Per quanto potessi scriverne bene di questo splendido vino nulla potrebbe essere più evocativo – e sinteticamente rappresentativo delle emozioni provate bevendolo – delle parole di Nadia Romano, a cui ho chiesto di raccontarmi l’origine dell’idea, del progetto, della nascita de Il Cancelliere e del Riserva Nero Né 2005 oggetto di questa recensione.
Mi dice: << …era fine ottobre, nell’aria c’era il sogno de Il Cancelliere; c’era pioggia e ancora pioggia, ma tanta pioggia, e ancora un po’ di uva da vendere; il lavoro di un anno che andava in fumo. Mia madre disse: “facciamo un po’ di vino per noi, usiamo la botte di castagno come ogni anno”. Arrivò per fortuna una giornata di sole, e ci affrettammo a vendemmiare. Il giorno dopo, manco a dirlo, ancora pioggia. Abbandonammo quindi l’idea di vendemmiare la vigna di Nero Né. In cantina, mentre fermentava il nostro vino arrivò Antonio di Gruttola, accompagnato da mio fratello che credo l’avesse incontrato solo poche ore prima e per caso presso un’altra cantina. Parlammo. >>
“Arrivarono successivamente belle giornate di sole e si vendemmiò finalmente anche la vigna di Nero Né, ma non c’erano botti disponibili. Un vicino di casa ci prestò un serbatoio, così riuscimmo a mettere assieme quel che oggi è nelle poche bottiglie a disposizione. Iniziò la fermentazione e così, naturalmente, tutto il percorso consigliatoci da Antonio. Dopo due anni arrivò il momento di imbottigliare il Nero Né, ma – inutile dirlo – non avevamo le attrezzature.”
“Così Pasqualino Di Prisco ci prestò imbottigliatrice e tappatore. In un angolo c’erano due barrique vuote, rigenerate, comprate da un artigiano di Caposele, si decise di riempirle e stiparle ancora, senza rifletterci troppo. Ecco, così è nata la nostra riserva 2005, e il vino fatto per noi divenne Gioviano 2005.”
A questo punto, sinceramente, non so nemmeno quanto sia necessario aggiungervi altro. Invero, avevo scritto qualcosa di una qualche utilità sull’analisi organolettica di questo affascinante aglianico, che trovo disarmante per quanto integro, dritto, profondo, diretto e, non di meno, proiettato a testa bassa negli anni a venire. Ma credetemi, pochi vini sono capaci di essere materia viva come questo, in grado quindi di ben raccontarsi anche da soli!
Questa recensione esce anche su www.lucianopignataro.it.
Tag: aglianico, antonio di gruttola, contrada iampenne, il cancelliere, montemarano, nadia romano, romano soccorso, taurasi, taurasi riserva nero né 2005
12 agosto 2011 alle 10:30 |
Nadia, è una storia veramente bella! Spesso le cose migliori nascono per caso o almeno a noi comuni mortali sembra che siano nate per caso!
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12 agosto 2011 alle 11:06 |
E’ vero, per questo ho voluto incidere poco sulla recensione. Certi vini sanno proprio raccontarsi al meglio!
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12 agosto 2011 alle 13:42 |
Concordo con Angelo. Anche io sono stato in azienda, a Montemarano, e debbo dire che a volte, come in questo caso, l’unica cosa da dire è : assaggiatelo!!
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12 agosto 2011 alle 14:26 |
Confermo, e concordo anche sui commenti, un invito mi sento di farlo se andate in azienda,se c’è ancora assaggiate il loro Aglianico passito , quel vino lo ricordo ancora a distanza di un anno da una mia visita a Montemarano, vi assicuro che l’assaggio vale da solo il viaggio verso quelle colline,oltre che conoscere la famiglia Romano.
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13 agosto 2011 alle 09:58 |
Ho bevuto giusto un paio di annate dei vini di Nadia e so per certo che si tratta di una gran bella materia prima, del resto ben interpretata da di Gruttola.
In verità per la recensione avevo scritto molto di più, parole che poi ho decisamente preferito “annullare” per lasciare spazio ed attenzione al racconto della stessa Nadia che mi pare efficace più di qualsiasi altra autorevole analisi organolettica; anche perché, a leggerla, con uve vendemmiate appena dopo gornate intere di pioggia battente, con tutte le difficoltà per stoccare ed affinare il vino, si può immaginare di tutto tranne che… invece ti ritrovi nel bicchiere qualcosa che rasenta l’inverosimile… che spettacolo ragazzi!! 🙂
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14 novembre 2011 alle 23:10 |
[…] anzitutto da una profonda etica ambientale. Dalla Campania per esempio vi aderiscono aziende come Il Cancelliere e Cantina Giardino, giusto per citarne due. Produrre vino naturale significa per questi vignaioli, […]
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11 marzo 2012 alle 18:00 |
[…] il migliore di sempre, quasi a voler far paio con lo splendido Taurasi Nero Né (leggi anche qui) della stessa annata, che arriverà però sul mercato solo il prossimo inverno, si mostra in tutto […]
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