Subito alcuni numeri: delle 36 aziende che hanno partecipato all’evento vi erano in degustazione alcuni aglianico di diverse annate recenti e vini Riserva 2007, 2006 e 2005. In generale l’annata 2008 ha fatto registrare un aumento della produzione di aglianico rispetto alla precedente 2007, tuttavia la denuncia delle produzioni destinate al Taurasi e al Taurasi Riserva diminuisce sensibilmente sino a ridursi a quasi un terzo degli ettari iscritti regolarmente all’albo (346ha su 1034ha iscritti). Queste che seguono le impressioni ricevute dal panel di degustazione, sul finale invece le poche considerazioni necessarie da fare.

Legenda: ***** Eccellente – **** Ottimo – *** Buono
****/* Taurasi Principe Lagonessa 2008 Amarano. Bella prova di questa piccola realtà di Montemarano: 7 ettari di vigna di cui 5 votati esclusivamente all’aglianico e collocati in contrada Torre. Bello il colore rubino molto vivace. Naso intriso di sentori di frutta, fresco e vibrante. Sorso asciutto, copioso, sapido, avvolgente, con un finale di bocca succoso, quasi materico, appagante. (dalle vigne del Versante Sud – Alta Valle).
****/* Taurasi Primum 2008 Guastaferro. Il Taurasi di Taurasi si direbbe. 10 ettari in località Piano d’Angelo e il pieno diritto di primeggiare con pochi altri in questa interessante sessione di degustazione. Colore rubino ricco, poco trasparente. Naso poderoso, subito manifesto. Emergono perentorie note di piccoli frutti neri, poi confettura ciliegia e prugne, suadenti sfumature speziate. Il sorso è vigoroso, voluttuoso, conquista immediatamente e sparendo, lentamente, asciugando il palato completamente. Di vibrante soddisfazione! (Valle Centrale – Riva Destra).
****/* Taurasi 2008 Antico Castello. Ancora una gradita conferma dalla giovane e dinamica azienda di San Mango sul Calore. Cinque gli ettari di aglianico per un vino dal bel colore rubino e dal naso subito trasversale: frutta rossa, spezie, tabacco e sottobosco. Sorso integro, già di grande equilibrio, con tessitura di spessore ma ben integrata alla succosa materia. (Versante Ovest – Terre del Fiano).
****/* Taurasi Nero Né 2008 Il Cancelliere. Forse, tra i riconoscibili, il più riconoscibile. Colore rubino vivace e fitto. Naso subito invitante, fruttato, ben maturo, ma anche deliziosamente balsamico e vagamente boisé. In bocca è asciutto, denso e caldo. Quasi materico. Una tale vivacità espressa con estrema opulenza ma soprattutto eleganza e compostezza. 7 ettari in contrada Iampenne a Montemarano. (dalle vigne del Versante Sud – Alta Valle).
**** Taurasi 2008 Pietracupa. Conosciamo la bella realtà di Montefrèdane più per le belle interpretazioni di fiano e greco che per l’aglianico, anche se, di tanto in tanto, chiari segnali pure sul versante rossista Sabino Loffredo non li ha fatti mancare. Di questo Taurasi mi è piaciuta, tanto, la cifra stilistica, assai elegante e fine. Colore rubino granato di buona concentrazione. Naso di buona intensità: viola, amarena, tabacco. In bocca è asciutto, fresco e con un tannino sottile, perfettamente integrato alla materia. Vigne a Torre le Nocelle. (Quadrante Nord – Riva Sinistra).
**** Taurasi Piano d’Angelo 2008 Sella delle Spine. Ancora Taurasi, ancora località Piano d’Angelo. Colore rubino/granato piuttosto vivace. Il naso qui è molto interessante, estremamente varietale, fitto e piuttosto verticale. Sentori fruttati anzitutto, poi spezie dolci, note balsamiche. Sorso asciutto e di nerbo, saporito, di buona profondità. (Valle Centrale – Riva Destra).
**** Taurasi 2008 San Paolo. L’azienda ha le mani in tutte e tre le principali denominazioni irpine, e il progetto enologico è affidato nelle mani di Vincenzo Mercurio, così è indubbio che l’ambizione sia tanta. Si registra col 2008 uno deciso scatto in avanti per questo vino, che nasce dalle vigne in Paternopoli, alcune delle quali arrivano sino a 600 metri d’altitudine. Colore rubino abbastanza concentrato. Naso che offre una buona intensità e subito una precisa chiave di lettura organolettica: piccoli frutti neri, uva fragola, visciola, liquirizia. Sorso anche qui copioso e orizzontale, nappa le papille con precisione gustativa quasi millimetrica sostenuto da una ottima trama acido-tannica. (dalle vigne del Versante Sud – Alta Valle).
