Ci tenevo a lasciare traccia di questo sorprendente assaggio in anteprima del Taurasi Riserva Della Società 2009 di Raffaele Pagano, diciamo nuovo a cimentarsi con l’aglianico anche se a qualcuno non sarà sfuggito quello ‘in bianco’ de I Viaggi 2006¤ di qualche anno fa.
Ebbene, sono andato a trovarlo a Montefalcione profittando degli impegni per Taurasi Vendemmia¤. L’intenzione era di provare soprattutto l’ultima ‘trovata’ sul fiano, il Piante a Lapio 2011, ma anche dare una sbirciatina a ciò che ha prodotto la scorsa ‘dura’ vendemmia ad Anacapri¤ cui ebbi il piacere di collaborare.
Mi sono ritrovato dinanzi a più di una sorpresa: anzitutto il riassaggio di un Oyster 110 2008 in splendida forma; un greco (con un piccolo saldo di falanghina) buccioso e rassicurante al naso come asciutto e saporito in bocca, dal sorso sottile e ancora ben piantato. Ma anche tante nuove idee messe in campo in lungo e in largo in Irpinia e il ritorno all’utilizzo in cantina di legni inusitati come l’acacia ed il castagno.
Ma veniamo al Taurasi Riserva 2009. Lavorare l’aglianico rappresenta per Raffaele una sfida nuova e parecchio impegnativa, lui che da sempre punta a stupire con bianchi¤ insoliti e spesso anche irripetuti, smarcandosi abilmente dai molti e per questo considerato un visionario, un po’ fuori, e non solo dalle comuni logiche produttive.
Con questo passaggio va invece affacciandosi su di uno scenario¤ assai più contorto, benché complesso e controverso soprattutto per lui che ancora non ha vigne di proprietà su cui costruire il ‘peso’ storico di una etichetta. Allorché il confine tra banalità ed incomprensione rimane estremamente sottile e la presunzione di saperci fare esposta a subire passivamente il fascino e l’aggravio del tempo nel quale rischia di dissolversi così, senza sconti.
Come sempre però le chiacchiere stanno a zero quando a parlare è il bicchiere. Ed eccolo il Taurasi di Joaquin¤, fatto con pochi grappoli di aglianico portati in cantina da una vigna di nemmeno quattro ettari in Paternopoli, che sembra promettere tante cose, consegnarci un’interpretazione rigorosa ed ossequiosa di enorme freschezza e fittezza degustativa. Ha frutto, tanta polpa e verticalità, nerbo, tannini dannatamente ruvidi e sapido quanto basta. Appena una manciata di bottiglie che nemmeno oso pensare quanto gli costeranno al Pagano tenere ancora un anno là in cantina, ma sui cui posso scommettere si aprirà una caccia senza tregua per essere tra i primi a tirargli il collo.
Tag: castagno, i viaggi 2006, irpinia, joaquin, maurizio de simone, montefalcione, Oyster 2008, piante a lapio, raffaele pagano, taurasi riserva della società, taurasi vendemmia
16 marzo 2013 alle 06:44 |
[…] pure di alcuni altri assaggi fatti da me fuori da questa manifestazione (Quintodecimo¤, Joaquin¤) l’impressione è che sembrano venirne fuori meglio anzitutto i cosiddetti ‘migliori’ (sparsi […]
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16 marzo 2013 alle 11:00 |
Angelo ero al telefono proprio ieri con Raffaele mi raccontava che aspettava con titubanza il tuo parere su questo Aglianico da lui prodotto ,bene sembra che le prime impressioni da te sopra esposte siano abbastanza lusinghiere, a questo punto spero quanto prima di fare un salto a Montefalcione per poter sperare anch’io di assaggiare il rosso di Raffaele,.
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16 marzo 2013 alle 11:06 |
In verità l’ho ‘sfottuto’ un po’ in queste ore, forse più per questo che per le mie attenzioni. Ben altri ne trarranno giuste conculsioni…
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16 marzo 2013 alle 11:16 |
il mitico Raffaele !!
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16 marzo 2013 alle 12:34 |
Grande Raffaele, sempre sorprendente!!
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21 marzo 2013 alle 14:24 |
[…] a Lapio 2011 di Joaquin per rendergli pubblicamente omaggio, a lui ma anche a Raffaele Pagano¤ che continua a sorprendere forte: Maurizio¤, nonostante la sua esuberanza l’abbia […]
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26 marzo 2013 alle 17:56 |
Raffaele non finirà mai di stupirci! In bocca al lupo per tutti i tuoi progetti caro collega…e in bocca al lupo anche a chi dovrà starti dietro!
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27 marzo 2013 alle 13:00 |
Non so se faccia parte del suo carattere, non lo conosco personalmente così bene nonostante la stima, ma si muove con molta discrezione Raffaele e, lo dico senza timore di essere smentito, nutre grande, grandissimo rispetto per chi come lui ma soprattutto prima di lui fa vino lì in Irpinia.
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8 luglio 2013 alle 23:27 |
[…] la presenza di Masseria Felicia¤, Galardi¤, Alepa¤, Villa Matilde¤, Cantine Astroni¤, Joaquin¤, Feudi di San Gregorio¤, Antiche Cantine Migliaccio¤. Il biglietto d’ingresso costa di 10 […]
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5 dicembre 2013 alle 18:01 |
[…] Aggiungo ahimè che lui è forestiero, tra l’altro non ha (ancora) vigne di proprietà per dirsi abbastanza vignaiolo (secondo qualcuno ben pensante) e nemmeno una produzione di fiano, greco, aglianico, falanghina, coda di volpe seriale ogni anno costante e numericamente importante per figurare tra le aziende irpine di riferimento. Uno sfigato insomma, verrebbe da pensare, nonostante una cantina – bella imponente – a Montefalcione, collaborazioni di tutto rispetto (Maurizio De Simone, Sergio Romano per dire) e una continua ricerca a tappeto sul territorio che lo ha condotto a conoscere palmo palmo tutte le vigne del circondario. E progetti sempre vivi e innovativi, quando non preziosi o rari come vinificare l’aglianico in bianco o fare un fiano da sole piante centenarie¤. Per non parlare del rilancio della viticultura a Capri¤. […]
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10 ottobre 2014 alle 11:36 |
[…] Michele¤, per la prima volta nella sua storia, grazie a quella ‘capa pazza’ di Raffaele Pagano¤ e l’entusiasmo del Console Staffan De Mistura¤ siamo riusciti finalmente a portare a termine un […]
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