Se guardi al mondo delle bollicine italiane un pensierino subito a Ferrari lo fai, anzitutto a questo nome, a questo marchio ormai storico, poi anche a tutti gli altri, quelli che ti vengono in mente. E se cerchi, tra i metodo classico italiani, quelli di riferimento, lo spumante ideale, quello assoluto, forse l’unico a giocarsela alla pari con i più grandi Champagne, bene, il Giulio è sempre lì, lassù, tra i migliori, quando non il migliore.
Il Giulio Ferrari è la Riserva del Fondatore, prodotto per la prima volta nel 1972 e avviato sin da subito ad un luminoso futuro. Non è uno spumante qualsiasi, è anzitutto uno chardonnay di gran spessore, poi un finissimo metodo classico – da un punto di vista tecnico di grandissima levatura -, che si giova quindi di una materia prima e di un terroir eccezionali e poi di una pratica di cantina altrettanto unica per esperienza e capacità. E tutto ciò salta subito al naso e al palato, sin da un primo assaggio. Non a caso ci vogliono almeno dieci anni di maturazione sui lieviti per donargli quel carattere distintivo unico ed inequivocabile, siffatto, di una tale opulenza e al tempo stesso finissima eleganza; a parer mio da sempre avanti anni luce a qualsiasi altra bollicina italiana.
Il 1997 è stato un millesimo di spessore, e nonostante i quindici anni questo vino si conferma capacissimo di attraversare il tempo senza perdere carattere e verve espressiva: il colore, tendente all’oro, è solo appena più pronunciato di quanto ci si aspetti ma decisamente in forma, luminoso, rinvigorito tra l’altro da un corollario di bollicine che hanno conservato finezza e persistenza. Il naso è chiaramente maturo, però sorprendente e pulito, integro, variopinto di erbe alpine, frutta gialla sciroppata e cioccolato bianco, e che sfuma lentamente su lievi sentori speziati di zenzero candito e frutta secca. Il sorso è asciutto, pieno e caldo, accompagnato da una sobria vivacità ma soprattutto da una avvolgente rotondità gustativa che chiude con un finale di bocca piacevolmente sapido. Un bicchiere tira l’altro. E’ un gran peccato, ma pare che anche i magnum prima o poi finiscono.
Se vi va, qui trovate una più ampia cronistoria del Giulio con annessa una speciale miniverticale di tre annate.
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18 febbraio 2012 alle 23:32 |
[…] background-color:#222222; background-repeat : no-repeat; } larcante.wordpress.com – Today, 4:32 […]
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28 febbraio 2012 alle 09:32 |
[…] che cada anche lui nell’errore di definire questo grande TrentoDoc uno “spumante”… Il testo completo dell’articolo, qui “Spumante” in grande spolvero Sulle pagine economiche del quotidiano veronese L’Arena […]
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28 febbraio 2012 alle 19:01 |
Ottimo!
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11 agosto 2013 alle 11:16 |
[…] 2001 è meno ridondante rispetto alle precedenti annate qui¤ raccontate, ma molto probabilmente è solo una questione di tempo. E’ ancora tutto proteso in […]
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21 novembre 2013 alle 12:18 |
[…] in bottiglia – poi diventati via via 10, in ultimo 11, ndr – si potesse ottenere dal Giulio¤ qualcosina in […]
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21 novembre 2013 alle 12:21 |
[…] in bottiglia – poi diventati via via 10, in ultimo 11, ndr – si potesse ottenere dal Giulio¤ qualcosina in […]
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