**** Taurasi Alta Valle 2008 Colli di Castelfranci. Tra le vigne più “alte” della denominazione vi sono senz’altro quelle di Castelfranci, e quando la vendemmia è favorevole e protratta sino a quasi metà novembre ciò che viene fuori può essere solo un grande vino. Colore rubino, fitto, e naso finissimo di frutti rossi “dolci” e note balsamiche. Il sorso è franco, ben teso, il tannino è fine e solo un ricordo di finale di bocca. Manca l’eccellenza di un soffio, con una spina dorsale più sostenuta infatti sarebbe stato inarrivabile. (dalle vigne del Versante Sud – Alta Valle).
**** Taurasi 2008 Feudi di San Gregorio. I 55 ettari votati all’aglianico dovranno pur avere un valore aggiunto in quanto a dedizione e ricerca sull’argomento. E guarda caso, parlando di rossi, dopo anni spesi a rincorrere merlottoni e supercampani, i risultati migliori nel bicchiere continuano a venire dal Taurasi e da – ancora una volta – un superlativo Taurasi Riserva Piano di Montevergine 2007! Questo 2008 ha un colore rubino/granato assai elegante. Naso molto invitante, sottile, alla lunga fine: frutta rossa, tabacco, sottobosco. Il sorso è asciutto, vivido, con un nerbo sottile e cavilloso. Finale di bocca un po’ sovraestratto. Dopo il Radici di Mastroberardino (100.000) quello con i numeri più alti, circa 60.000 le bottiglie prodotte. (Valle Centrale – Riva Destra).

***/* Taurasi Terzotratto 2008 I Favati. “Fianisti” per eccellenza, nemmeno a Cesinali però si sono mai fatti mancare puntuali incursioni “taurasine”. Le uve, in prevalenza provenienti da 5 ettari in Venticano, hanno dato un vino con un bel colore rubino mediamente concentrato, poco trasparente. Naso subito teso sullo speziato e delicate nuances balsamiche e di caffé. Ma il legno è chiaro che la fa ancora da padrone. Pare avere però tanta buona materia e in bocca offre buone conferme distendendosi con buona profondità gustativa. (Quadrante Nord – Riva Sinistra).
***/* Taurasi Vigna Andrea 2008 Colli di Lapio. Lapìo, con Montefalcione, ricadono sia nella docg fiano di Avellino che Taurasi. E non mancano rivendicazioni sul fatto che qui l’aglianico ha una storia molto più luminosa che altrove; macchiata, si racconta, dal successo commerciale dei vini bianchi che man mano ha di fatto ridotto il vigneto “a rosso” a favore del più apprezzato fiano. Tant’è che il Vigna Andrea è, e rimane, uno dei Taurasi di assoluto riferimento: colore rubino vivace un naso decisamente variopinto: esordio fruttato, poi sentori di frutta secca, sfumature terrose, corteccia, pelliccia, accenni di ceralacca. Sorso ben calibrato, asciutto, di nerbo. Finale caldo e sapido. (Quadrante Nord – Riva Sinistra).
***/* Taurasi Mater Domini 2008 Rocca del Principe. L’azienda è balzata agli onori della cronaca vinosa negli ultimi anni per aver infilato, uno dietro l’altro, ottimi fiano di Avellino. Ma pare cavarsela bene anche sul versante rossista, e il felice millesimo 2008 ne “bagna” un esordio più che convincente. Bello il colore rubino abbastanza concentrato. Naso con un frutto invitante e palato integro, lineare, con tannino ben espresso e un gusto amabilmente sapido. Va detto che al momento si esprime più solido al naso (ricco di sfumature dolci) che in bocca (decisamente austero). (da più vigne, Assemblaggio).
