Etichetta pressoché sconosciuta in Italia ma che invito seriamente a ricercare e bere. Davvero buona questa bottiglia, sorprendente, fresca, goduriosa, un Chianti come non ne avrete mai assaggiati prima.
Lasciate altrove strani pensieri su uvaggi, assemblaggi, sovrastrutture, questo qui è un vino grandioso nella sua semplicità più assoluta. Un sangiovese in purezza da filari a conduzione biologica in provincia di Arezzo, 180 ettari di ulivi secolari e vigne di 40 anni piantati tra la Val di Chiana e quella dell’Arno.
Il Chianti Gratena mi rimette in pace con una delle denominazioni più bistrattate che abbiamo in Italia, dietro la quale si nascondono centinaia e centinaia di magre delusioni e vini il più delle volte banalissimi ma, per fortuna, a quanto pare, ancora capace di sorprendere e conquistare.
Buonissimo il 2013, il colore porpora è di grande vivacità, il naso è scalpitante, polposo e pieno di verve, non ne sentivo di così interessanti in un Chianti da anni, di sovente sempre troppo acerbi o troppo cotti, o peggio inutilmente boisé e stanchi.
Qui c’è la viola – ve la ricordate la viola nel sangiovese? -, tanta frutta, arancia sanguinella, melograno, mora, ribes. Il sorso è pieno di soddisfazione, secco e ben bilanciato, fresco e sapido, snello e avvolgente, piacevolissimo e risoluto. La bottiglia va via che manco te ne accorgi. Mi mancavi Chianti.
© L’Arcante – riproduzione riservata
Tag: arezzo, chianti, chianti gratena, franco bernabei, gratena, sangiovese, siro
24 gennaio 2020 alle 09:43 |
[…] manuale. Di questa splendida realtà ne abbiamo scritto, tra i primi, già qualche anno fa proprio Qui, rimanemmo particolarmente colpiti dal loro Chianti Gratena duemilatredici, un rosso tanto sincero […]
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25 marzo 2020 alle 10:10 |
[…] manuale. Di questa splendida realtà ne abbiamo scritto, tra i primi, già qualche anno fa¤, rimanemmo particolarmente colpiti proprio da questa etichetta annata duemilatredici: un rosso […]
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