Non c’è che dire, le bottiglie di Luigi e Laura hanno decisamente bisogno di spazio davanti, hanno bisogno di una lunga progressione nel tempo per distendersi ed affinarsi. Ancor più le annate recenti.
Sontuoso l’Exultet 2010, sontuoso e al tempo stesso vibrante mi viene da aggiungere. Un fiano di Avellino dal profilo organolettico di un tale spessore da rimanerci di sasso, soprattutto se ti capita servito alla cieca in mezzo ad altri quattro Campioni di tutto rispetto. Vino dal naso prorompente, che un po’ lo cogli già dal colore bello luminoso e carico che ti debba qualcosa di particolare: si rivela pieno, verticale, complesso, finissimo.
A giocare coi ricordi ci senti dentro tutta la frutta gialla che conosci a menadito, matura e succosa, camomilla e tiglio, ci cogli sensazioni dolci e quel rintocco un po’ agrumato un po’ balsamico che fa rinvenire tutto a primitiva freschezza. Quanto è buono te ne accorgi sin dal primo sorso: l’attacco è vivace e l’allungo carnoso e minerale, tremendamente sapido. Bianco impressionante per fittezza, eleganza, equilibrio. Ma c’è di più: che abbia fatto (in parte) legno lo sai solo quando tiri via la stagnola dall’etichetta.
E questo è un’altro grande merito del lavoro di Luigi mai contento dei risultati nonostante il grande successo, un uso sempre più misurato del legno e come sempre mai fine a se stesso. Ecco, puoi credere di essere bravo, puoi pensare di saper già tutto del fiano, dei fiano, quelli migliori, autentici. Puoi tranquillamente continuare a farlo ma tieni in conto che non sarà mai abbastanza!
Tag: exultet, fiano di avellino, giallo d'arles, laura di marzio, luigi moio, mirabella eclano, quintodecimo, via del campo
9 dicembre 2013 alle 11:16 |
Pienamente d’accordo anche se non avrei certo saputo descrivere meglio la magnificenza di questo Fiano che anch’io ho assaggiato poco tempo fà.PS.Mi risulta oltremodo incomprensibile come ,non solo per questo,ma per tutti i capolavori che Luigi crea,non ci sia il giusto e meritato spazio nelle guide più conosciute :qualcuno può dirmi se per caso il Nostro sta scontando qualche sgarro di cui non sono a conoscenza?FM.
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9 dicembre 2013 alle 13:10 |
Caro Francesco, Luigi ha quel che merita e ne avrà sempre di più. Chi non riesce proprio ad alzare la testa lo fa solo per invidia ed impotenza. Moio, con Laura hanno avuto un grande coraggio, cosa che manca evidentemente a chi si è affrettato a giudicare senza conoscere.
E’ appena arrivata la notizia del Premio Veronelli a Luigi Moio, più che il premio in se è la motivazione che ne fa, semmai c’è ne fosse stato bisogno, ancor più persona straordinaria del vino mondiale.
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