Come ogni nuovo anno nei primi giorni di gennaio si tirano fuori le emozioni e le delusioni di quello appena lasciato alle spalle. C’è chi sfila la sua corona francescana attraverso i migliori vini bevuti, i piatti più emozionanti, i luoghi del piacere, e chi, quest’anno in particolare, non ha proprio niente da dire, vuoi perchè niente da raccontare c’è o perchè, sommerso dal lavoro non riesce a dedicargli il tempo necessario. Io non faccio bilanci, per me il 2009, tolto lo straordinario scenario strettamente privato, è stato un anno come molti passati e come molti futuri: lavoro, pensieri e parole. Però una cosa la voglio fare, voglio pubblicamente ringraziare alcune persone che volentieri mi porto sull’arca di questo 2010. La sequenza con la quale vengono citati è puramente in ordine sparso.
Luciano Pignataro, giornalista e wine writer della prima ora. Ho avuto, negli anni, tante esperienze che in ambito lavorativo mi hanno aiutato a crescere, anche preziosi riconoscimenti professionali, eppure, solo da lui, che nemmeno mi conosceva personalmente, prima del 2006, prima di tutti, ebbi l’opportunità di farmi ascoltare ed esprimere nella comunicazione del vino. La mia stima ad oltranza.
Francesco Mussinelli, Food&Beverage Manager al Capri Palace Hotel&Spa, premiato quest’anno dalla guida L’Espresso miglior Maitre dell’anno. Una persona di un garbo straordinario, colto, riflessivo, disponibile, stoicamente presente e con un back ground professionale da brividi. Da augurarsi di incontrare almeno una volta nella vita. Mi ha stupito, a Matera, durante il Congresso Ais, aver ascoltato, di sfuggita, Franco Maria Ricci che tesseva le sue lodi mentre parlava ad un nugolo di colleghi sommeliers in merito all’amore per il proprio lavoro. L’aveva avuto con sè alla Pergola de l’Hilton circa 10 anni fa, ne era ancora profondamente ed irrimediabilmente affascinato.
Nicola Venditti, enologo e produttore con la moglie Lorenza Verrillo di Antica Masseria Venditti di Castelvenere. L’ho conosciuto di persona lo scorso 12 novembre durante il secondo giorno di Aglianico&Aglianico alla Fabbrica dei Sapori di Battipaglia. Abbiamo scambiato poche chiacchiere, distintive e bevuto il suo Marraioli 2003, quanto basta per farmi capire la sua ragione di vita e la sua filosofia di fare vino. Corpo e anima di una agricoltura che ha urgente necessità di ritornare sui suoi passi per ritrovare la strada maestra del rilancio, da troppo tempo disattesa.
Marianna Vitale, alias Sud Ristorante in Quarto. Per tutto il 2009 si è parlato molto di lei e del bel progetto che porta avanti con la famiglia nei Campi Flegrei. Mi ha colpito per la semplicità con la quale esprime la sua idea di cucina in un territorio straordinario (tutto l’areale flegreo) purtroppo martoriato costantemente da una classe dirigente atavicamente politicizzata ed avvinghiata sulle proprie bramosìe e sulle proprie incapacità intellettive, persino in riferimento alla quotidiana normale amministrazione.
Michela Guadagno, sommelier e wine trotter. Ci conosciamo ormai da un decennio, noi della classe 2001 prima della grande rivoluzione napoletana. Avanti e indietro con la sua Daihatsu cuore, “toma toma” sin dove arriva la voglia di scoprire, imparare e poi raccontare. Per lungo tempo direttrice di corsi Ais a Napoli, se fosse per molti dei suoi “allievi” si sarebbe già guadagnata un posto nella Hall of Fame della sommellerie campana, ma possiede, tra le sue principali qualità, molta meno fame di chi le gira intorno, pertanto, con mia personale soddisfazione, la vedremo per tutto il 2010 ancora in giro in molti luoghi e soprattutto impegnata nella prossima Grande Notte del Rosato alla Fabbrica dei Sapori di Battipaglia.
Tammy Bernice e Steve Mally. Per tre lunghissimi anni li ho portati in giro per l’Italia del vino alla scoperta di ciò che di meglio poteva offrirgli. Siamo diventati grandi amici e per questo ci sentiamo spesso via mail o per telefono raccontandoci ognuno le proprie bevute, le impressioni su questo o quel vino e di tutto quello che capita sull’asse Pozzuoli-Seattle. La promessa è stata affidata ad un dollaro americano strappato in due parti che devono vedere, prima di due anni dalla loro partenza, di ritrovarsi intorno ad un tavolo a bere le ultime bottiglie rimaste di Flaccianello della Pieve 2006 e Taurasi 1999 di Mastroberardino. A casa mia come a Denver, dove la famiglia di Tammy conduce una bella azienda vitivinicola, Spero Winery.
Andrea Gori, in principio era semplicemente “il Sommelier Informatico”, perchè ganzo com’è ha subito intuito il grande valore mediatico del web e dei mezzi che mette a disposizione. Adesso lo è ancora di più, si divide tra l’Osteria di famiglia “da Burde” a Firenze, consulenze enogastronomiche e le passioni di sempre di far girare in rete le sue recensioni-degustazioni qualcuna delle quali davvero “inarrivabile“. Abbiamo avuto poche occasioni di stare assieme eppure non ci perdiamo mai di vista. Grande Andrea!
