A volergli bene a Soccorso Romano ci metti davvero poco, basta uno sguardo tutt’intorno la casa lì a Montemarano e farsi un’idea di quanto lavoro, quanta fatica ci mette là in vigna.
Il suo lavoro però, dice, si ferma lì, sulla soglia della piccola e minuta cantina proprio sotto la casa, ricavata da un vecchio cellaio sistemato alla meglio per contenere, per quanto è possibile, tutti i piccoli e grandi carati in legno. Un po’ più in là, poco dopo il cortile, c’è invece l’area di vinificazione, a ridosso di un’altro piccolo capanno rimesso completamente a nuovo qualche tempo fa. “Da qui in poi… – ripete, indicandomi genericamente la nuora -, ci mettono le mani loro…” che invero vuol dire Antonio di Gruttola, i figli e quindi proprio lei, Rita Pizza, infaticabile donna di casa, nuora di Soccorso ma ormai cantiniera tout court nell’azienda di famiglia.
Lui non ne vuole sapere di metterci le mani tra i tini, le vasche e le botti. Il suo lavoro è in mezzo alla terra, portare la vigna e i suoi frutti al compimento del suo ciclo biologico intervenendo quel poco o nulla che serve, o come solo lui sa; per avere una pianta stressata il giusto, grappoli sanissimi e un frutto integro, sino a quando è necessario per una perfetta maturazione fenolica. Da quelle piante, da quell’uva, dalle cassette che lui stesso non manca di montare in spalla sino in cantina, c’è – sempre – il meglio che si potesse ottenere quell’anno. “Poi sono tutti fatti loro…” chiosa orgoglioso.E di un vino del genere si può solo essere orgogliosi. Questo Taurasi 2008 è il manifesto di un intero areale, quello di Montemarano, di straordinaria vocazione. Nero Né in tutto e per tutto. Il colore è vivissimo, puro inchiostro nero, con accentuate nuances viola sull’unghia del bicchiere del vino. Il naso è subito un portento, è necessario però lasciarlo respirare, si porta dietro ancora una nota fumé/dolce di un legno ancora non del tutto digerito; ma gli bastano pochi minuti nel bicchiere, ancor meno se ci si preoccupa di caraffarlo per tempo.
E’ un aglianico di straordinaria intensità, con un felicissimo slancio fruttato, buccioso, tabaccoso, che si arricchisce di sfumature di liquirizia, cioccolato, pepe nero in grani. In bocca è polposo, croccante, senti il frutto ammantare le gengive, tingere il palato, mentre i tannini lavorano ai fianchi e risolvono il sorso: fresco, pulito, che sa di amarena e mirtilli appena morsicati. Non vorrei esagerare, ma ci tengo proprio a farlo: un piccolo grande capolavoro, non solo per il mio cuore!
Tag: aglianico, antonio di gruttola, azienda il cancelliere, il cancelliere, montemarano, nadia romano, rita pizza, soccorso romano, taurasi, taurasi nero né
14 novembre 2012 alle 13:31 |
Ho provato qualche tempo fa una 2005 e mi impressionò positivamente, immagino questa boccia tra qualche anno come sarà al top delle sue possibilità, un Taurasi a mezz’aria tra il terrigno e l’ampiezza gusto-olfattiva che Il buon Antonio riesce sempre a far esprimere ai vini nei quali ci mette la sua mano, quando a uve di questa qualità!!!http://grappolospargolo.spazioblog.it/173854/Alcune+interpretazioni+di+Taurasi+in+una+degustazione+trasversale.html
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15 novembre 2012 alle 09:14 |
La bottiglia cui ti riferisci, Claudio, è il Nero Né Riserva (Etichetta Nera). Questo che racconto è quello “base” (Etchetta Bianca) e che tra l’altro non è ancora sul mercato. 😉
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23 novembre 2012 alle 13:55 |
Queste sono le storie legate al vino che mi piacciono di piu’, non credo tanto ai blasoni e c’è ne sono tanti nel mondo dell’enologia di baroni, conti, ecc. la coltura della vite e legata al mondo contadino e alle sue tradizioni…… si possono fare dei vini capolavoro lavorando con il cuore
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19 marzo 2013 alle 18:00 |
[…] o nulla da aggiungere, è uno splendido rosso austero assai tipico, di cui tra l’altro trovate qui¤ una più ampia ed accorta recensione, se vi […]
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