Che le bollicine in Italia tirino alla grande è ormai cosa risaputa. Si è generato tra l’altro un movimento trasversale che vede coinvolto a vario titolo un po’ tutto il territorio nazionale da nord a sud.
Bollicine d’autore, metodo classico di spessore affiancati qua e là da altri spumanti: da uve autoctone e non, Prosecco col fondo (o col tranello), rosé, dolci, vini ‘di facile beva’. Un mare di cose interessanti¤, qualcosa di veramente sorprendente¤, altre un po’ meno centrate ma comunque funzionali all’economia aziendale. E mentre ci si divide tra origine certa e presunta, tra chi lo Charmat ce l’ha più lungo o il Marone Cinzano con più o meno botto, il mio pensiero va sempre là dove fare spumante è diventato nel frattempo arte e cultura, tipo in Trentino¤ o in Franciacorta¤.
E proprio qui, in Franciacorta, ormai sono tante le aziende di riferimento, tra le quali non manca quella del cuore capace di rimettere sempre ordine ai pensieri.
Delle sboccature più recenti assaggiate ho colto tante belle conferme con una nota su tutte: è chiara una maggiore propensione alla produzione dei pas dosé quando non, più in generale, un costante ‘alleggerimento’ del dosaggio stesso delle cuvée, una tendenza benaugurante capace così di esaltare alla grande certe peculiarità laddove si lavora con un buon numero di sovrapposizioni, siano esse varietali che tecniche, come avviene, appunto, per produrre Franciacorta. E questa etichetta qua di Cavalleri¤ mi è parsa ancora una volta molto ben riuscita, direi appena una spanna sopra le altre.
Una cuvèe ottenuta assemblando vini da vigne tutte attorno ad Erbusco, cuore della docg, solo chardonnay che per il 65% viene dalla vendemmia 2009, 25% dalla 2008 ed il restante dalla 2007. Quasi tutto fermentato in acciaio con solo un 5% che fa botte grande di rovere e un 5% barrique vecchie.
Il risultato è un Blanc de Blancs brut – un francesismo mai improprio in casa Cavalleri¤, ndr – brillante, cremoso, pieno di verve. Il colore è di un paglierino maturo splendido e le bollicine richiamano carezze e finezza senza mai fine. Pulito il naso: chiaro, invitante, fragrante con tutte note fruttate e aromatiche che si rincorrono sino a divenire candite, soavi, addirittura di rimando a spezie orientali. Il sorso è franco, dritto, vibrante direi, lungo. Ha materia e si fa bere, vuole cibi ricchi e profumati, va che è un piacere a tutto pasto. Un riferimento imperdibile!
Tag: big picture, Blanc de Blancs, Brut Cavalleri, chardonnay, franciacorta, giovanni cavalleri, l'arcante, pas dosé, pinot nero, s.a., terre di franciacorta, trentino, trento doc
11 agosto 2013 alle 11:16 |
[…] ultimi anni la crescita qualitativa degli spumanti italiani¤, dai Franciacorta¤ agli stessi Trentodoc in giù, è esponenziale e viene difficile farla passare inosservata persino […]
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24 agosto 2013 alle 14:43 |
[…] come Ca’ del Bosco¤, Bellavista¤, Fratelli e Guido Berlucchi piuttosto che Uberti e Cavalleri¤, giusto per citarne i primi che mi vengono in mente, fanno da traino a tutto il comparto e sono […]
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