E’ chiaro che nulla cambia sulla sostanza della faccenda, il Coste 2008 dei Lonardo è un grandissimo vino, forse proprio lui il migliore tra i 64 vini assaggiati all’anteprima di Serino, con tutte le potenzialità per rimanere lì per tantissimi anni avanti.
Se ne sono accorti proprio tutti, ma soprattutto oltre oceano premiandolo giustamente con punteggi altissimi, quanto merita. Mi fa specie però che una critica¤ di tale ‘portata’ non verifichi particolari nella forma così importanti per quanto riguarda l’etichetta di un vino, presentandolo come Taurasi Riserva (come pure il gemello diverso Vigne d’Alto) quando in realtà non lo è. Semmai è un cru ‘annata’ che esce però sul mercato un po’ più in là rispetto agli altri, una selezione cui i Lonardo destinano – lo fanno da poco e solo nelle migliori annate¤ – la raccolta di quei grappoli migliori dalle vigne tutto intorno Taurasi, le ‘coste’ appunto.
Ma allora che è successo? C’è stata cattiva informazione in merito? A Taurasi Vendemmia¤ sicuramente no! Tutti i vini erano chiaramente esplicitati nelle due liste (una alla cieca ed una nominale) consegnate a ciascuno dei degustatori presenti. Per quanto riguarda Parker¤ invece si possono solo supporre probabili ‘giustificazioni’: i vini gli saranno stati presentati così magari dall’importatore cui s’è rivolto, con un po’ di confusione sulla traduzione dei termini Selezione, Riserva o Cru. Ma perché non approfondire la questione vista poi l’altissima valutazione?
Insomma, per farla breve e venire al dunque, è chiaro che il fissato sono solo io, ci mancherebbe, ma si trascura un effetto ahimè non proprio trascurabile di un certo modo di fare: una critica così autorevole e seguita, si rivolge ad una platea ampia che, nonostante i luoghi comuni tendono a liquidare frettolosamente come ‘internazionale’ e disinteressata a certi vini di spiccata personalità è invece particolarmente attenta ed esigente, ha passione e non di meno disponibilità tali da spostare sensibilmente i consumi. Ma possiede di sovente anche il piglio e la spocchia necessari per mandarti indietro una bottiglia dove non c’è scritto sopra Taurasi Riserva Coste come si aspetta di trovare. E non sarà certo Parker ad aver sbagliato!
Tag: aglianico, big picture, contrade di taurasi, crtica internazionale, distrazione di massa, lonardo, robert parker, taurasi coste, taurasi riserva, taurasi vendemmia, taurasi vigne d'alto, the wine advocate, tom hyland
17 marzo 2013 alle 12:07 |
Il problema che sottolinea, e giustamente, Angelo, è legato al 50% a noi operatori che il vino lo serviamo ai tavoli e l’altro 50% penalizza di sicuro i Lonardo, in quanto il lettore di W.S. non troverà MAI in commercio un Taurasi Coste Riserva 2008…
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17 marzo 2013 alle 14:13 |
Complimenti per il colpo d’occhio:personalmente non avevo fatto caso all’errore che purtroppo penalizzerà di sicuro i Lonardo visto che i consumatori di lingua inglese sono ,a differenza di noi Italiani ,molto attenti all’etichetta.Consoliamoci però con la bellezza di vigna Coste che da vita a questo grande vino dove ,se non vado errato ,sono presenti ancora bellissimi starzeti centenari .
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17 marzo 2013 alle 14:38 |
Francesco, ne avrei volentieri fatto a meno ma probabilmente a molti sfugge l’importanza di una tale formale precisione. Magari Arturo può avere maggiore contezza quanto siano ‘esigenti’ una certa fetta clientela al ristorante.
Ribadisco la mia ossessione per la precisione ma anche la stima per quanto fanno per tutto il sistema certi critici di spessore, ma non mi dispiacerebbe che avessero sulle nostre etichette la stessa cura che mettono ad esempio con i grandi francesi.
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18 marzo 2013 alle 22:51 |
Non sei tu che sei fissato.Con alcuni clienti e’ davvero difficile spiegare,anche perche’ se non parlano l’italiano e non lo capiscono,per loro fara’ fede anche la dicitura Riserva.Ci vorra’ molta abilita’ o una correzione urgente,urgentissima.
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