Nando Salemme, amico sincero di bevute vere, con la moglie Vanna prosegue la sua straordinaria ascesa con L’Osteria Abraxas di Pozzuoli, riconosciuta quest’anno dal Gambero Rosso come “Best Place at low cost” tra i migliori locali italiani. Non è il primo, non sarà l’ultimo riconoscimento per l’ottimo lavoro che sta portando avanti da circa un decennio sul territorio flegreo, comunque mai paragonabile al successo di consensi che va mietendo tra i suoi avventori per l’ottima qualità degli standards offerti.
L’innominato, la mia più grande delusione. Alcuni rapporti nascono e crescono sulle ali dell’entusiasmo, sulla reciproca stima e fiducia in un possibile traguardo comune di condivisione e maturazione. Per strada, nel tempo, è ovvio che s’incappi in imprevisti della vita: se però possiedi un minimo di intelligenza ed amore per il prossimo, li superi brillantemente e ne subisci poco gli strascichi. Ego, brama ed invidia, se li lasci continuamente incubare, alla lunga generano falsi miti, ed è allora che inizi ad accontentarti del gettone di presenza, del favore all’amico di turno sino a, inevitabilmente, ritrovarti da solo. O quantomeno lontano da me.
I ferri del mestieri, inteso come il calice, il vino, l’amore per il mio lavoro, per la mia professione di sommelier e per il confronto, dei miei pensieri, idee, progetti. Perchè mi voglio portare dietro anche in questo 2010 la curiosità della scoperta, il piacere della condivisione, l’amore per il racconto di ciò che uomini e vigne, aziende e vini, con fatica, mettono assieme in una bottiglia di vino che resta lì, in attesa di essere raccolta, accarezzata, stappata ed offerta all’amico di turno, al cliente del giorno, all’appassionato del momento. I ferri del mestiere per continuare a comunicare il vino, con tutto l’amore possibile!
Tag: ais, Amici di Bevute, angelo di costanzo, bilanci, capri palace, degustare, enologo, giornalista, luciano pignataro, produttore, sommelier, vino
8 gennaio 2010 alle 13:11 |
Involontariamente, avendo scritto questo post di getto, mi rendo conto di aver colto nel segno di nominare quasi tutte le figure professionali che caratterizzano il mio mondo del vino. Par condicio incondizionata…
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8 gennaio 2010 alle 13:15 |
Chi è l’innominato? Domanda scontata a cui certamente non mi aspetto risposta, però per dovere di cronaca dovresti citarlo… Cordialmente, M. I. Rispoli
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8 gennaio 2010 alle 15:57 |
Gentile Mainor, innanzitutto grazie per la costanza con la quale segue il nostro blog, è un segnale per noi importante.
In effetti la risposta è scontata, no certamente.
Capitano tanti innominati sulla propria strada quotidiana. Rimanendo nello stretto personale, a qualcuno non gli si concede nemmeno il tempo di sentirsi tale, ad altri la possibilità di ravvedersi, forse. Ma l’epoca nella quale viviamo è molto strana, pertanto “la nave cammina e la fava si cuoce…”
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8 gennaio 2010 alle 18:57 |
grazie mille angelo, non merito quella posizione e sicuramente hai avuto altri compagni più meritori di me di starci ma non posso non esserne lusingato, per quel poco che ci vediamo!!!
buone cose 2010
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8 gennaio 2010 alle 19:01 |
Prendila, questa posizione, come un’invito a colmare questa lacuna. Dai che qualcosa di buono si beve assieme…
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9 gennaio 2010 alle 07:29 |
Che onore!!! Bellissime parole “Corpo e anima di una agricoltura che ha urgente necessità di ritornare sui suoi passi…”
Grazie Angelo.
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9 gennaio 2010 alle 08:59 |
Buongiorno Nicola. E’ semplicemente la trasposizione letterale del tuo Marraioli 2003 che abbiamo condiviso…
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21 gennaio 2010 alle 21:16 |
grazie mille,Angelo.Grazie di cuore per tutte le tue parole .
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11 marzo 2010 alle 16:02 |
L’innominato è divenuto praticamente un ricordo flaccido e lontano…
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3 agosto 2010 alle 13:57 |
Leggo solo oggi, grazie al tuo tag, quest’articolo. Complimenti per la passione con la quale hai trasmesso la tua riconoscenza alle 10 anime. Fortunatamente di queste “anime” ne conosco la metà e ad esse si deve dare il merito di spingere dove la loro esperienza dice che si può osare.
Sfortunatamente mi mancano le altre, di assoluto rilievo.
Un salutone
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3 agosto 2010 alle 16:23 |
Approfitto della calma (non certo mia) agostana per ripassare un po tutti i post che sono passati in rassegna su L’Arcante. Molti ci hanno scoperto solo da qualche mese, era d’obbligo un breve rewind, proprio come le vecchie puntate delle fiction che passano in tv questi giorni.
In merito alla riconoscenza, beh, non è mai abbastanza nella vita. Credo che rendere grazie a chi ti ha in qualche modo segnato un cammino, o chi fa bene il proprio lavoro è cosa buona e giusta.
Spesso si ha paura, se non stizza nel farlo, e si sbaglia di grosso.
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1 gennaio 2011 alle 22:49 |
[…] Così l’anno scorso. (A. D.) […]
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