Non è facile reperire in giro testimoni come questa bottiglia, sempre più una rarità da queste parti. Tra l’altro fa il paio con uno splendido piedirosso, pari annata, del quale ho potuto godere là in cantina e del quale grazie a Gennaro vanto un’ultima bottiglia da spendere con qualche buon amico di bevute future.
Annata calda la 2003, perlomeno così raccontano gli annali seppur già da qualche assaggio passato non mi sembra affatto che il giudizio generale possa valere come principio assoluto. Difficoltà climatiche a cui vanno aggiunte ben più complesse difficoltà operative. È l’anno di nascita per Cantine del Mare¤, la prima vendemmia e in cantina c’è giusto l’essenziale e ben poca esperienza, con tutto quello che ne consegue quando le cose non vanno proprio come devono. Tant’è vero che, senza nemmeno troppi giri di parole, il bicchiere qui racconta molto più di quanto ci si aspettasse. Una vera sorpresa!
Gennaro Schiano da qualche anno ha abbandonato completamente i suoi passati impegni professionali e si occupa da circa tre anni, con la moglie Sandra, solo ed esclusivamente dell’azienda di famiglia. In campagna fa gran parte del lavoro da se e basta buttare un occhio alle splendide vigne in conduzione su via Panoramica¤ a Monte di Procida o anche solo quello alle spalle della piccola cantina per avere ben chiaro quanta dedizione, cura ed attenzione ci mette.
Bianco che ha uno splendido colore paglierino, appena maturo sull’unghia del vino nel bicchiere. Il primo naso è concentrico su note idrocarburiche, un classico se vogliamo quando si ha a che fare con vini di una certa età dall’identità minerale così pregnante. Gli basta poco però per farsi cogliere in tutta la sua pienezza, dalla personalità così ancora viva, con accenni di camomilla, fieno, frutta secca e ginger. In bocca è asciutto, teso, affatto magro, naturalmente imperfetto sul finale di bocca ma con piena freschezza, sapido e rimandi balsamici assai gradevoli.
Ha quasi 11 anni, cavolo!, a trovarne di bianchi campani così in splendida forma. Non ne farei certo un feticcio, e nemmeno mi spingo a farne un manifesto territoriale; la falanghina dei Campi Flegrei ha una missione molto precisa e non bisogna menarsela più di tanto. Diciamo che sono di quelli che amano sorprendersi più quando la trovi un po’ per caso una bottiglia del genere che quando ti arriva tra le mani con la solfa che così debba essere. N’est-ce-pas…?
1994-2014, 20 anni dalla doc Campi Flegrei.
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Tag: campi flegrei, cantine del mare, falanghina, gennaro schiano, monte di procida
12 agosto 2015 alle 09:01 |
[…] Moccia¤ e Giuseppe Fortunato¤ per molti appassionati divenuti vere icone pop, a Cantine del Mare¤ e ai Di Meo¤ del Cruna DeLago 2013 TreBicchieri2015¤ sino a quelli un po’ più grandicelli […]
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6 giugno 2016 alle 08:01 |
[…] lavoro di Gennaro Schiano non lo scopriamo certo oggi, lavora vigne stupende¤ e certe sue bottiglie¤ sono capaci di reggere il tempo in maniera stupefacente! La falanghina, croce e delizia della […]
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18 settembre 2016 alle 22:14 |
[…] Monte di Procida, Falanghina 2003 Cantine del Mare¤. […]
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10 settembre 2018 alle 07:40 |
[…] migliore per esordire eppure ancora oggi, a distanza di 15 anni, quelle bottiglie di Falanghina¤ e Piedirosso restano ”vivissime” e continuano a raccontare tanto del territorio e dei […]
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21 marzo 2019 alle 11:20 |
[…] Leggi anche Una sorprendente Falanghina Campi Flegrei 2003 Cantine del Mare Qui. […]
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