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Cirò, nessuno tocchi il disciplinare!

13 Maggio 2010

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’invito del Comitatoin difesa dell’identità del vino Ciròa rivedere le intenzioni di modificare il disciplinare di produzione dello storico vino calabrese per aprirlo tra le altre cose, al blend con vitigni internazionali.

Nel comunicato stampa del 25 Luglio 2009 (puoi leggerlo qui) facevamo appello al Consorzio di Tutela per fermare tutte le procedure di modifiche al disciplinare e nello stesso tempo aprire un dialogo con tutti i soggetti coinvolti, per arrivare ad una soluzione condivisa.

Invece, ostinati, come solo i calabresi sanno essere, hanno presentato la richiesta di modifica che è stata pubblicata sul Bur Calabria del 31 Luglio 2009. Il fronte dei contrari era comunque talmente ampio e autorevole che ci aspettavamo un rigetto di questa fantasiosa richiesta, ma si sa in Italia non bisogna dare niente per scontato e dopo 9 mesi (un vero travaglio) gli ultimi rumors dicono che in Regione Calabria si sia arrivati ad un compromesso. Comprocheeee!!

A questo punto vogliamo trasparenza! Non ci importa più di internazionali e di autoctoni, di imbottigliamenti in zona e fuori zona, di rese per ettaro e per pianta. Vogliamo solo trasparenza, che tutto avvenga alla luce del sole, che tutte le voci interessate abbiano la possibilità di parlare.

E se prevarrà l’irrazionale idea di poter utilizzare decine di vitigni che nulla hanno a che fare con il Cirò, accetteremo l’esito con la serenità derivante da un confronto libero e democratico.

Per tutto questo chiediamo che venga indetta una pubblica audizione e a tal proposito abbiamo inviato una lettera alla Regione Calabria e al Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che riportiamo di seguito.

Spett.le
Ministero Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
Comitato Nazionale per la tutela e valorizzazione dei vini DOC e I.G.T
Dir. Gen. SACO IX.
Via XX Settembre, 20 00187 ROMASpett.le Regione Calabria-Settore 2 – Dip. Agricoltura
Via E. Molè 88100 – CATANZAROe p.c. Agli organi di stampa

Cirò Marina, 29 Aprile 2010

Oggetto: Modifica del disciplinare DOC Cirò pubblicato sul BUR Calabria in data 30/07/2009

In riferimento alla richiesta di modifica del disciplinare DOC Cirò in oggetto, avanzata dal Consorzio di Tutela del Cirò e Melissa, facciamo presente che nel periodo precedente alla presentazione, si è costituito un comitato spontaneo “In difesa dell’identità del vino Cirò” che ha promosso una raccolta di firme dei soggetti contrari alla modifica.

L’iniziativa ha trovato il consenso dei Sindaci del Cirotano, dei viticoltori e di molte cantine, ha visto inoltre l’adesione anche di figure di rilievo della ricerca vitivinicola, quali il prof Fregoni e il prof Scienza e di moltissimi estimatori del Cirò in tutto il territorio nazionale.

Questo movimento ha organizzato una pubblica assemblea per discutere delle proposte di modifiche del disciplinare di produzione del Cirò DOC. Assemblea che si è svolta presso il Centro servizi del Comune di Cirò in data 10 Luglio 2009.

L’assemblea, molto partecipata, ha visto la presenza di viticoltori, vinificatori, delle istituzioni pubbliche, nelle figure dei Sindaci di Cirò, di Cirò Marina, di Crucoli, di Melissa e di personalità politiche nella persona dell’On. Nicodemo Oliverio.

Tutti concordi che il processo di modifica del disciplinare del “Cirò DOC” iniziato unilateralmente dal Consorzio di Tutela dei Vini DOC Cirò e Melissa, doveva essere bloccato e ridiscusso.

Pertanto chiediamo che venga indetta una pubblica audizione in cui si possano esporre tutte le ragioni, al fine di giungere in modo trasparente ad una soluzione condivisa.

Il comitato in difesa dell’identità del vino Cirò

Cirò Marina, ‘A Vita di Francesco De Franco

26 febbraio 2010

Inutile nasconderlo, ci vuole un gran coraggio. Francesco e Laura, lui calabrese, lei friulana, lui architetto, a San Marino, lei operatrice culturale.

