Un breve refrain mi riporta agli appunti di più o meno un paio d’anni fa. Avevamo fatto un salto a Tramonti per avere contezza di quanto di buono si stesse facendo da quelle parti.
Di Monte di Grazia ne scrissi qui, e a più riprese pure in altre occasioni. Per quanto riguarda questo rosso, sul quale torno molto volentieri, ci eravamo lasciati con l’assaggio di un campione preso direttamente dalla vasca, suggestivo ma pur sempre prematuro; ci ritroviamo così intorno a un tavolo, riprovandolo, ancora en primeur, dopo un po’ di tempo in bottiglia. Alfonso Arpino, con Gerardo Vernazzaro che lo segue in questa avventura, stanno ancora pensandoci su per quando metterlo finalmente in circolo, ma frattanto che ci rimuginano, io ne approfitto per registrare ancora uno scatto in avanti di questo bel vino.
La franchezza è quella solita, il tintore si conferma vino di grande spessore e di estrema complessità, trasversale verrebbe da dire: il naso è un crocevia di piacevoli note olfattive, conserva ancora una certa vinosità ma soprattutto l’insistenza di sentori di piccoli frutti neri polposi, aromi di liquirizia, sensazioni appena accennate di sottobosco. Il sorso ne ha guadagnato parecchio, ricomponendosi in maniera efficace e sostenibile. La veemenza acido tannica va lentamente risolvendosi a favore di una tessitura nerboruta, fitta e di sostanza, imperniata però su una materia di primissimo pelo e molto succosa. Comincia ora a farsi bere.
E in attesa di un duemilaundici da leccarsi i baffi, ritorno invece volentieri anche sul 2007, annotando quanto in questo preciso momento mostri un profilo organolettico compiuto e affascinante. Conserva nerbo e fittezza ma il tempo gli ha dato modo di smussare per bene ogni spigolatura. La sontuosità del frutto rimane in primo piano e questi tanti mesi trascorsi dall’ultimo assaggio non fanno altro che confermare quanto ci abbiano visto lungo coloro i quali fanno di questa etichetta il “loro” tintore di Tramonti preferito: espressione talvolta molto schietta, a tratti sfuggente, austera, ma senza dubbio delle più autentiche in circolazione. Sarebbe ora di berlo, a trovarne ancora.
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Tag: alfonso arpino, big picture, costa d'amalfi, gerardo vernazzaro, monte di grazia, tintore di tramonti, tramonti
7 febbraio 2012 alle 18:46 |
Grazie ancora Angelo per avermi condotto lassù. Un saluto al “mitico” dottore.
Stefano
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7 febbraio 2012 alle 19:00 |
E di che Stefano, la tua passione meritava questa e altre attenzioni… Un caro saluto…
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8 febbraio 2012 alle 09:12 |
…a trovarne di 2007, ha la capacità di essere sfaccettato e dissetante allo stesso tempo…di 2009 nè ho qualche bottiglia in cantina, le conservo un altro pò per farle provare a chi non sa cosa significa Tramonti Rosso = Tintore.
Hai notato le differenze sostanziali col Borgo di Gete di Giggino Reale, sono due vini figli della stessa terra, due vini emozionanti ma che colorano la tela in maniera completamente diversa, la 2006 di Giggino è un altro vino del cuore…non parliamo poi di e’ Iss di Bove, altra espressione di Tintore…che bella questa diversità in quella area incantata!!!
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8 febbraio 2012 alle 10:00 |
Claudio, sicuro che sia 2009 quello che conservi e non 2008?
Più in generale sì, il tintore è un gran varietale, quello di Reale ha gran stoffa e tendenzialmente offre sempre una “visione” più “grassa” del vino di queste parti, in certe annate davvero soprendente.
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12 febbraio 2012 alle 18:46 |
Angelo,
le bottiglie in cantina sono 2007…annata più o meno calda…mentre recentemente ho provato una 2005 spettacolare (http://grappolospargolo.spazioblog.it/173379/Tintore+centenario.html), presa da Alfonso questa estate. E’ necessario prenderne qualche altra reintegrando con l’annata in corso, scendono giù una favola!!!
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12 febbraio 2012 alle 19:56 |
Ecco, mi pareva strano… 🙂
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4 febbraio 2019 alle 10:48 |
[…] con ‘’tannino da vendere’’ ne abbiamo e come, basti pensare all’Aglianico, o al Tintore¤ di Tramonti per citarne giusto un […]
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9 agosto 2020 alle 11:36 |
[…] Leggi anche Tramonti, Monte di Grazia rosso 2009 (e 2007) Qui. […]
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