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Trento, Giulio Ferrari Riserva del Fondatore ’01

11 agosto 2013

Negli ultimi anni la crescita qualitativa degli spumanti italiani¤, dai Franciacorta¤ agli stessi Trentodoc in giù, è esponenziale e viene difficile farla passare inosservata persino ai francesi. Non mancano esempi¤ di distinzione un po’ ovunque ma il Giulio Ferrari¤ rappresenta a pieno titolo l’essenza stessa di tutte queste eccellenze.

Giulio Ferrari Riserva del Fondatore - foto tratta dal web.docx

Il 2001 è meno ridondante rispetto alle precedenti annate qui¤ raccontate, ma molto probabilmente è solo una questione di tempo. E’ ancora tutto proteso in verticale. Pare difficile spiegarlo con altre parole – a qualcuno sembrerà una forzatura – ma è un vino ancora ‘giovane’ nonostante i suoi 12 anni.

Te ne accorgi soprattutto dal sorso: teso, assai fresco, lungo. Il corredo aromatico è sempre di grandissima levatura, invitante, suggestivo, dipinto da una sovrapposizione di tante piccole sfumature che si rincorrono di continuo. Nel bicchiere c’è tanta materia, una tessitura fine e precisa che non mancherà di regalare bei momenti per molti anni a venire.

Anche per questo non mi sorprende più di tanto quanto sia ogni volta emozionante tornare pure sul 1994¤. Conta poco aggiungere altro alle note già descritte qui ma quello che vale la pena ripetere fino alla noia è quanto questo vino continui ad attraversare il tempo con disinvoltura senza soffrirne più di tanto il peso degli anni. Certo è evoluto, ma è incredibile la sua progressione gustativa e quel ventaglio di sentori che va lentamente aprendosi sino a dolci note di miele, mandorle tostate e frutta candita e di zenzero. Un vino da meditazione, per dirla con poche parole.

Venerdì 9 Agosto a L’Olivo con Ferrari

2 agosto 2013

Venerdì 9 Agosto continua la stagione enogastronomica al Capri Palace Hotel & Spa con un nuovo appuntamento di primissimo piano.

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L’Olivo apre le porte a Cantine Ferrari per celebrare un importante evento dove l’Arte della cucina e del vino si incontrano in uno degli scenari più suggestivi del mondo. Gli Chef Andrea Migliaccio e Alfio Ghezzi della Locanda Margon saranno gli autori di un esclusivo menu in abbinamento alle prestigiose bollicine Trentodoc di Ferrari.

Alle ore 20.00, sulla panoramica terrazza del Bar degli Artisti Aperitivo & Finger food a quattro mani con Trentodoc Ferrari Perlè Brut 2006 e Trentodoc Ferrari Perlè Rosè 2007, poi la serata continuerà al Ristorante L’Olivo con questo menu degustazione:

 (Andrea Migliaccio)

Seppia con patate, erba cipollina, bottarga e limone alla fava tonka

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(Alfio Ghezzi)

Blanc de Blancs Gabilo di fresca salatura, zuppetta allo Chardonnay

Con Trentodoc Ferrari Riserva Lunelli 2005

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(Alfio Ghezzi)

Riso mantecato all’aneto, fasolari, caprino e polvere di trombette nere

Con Trentodoc Ferrari Perlè Nero 2006

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(Andrea Migliaccio)

Spigola cotta in olio con pesca bianca, finocchio croccante e composta di prugna

Con Trentodoc Riserva del Fondatore Giulio Ferrari 2001

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(Andrea Migliaccio)

Ciliegie alla cannella con spuma di yogurt e lime &

Ananas, cioccolato bianco e lampone

Con Trentodoc Riserva del Fondatore Giulio Ferrari 1994

Per Info e prenotazioni
Capri Palace Hotel & Spa
Ristorante L’Olivo
Tel. : (+39) 081 978 0560
olivo@capripalace.com
http://www.capripalace.com
 

Trento Riserva del Fondatore Giulio Ferrari ’97

16 febbraio 2012

Se guardi al mondo delle bollicine italiane un pensierino subito a Ferrari lo fai, anzitutto a questo nome, a questo marchio ormai storico, poi anche a tutti gli altri, quelli che ti vengono in mente. E se cerchi, tra i metodo classico italiani, quelli di riferimento, lo spumante ideale, quello assoluto, forse l’unico a giocarsela alla pari con i più grandi Champagne, bene, il Giulio è sempre lì, lassù, tra i migliori, quando non il migliore.

Il Giulio Ferrari è la Riserva del Fondatore, prodotto per la prima volta nel 1972 e avviato sin da subito ad un luminoso futuro. Non è uno spumante qualsiasi, è anzitutto uno chardonnay di gran spessore, poi un finissimo metodo classico – da un punto di vista tecnico di grandissima levatura -, che si giova quindi di una materia prima e di un terroir eccezionali e poi di una pratica di cantina altrettanto unica per esperienza e capacità. E tutto ciò salta subito al naso e al palato, sin da un primo assaggio. Non a caso ci vogliono almeno dieci anni di maturazione sui lieviti per donargli quel carattere distintivo unico ed inequivocabile, siffatto, di una tale opulenza e al tempo stesso finissima eleganza; a parer mio da sempre avanti anni luce a qualsiasi altra bollicina italiana.

Il 1997 è stato un millesimo di spessore, e nonostante i quindici anni questo vino si conferma capacissimo di attraversare il tempo senza perdere carattere e verve espressiva: il colore, tendente all’oro, è solo appena più pronunciato di quanto ci si aspetti ma decisamente in forma, luminoso, rinvigorito tra l’altro da un corollario di bollicine che hanno conservato finezza e persistenza. Il naso è chiaramente maturo, però sorprendente e pulito, integro, variopinto di erbe alpine, frutta gialla sciroppata e cioccolato bianco, e che sfuma lentamente su lievi sentori speziati di zenzero candito e frutta secca. Il sorso è asciutto, pieno e caldo, accompagnato da una sobria vivacità ma soprattutto da una avvolgente rotondità gustativa che chiude con un finale di bocca piacevolmente sapido. Un bicchiere tira l’altro. E’ un gran peccato, ma pare che anche i magnum prima o poi finiscono.

Se vi va, qui trovate una più ampia cronistoria del Giulio con annessa una speciale miniverticale di tre annate.


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