“Non c’è bianco al mondo così assolutamente secco come l’asprinio: nessuno. Perché i più celebri bianchi secchi includono sempre, nel loro profumo più o meno intenso e più o meno persistente, una sia pur vaghissima vena di dolce. L’asprinio no. L’asprinio profuma appena, e quasi di limone: ma, in compenso, è di una secchezza totale, sostanziale, che non lo si può immaginare se non lo si gusta… Che grande piccolo vino!” [Mario Soldati]
Avremmo potuto costruirci nell’Agro aversano la nostra piccola Franciacorta, fare dell’asprinio – il nostro autentico, unico, inimitabile vitigno Principe di Aversa – un protagonista incredibile per un vino ma anche e soprattutto bollicine talmente uniche e rare quanto inarrivabili per tipicità, qualità, storia. Per vent’anni invece ci siamo accontentati, e continuiamo a farlo, nel cercare con superficialità, altrove ed ovunque, di fare, con qualsiasi uva, spumantini che appena lontanamente possano somigliare, ricordare, all’evenienza, il Prosecco di turno quando non – velleità delle velleità per qualcuno – vagamente lo Champagne. Intanto la terra è lì che aspetta, le alberate con tutta probabilità andranno a scomparire e, dalle nostre tavole, pure il vino. Se non fosse che…
Tag: alberata, angelo di costanzo, asprinio, asprinio d'aversa, aversa, carlo numeroso, giugliano, gricignano, i borboni, l'arcante, lusciano, tripla a, vitigno autoctono
28 novembre 2012 alle 21:17 |
Ma guarda un po che coincidenza, ho stappato proprio domenica(?)se ricordo bene.
Una bottiglia (Astroni) perfetta la corrispondenza gustolfattiva a quello che dici ed era ancora cosi’ ieri sera.Sto scrivendo e ancora salivo.E gia’ e proprio cosi,spero che queste cantine ci provino ancora,che continuino e magari chissa’ ne vedremo delle belle.
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29 novembre 2012 alle 23:49 |
“Falanghina Metodo Charmat” dell’amico Gerardo per l’appunto! 😉
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30 novembre 2012 alle 15:00 |
Alberto, hai comunque bevuto una buona bollicina fatta col cuore. Ma non limitiamo la prospettiva ai soli spumanti, l’Asprinio è anzitutto un piacevolissimo vino base!
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2 dicembre 2012 alle 23:18 |
Angelo, io mi riferivo proprio al “base”non allo spumante. Era una delle bottiglie che era stata risparmiata ad un banchetto nuziale di un paio di mesi fa (ho regalato il vino agli sposi e tra questi ho inserito anche l’Asprinio degli Astroni, che con quello dei Borboni ho reperito piu’ facilmente ed in brevissimo tempo). Vabbe’ alla prossima.
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9 aprile 2013 alle 00:02 |
[…] spesi lì a Conegliano Veneto con quel chiodo fisso in testa: gli autoctoni campani, quelle alberate¤, l’asprinio, il metodo […]
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18 agosto 2013 alle 12:43 |
[…] con maggiore entusiasmo una varietà e vini così autentici¤ che oltre a far parte del patrimonio¤ vitivinicolo italiano rappresentano anche un bel pezzo della nostra storia da più o meno duemila […]
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