***/* Taurasi Vigna Quattro Confini 2008 Benito Ferrara. Riprendendo vecchi appunti ricordo di averne saggiato le prime gocce direttamente dai legni in affinamento. Sergio e Gabriella hanno investito molto sull’aglianico, per ritagliare alla bella realtà conosciuta ai più per i suoi magnifici greco di Tufo anche una valida chance rossista, col tentativo però di emergere e non cadere nella banalità di un mero ampliamento di gamma. Così dalle vigne di Montemiletto, circa 3 gli ettari, questo Taurasi rubino vivace dal naso subito molto elegante, tenue ma ben espresso su toni fruttati e speziati, fini e di buona persistenza. Giustamente tannico il sorso, asciutto e accompagnato da un buon tenore alcolico. Un bell’esempio di bevibilità. (Versante Ovest – Terre del Fiano).
***/* Taurasi Hirpus 2008 Contrada Vini. A fare la conta, l’areale dell’Alta Valle consegna un 2008 assai felice, con vini ricchi eppure di rara eleganza. L’Hirpus pare fare tesoro del felice millesimo senza però abbandonare uno stile se vogliamo artigianale, rustico, capace di esprimere nel bicchiere tanta originalità. Colore rubino vivace, naso subito empireumatico, di cenere, pietra minerale, ma anche tabacco, china e cuoio. Sorso asciutto, con un tannino ben disteso e legato ad una materia polposa. Rosso che conserva nella sua autenticità grande piacevolezza degustativa. (dalle vigne del Versante Sud – Alta Valle).
***/* Taurasi Poliphemo 2008 Luigi Tecce. Taurasi dei più caratterizzati dall’idea di vino del vigneron, uno di quelli che indubbiamente ami oppure rischi di non apprezzarlo del tutto. Dei vini in batteria, l’ho colto al primo approccio, debbo dire più per le sue peculiarità che per mia bravura, naturalmente. Colore rubino, di buona vivacità, più o meno concentrato. Primo naso sporco, quasi fungino. Si lascia aspettare, naturalmente quindi ci torno su con calma, perché solo così, armato di tanta pazienza, si riescono a cogliere buoni spunti gustolfattivi. Sorso asciutto e di buona sostanza, il 2008 pare lasciare alle spalle l’irruenza a cui ci aveva abituati a favore però di una migliore fruibilità degustativa. (dalle vigne del Versante Sud – Alta Valle).
***/* Taurasi 2008 Donnachiara. Dalle vigne in località Campo Ceraso a Torre le Nocelle, forse il Taurasi di più “facile” lettura in batteria. Colore rubino vivace con ancora delle nuances porpora sull’unghia. Naso immediato, decisamente varietale. Sorso essenzialmente asciutto e di buona sostanza. Finale un poco amaro. (Quadrante Nord – Riva Sinistra).
*** Taurasi Santa Vara 2008 La Molara. Guardo sempre con vivo interesse a ciò che accade da queste parti, La Molara è un’azienda che mi piace molto, e che tra l’altro mi ha quasi costretto a coglierla in queste degustazioni in anteprima sempre con molta attenzione, sarà perché il Santa Vara ha più volte dimostrato di distendersi notevolmente col passare del tempo. Colore di un bel rubino tenue abbastanza trasparente. Naso molto particolare, incalzante: è terroso, di sottobosco, corteccia, cuoio, anche un po’ etereo. Sorso asciutto, abbastanza lineare, con il tannino ben fuso alla materia. Finale sapido, senza spigolature particolari. (Valle Centrale – Riva Destra).
*** Taurasi Opera Mia 2008 Tenuta Cavalier Pepe. Ancora Luogosano, con vigne delle più suggestive in località Carazita e Pesano di età minima di 25 anni. Continua la crescita della bella azienda di Milena Pepe, pur dovendo registrare un “ritardo” ormai cronico dei suoi Taurasi ad ogni anteprima. Colore rubino carico, con un naso ancora eccessivamente pervaso da un legno piuttosto incisivo, da qui il corollario speziato e tabaccoso che ne sovrasta il bel frutto, meglio espresso in bocca con decisa avvolgenza di frutti rossi macerati e un sorso denso e caldo. (Valle Centrale – Riva Destra).
*** Taurasi 2008 Villa Raiano. Anche qui l’assaggio ha mostrato un vino decisamente in ritardo, ma non si discute certo la qualità, semmai la tessitura espressa in degustazione ancora lontana dal disvelarsi del tutto. Colore rubino tenue, naso quasi ermetico, pur intuendone una sana bontà. Manca però di intensità, di quella verticalità a certi livelli necessaria. Il sorso è praticamente “acerbo”, soverchiato ancora da una certa scompostezza. (dalle vigne del Versante Sud – Alta Valle).
