grosso nel 2006.

Non l’hai ancora fatto ma ti immagini che arriverà la Madonna non appena gli avvicinerai il naso, non lo hai ancora portato alla bocca che ne prevedi un sorso strabiliante per intensità, progressione, distensione. Un finale sferzante e incantevole. Sei eccitatissimo.

Ti viene in mente quel luogo, quella collina, quel pezzettino di terra, quella vigna, quei filari – quelli più in alto -, quell’uva, quei grappoli, i migliori. Per non parlare di lui, il vignaiolo, il Poeta Contadino, la sua vocazione, dedizione, passione, amore, intransigenza in cantina. La sua rettitudine.

Davanti a te ti si schiude un mondo, è perfetto: l’annata del secolo, l’unico posto vocato al mondo, la migliore uva, un vino straordinario. Ti viene da pensare alla fittezza e l’eleganza del colore, a quell’immancabile sottobosco, alla setosita’ dei tannini, l’acidità che ne fortifica la schiena, ben dritta. Un quadro impressionante, un piccolo capolavoro, di quelli rari, e pensi sia irripetibile. Sì, mai annata fu migliore.

Sei pronto, stai ancora valutando se decantarlo o meno ma sei pronto. Tenerlo lì in bottiglia potrebbe regalarti sorsi ognuno un pelino più avvincente del precedente, caraffarlo un po’ più uniformi. Nell’indecisione lo tieni in bottiglia, un ultimo sguardo sul piano bianco ti convince.

Un ampio respiro ed è qui che alzi gli occhi, stai quasi per alzarti in piedi che ti accorgi che davanti a te non c’è più nessuno. Sono andati tutti via. Tutti. Solo, sei rimasto solo coi tuoi pensieri, con la tua bottiglia. Tu e lei. E speriamo che non si sia…girata.

© L’Arcante – riproduzione riservata

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Una Risposta to “Elogio all’immediatezza”

  1. Bacoli, Campi Flegrei Piedirosso 2018 Cantine Farro | L’ A r c a n t e Says:

    […] Leggi anche Elogio all’immediatezza Qui. […]

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