Due mondi complessi, spesso tanto distanti quanto facilmente sovrapponibili l’uno all’altro, due persone però che hanno un senso comune di responsabilità verso la natura eccezionale, che li porta in poco tempo a decidere di rivedere tutti i progetti della loro vita per dedicarsi completamente alla vigna, in Calabria, in una delle aree certamente più vocate della viticoltura italiana ma atavicamente legata ad una percezione di qualità molto labile, oltremodo offensiva per un territorio di straordinarie qualità naturali, storiche e culturali come questo lembo di terra tra la Sila e lo Jonio.

L’azienda è a Cirò Marina, in località Muzzunetto, 8 ettari di vigna piantati ad alberello, di età media tra i 30 ed i 40 anni e condotti interamente con sistema di agricoltura biologica: niente prodotti di sintesi per i trattamenti, nessuna concimazione, solo sovesci primaverili e tanta particolare attenzione in tutta la fase produttiva; grappoli ognuno dei quali trattati come figli di un padre che li ritrova dopo mesi di lontananza! Qui il terreno è argilloso-calcareo con esposizione a nord-ovest e gode di una particolare favorevole incidenza di escursioni termiche (nonostante i soli 100m sul livello del mare, da qui a vista d’occhio) tra giorno e notte che conferiscono alle uve gaglioppo, in piena maturazione prima della vendemmia, ottime concentrazioni di aromi primari. In cantina solo fermentazioni spontanee con lieviti indigeni e senza aggiunta di enzimi, decantazioni naturali e limitato utilizzo di solforosa, questo vino in particolare ha svolto una macerazione sulle bucce di sei giorni ed è rimasto in affinamento esclusivamente in acciaio prima di essere imbottigliato.

Il Cirò rosso Superiore ‘A Vita 2008 di Francesco e Laura è un gran bel vedere, ha un colore assai invitante, rosso rubino-granata di una tonalità splendente, trasparente, direi tanto esemplare come pochi negli ultimi vent’anni prodotti con questa denominazione, dove nonostante la “franchezza visiva” fosse un tratto distintivo del vitigno, di questo territorio, si è forzatamente cercato di coprirne la trasparenza con artefizi o tecnicismi fuori da ogni logica di valorizzazione e dentro ogni illogica idea di omologazione. Il primo naso è affascinante, sfumata la primaria nota vinosa che attacca le narici viene fuori un quadro aromatico molto invitante, intrigante e gradevole, floreale, fruttato, lievemente speziato: subito note di rosa e lampone, poi amarena, ribes, infine sottili sfumature di mirto e alloro, note iodate. In bocca è sicuramente ricco, avvolge il palato e mi convince di stare bevendo un ottimo Cirò, sicuramente buono come pochi altri negli ultimi anni. Dalle parole di Francesco avevo intuito, oltre al grande amore per la sua terra anche le notevoli aspettative che nutre nei confronti dei suoi due vini prodotti, questo e la riserva, in invecchiamento, che arriverà quindi solo tra qualche tempo. In bocca è secco, caldo, a tratti prorompente, ben legato ad una sapidità sgusciante e avvolgente il palato. 

L’unico elemento che non mi ha del tutto convinto in questo vino è la fittezza dell’acidità e del tannino, meno espressiva, tangibile, rispetto alle mie aspettative, di quanto cioè avuto notizia nella disquisizione tecnica di entrambi i vini prodotti. L’opulenza alcolica pare un po’ sovrastante le durezze, che dovrebbero in effetti garantirgli equilibrio e non di meno lunga vita, se lunga vita pretendiamo da un vino-frutto (una delle poche volte che questa sorta di scrabble grammaticale ha davvero senso) così irrimediabilmente affascinate alla sua prima annata di produzione, per’altro ad un prezzo, 10 euro in enoteca, abbastanza alla mano. Opportuno servirlo ad una temperatura non superiore ai 14-16 gradi, valido compagno di una bevuta serale settembrina a base di amici e racconti post-vacanza, storie di luoghi, profumi e colori chiari e splendenti, proprio come le spiagge di ghiaia ed il mare da Cirò Marina a Torre Melissa.