Quattro piatti di Ugo Alciati del Ristorante Guido di Pollenzo che mi piace “rivedere” in abbinamento a 4 bollicine che mi hanno particolarmente colpito in queste ultime settimane e che sento di riproporvi in assaggio. Un gioco di alleggerimento e freschezza sempre opportuno in estate pur senza dimenticare però la tradizione, sempre ben interpretata dal talento di Ugo.
L’Aperitivo. Fingersandwich, la salsiccia fresca. Un omaggio alla sua terra che però vedo bene con una bollicina del profondo sud molto invitante, profumata e leggiadra, qual è il Brut Rosé di Rosa del Golfo da negroamaro e chardonnay: naso delicato, che sa di crosta di pane, petali di rosa, lampone e mora. In bocca scorre via che è un piacere, starci dietro manco a dirlo!
L’Antipasto. Filetto crudo di Vitella Bianca piemontese, alici di Cetara e Parmigiano Reggiano 36 mesi, con Abissi 2009 di Bisson; bollicina suggestiva e puntuta, dal naso curioso, dapprima giocato su note di frutta secca e spezie dolci, poi invece marine, iodate, con un timbro salmastro largamente gradevole, molto particolare e avvincente. Il sorso è asciutto, di spessore, chiede spazio e se lo prende, è vivace, fresco e di buona persistenza, assai sapido.
Il secondo. “Caldo freddo” di Faraona con riduzione al marsala. Mi è subito saltato in mente lo splendido Champagne Cuvée Millésimé 2000 di Alain Thienot, forse nuovo ai più ma senz’altro un piccolo gioiello tra le cosiddette Maison d’Aujourd’hui; 60% chardonnay dalla Cote des Blancs ed il restante 40% pinot noir da Montaigne de Reims. Vino di grande equilibrio degustativo, dal naso ricco, polputo e verticale e dal sorso maturo e avvolgente. Insomma, una grande cuvée da consumare a tutto pasto!
Il dessert. Gelato al fiordilatte con pomodori canditi e basilico fritto. Fortissimamente territorio con il gelato più buono mai mangiato (leggi anche qui) accompagnato per l’occasione da spicchi di pomodorino canditi; così, di slancio, l’accostamento all’ottimo e spumeggiante Asti Galarej 2010 di Fontanafredda. Dolci note moscate messe in riga da un palato sì zuccherino ma mai banale. Controcorrente e fortunato.
Le foto dei piatti sono di Umberto D’aniello © 2012.
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12 luglio 2012 alle 22:00 |
Qualche perplessità sull’Asti, ma il resto ben assortito.Mi sia permessa pero’una prosaica considerazione contraria all’uso delle Bollicine a tutto pasto:immettere gas nell’apparato digerente può produrre effetti poco eleganti sopratutto se in compagnia di gentili signore. Prosit. Francesco.
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13 luglio 2012 alle 00:43 |
Lo provi Francesco, poi mi dice. Guardi oltre la tipologia, il Galarej è davvero una bella espressione di questo vino (che rimane il più venduto degli italiani nel mondo!).
Sulla “prosaica considerazione” non so la sua predisposizione, ma a me piace da morire pasteggiare con le bollicine. Effetti indesiderati zero! A presto e grazie sempre per i suoi puntuali e puntuti interventi.
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13 luglio 2012 alle 16:57 |
Parlo solo di vini assaggiati più volte e di annate diverse.Personalmente avrei puntato sulla fraganza ad esempio di un Saracco,ma sto cavillando.Purtoppo per diverse persone gli effetti collaterali di un uso esagerato di Bollicine non sono infrequenti ed inoltre il mondo del vino e’ così bello e vario che non capisco la necessita’ durante un pasto di limitarsi ad una sola tipologia.
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18 luglio 2012 alle 04:02 |
Bravissimi:le Bollicineeeeeeeeeeeeeeeee ……….
Fanno bene pure al cuore!….
I Love!
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18 luglio 2012 alle 10:10 |
@Scarlett: grazie mille!
Eh, sì, le bollicicne fanno proprio bene!
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