*** Taurasi 2008 Di Prisco. Certe uscite dei greco di Tufo di Peppino Di Prisco sono memorabili, e non mancano agli annali anche interpretazioni di ottimi Taurasi. Esprimersi di netto su questo vino però è, al momento, secondo me, un azzardo; perché c’è buona materia e tanta classicità, dalla veste rubino vivace al naso intriso di aromi fruttati sottospirito e vivida mineralità. Il sorso è asciutto e calibrato, ma un po’ ritratto, appannaggio soprattutto delle durezze. Ha bisogno di distendersi. (dalle vigne del Versante Sud – Alta Valle).
*** Taurasi 2008 Tenuta Ponte. Bella realtà in quel di Luogosano, 20 ettari di aglianico e già una quindicina di vendemmie alle spalle. Questo vino va riassaggiato tra qualche tempo, mostra una buona dose varietale ancora però preda dell’affinamento. Colore rubino vivace, con un naso che definirei classicheggiante, anche abbastanza invitante, ma che si disperde in bocca con troppa facilità. Un po’ scomposto. (Valle Centrale – Riva Destra).
*** Taurasi 2008 Urciuolo. La mappatura dice di vigne in parte a Montemarano e in parte a Castelfranci. Il bicchiere racconta di un vino ancora lontano da una chiara espressività. E apprezzabilità. Colore rubino vivace, naso lungamente disatteso, concentrico sulle sfumature minerali. In bocca ha buona intensità ma senza guizzi particolari. Rustico. (dalle vigne del Versante Sud – Alta Valle).
*** Taurasi 2008 Vigna Villae. Si fa davvero fatica a leggerne la cifra stilistica, pur registrando un passo in avanti rispetto alle uscite passate. Il naso è marcato da un frutto abbastanza semplice, e da quella nota di “caramella alla frutta” ormai praticamente sempre e solo sua. Sorso invitante ma niente di trascendentale. (Valle Centrale – Riva Destra).
Sosp. Taurasi Radici 2008 Mastroberardino. Ancora quest’anno un assaggio poco fortunato all’anteprima. Voglio credere a due bottiglie poco felici; il ripetuto assaggio infatti, anche a distanza di un’ora l’uno dall’altro non ha ben chiarito la questione, a causa di fastidiosissimi sentori di cartone e straccio bagnato. Vedremo più in là. (da più vigne, Assemblaggio).

Si colgono in linea generale impressioni più che positive, e il millesimo favorevole ha indubbiamente aiutato tutti nell’esprimere vini estremamente corretti e forgiati di buonissima materia, capaci probabilmente anche di un buon invecchiamento. Mancano senz’altro Eccellenze assolute, anche se alcune etichette sono apparse certamente più in forma di altre; ma, pur registrando una crescita verso l’alto di quasi tutti i campioni degustati, non è banale segnalare, per esempio, come molti di questi vini, a dirla tutta una buona parte di essi, siano “maneggiati” in cantina da un unico stesso enologo. E’ vero, un indizio, da solo, non è mai una prova, però è bene registrarlo. Perché? Beh, l’omologazione è sempre dietro l’angolo, anche se rivolta alla qualità o espressa da quelle piccole realtà a cui sempre più spesso si fa riferimento per vagheggiare una non mai ben precisata inarrivabile originalità.
Se no magari va a finire di passare i prossimi anni a studiare come e dove cogliere certe differenze originali mentre nelle molte cantine si rincorrono con sciocchezza giusto quelle poche soluzioni interpretative che tanto piacciono ai mercati internazionali. Staremo a vedere…
Nota bene: tutti i vini qui recensiti sono stati serviti alla cieca e degustati dalle ore 10.10 alle 12.25; alcuni, quelli che tra l’atro trovate segnalati tra quelli più apprezzati, sono stati saggiati ancora una volta in un’unica successiva batteria. Il servizio è stato curato in maniera egregia dalla locale delegazione di Avellino dell’associazione italiana sommelier.
Per conoscere i comuni delle macro-aree leggi qui¤. Per saperne di più, se vi va, trovate altri riscontri qui¤ e qui¤ sul sito di Luciano Pignataro, mentre su LaVINIum¤ c’è un bel pezzo di Roberto Giuliani, e qui¤ su Winesurf l’opinione di Carlo Macchi.
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Così Taurasi Vendemmia 2007¤.
Così Anteprima Taurasi 2005¤.
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