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Dolce frutto della mia terra, la Mela Annurca

7 settembre 2010

Ci sono alcuni profumi dell’infanzia che ti rimangono fissati nella memoria come un incisione sul marmo. In inverno, con i primi freddi ed i primi rossori, il decotto di mela annurca veniva come manna dal cielo, la pozione magica a cura di ogni malanno da raffreddore e dintorni.

La Mela Annurca: è da sempre un prodotto straordinario, sorprendentemente unico. Oggi è coltivata in tutte le provincie campane anche se le aree tradizionalmente legate alla sua produzione rimangono i Campi Flegrei e soprattutto, negli ultimi anni, il casertano e le valli Caudina e Telesina nel beneventano, dove si concentra gran parte della produzione attuale dell’Annurca tradizionale: con 90.000 tonnellate medie annue, l’Annurca rappresenta oltre il 50% della produzione regionale di mele e il 5% circa di quella nazionale. Le qualità di questa mela, fino ad oggi apprezzate particolarmente dai consumatori campani e laziali, stanno progressivamente conquistando sempre maggiori spazi anche nei mercati dell’Italia centro – settentrionale, grazie anche all’ingresso nei canali della grande distribuzione organizzata.

Le origini: per la sua storica provenienza da Pozzuoli, anticamente identificata da Plinio il Vecchio nel suo Naturalis Historia come la porta per la discesa agli “Inferi”, la Mala Orcula (poi annorcola) ha mutato il nome nel corso dei secoli sino a divenire Mela Annurca. La sua raffigurazione nei dipinti rinvenuti negli scavi di Ercolano ed in particolare nella Casa dei Cervi, testimonia l’antichissimo legame con la Campania Felix.

Caratteristiche: La polpa è croccante e compatta, gradevolmente acidula e succosa, aromatica e profumata. Uno degli elementi che ne caratterizzano la produzione, è l’arrossamento a terra, nei cosiddetti melai, dove viene lasciata maturare per un certo periodo prima della commercializzazione, è proprio in questa fase che l’Annurca acquisisce il tipico colore rosso. L’elevato contenuto di vitamine B (B1, B2) PP e C, unitamente ad elementi minerali ne fa un eccellente antiossidante. La ricchezza in fibra poi, la rende particolarmente adatta a ripulire le arterie dal colesterolo e quindi nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Negli ultimi anni si è ripreso a considerare l’Annurca come base di frutta per torte e dessert di vario genere, anche in alta gastronomia.

Leonforte, Lenticchia Nera di Enna

2 aprile 2010

E’ un’antica cultivar tipica della provincia di Enna, molto apprezzata fino agli anni ’50. Dal dopoguerra in poi però la sua produzione si è via via abbandonata, complice la politica agricola comunitaria, ma soprattutto l’avvento di nuove cultivar più resistenti, più produttive e la cui produzione era possibile massificare e  meccanizzare con evidente abbassamento di costo di produzione.

In tutto questo arco di tempo la lenticchia nera ha rischiato seriamente di scomparire per sempre, ed è stata prodotta in quantità molto variabili e comunque mai al di sopra dei 100-400 kg/ l’anno. Nel 2002, l’azienda Agrirape di Enna, fortemente motivata a recuperare la produzione di questo antico legume locale è riuscita a scovare qua e la nella provincia ennese appena 800 grammi di sementi per ristrutturare il reimpianto ed avviare un più degno collocamento sul mercato, quantomeno regionale!

La coltivazione è estremamente laboriosa e come nelle migliori salvaguardie dei prodotti in via di estinzione non mancano notevoli difficoltà burocratiche per implementare la filiera produttiva. Le tecniche colturali, oltretutto, sono svolte tutte manualmente, soprattutto a causa del portamento della pianta stessa, dallo stelo cortissimo e praticamente strisciante, quasi a contatto col terreno. Per questo motivo non è possibile meccanizzare la raccolta. di conseguenza anche tutte le operazioni che seguono la raccolta devono essere svolte necessariamente a mano o, quantomeno, con metodi che non ammettono proroghe all’antica tradizione contadina siciliana.

Da un punto di vista alimentare, la Nera di Enna è un legume che contiene rispetto alle normali lenticchie, una maggiore percentuale in proteine e fibra e un minore contenuto in grassi, pur conservando tutte le peculiarità gastronomiche che la rendono particolarmente duttile in molte preparazioni di cucina, come piatto principale (ad esempio zuppe) o in abbinamento a secondi di particolare pregio, siano essi di carne che di pesce; A margine, è certamente apprezzabile anche l’effetto visivo che concede questo prodotto, che se utilizzato con equilibrio può rappresentare un ottimo viatico per rendere un piatto visivamente più invitante.

Per maggiori informazioni, contattate l’azienda grazie alla quale mi è stato possibile parlarvi di questo prodotto davvero particolare ed interessante:
Azienda Agricola “Agrirape” di Manna Angelo
Corso Umberto 556 – 94013 Leonforte (En)
e-mail: info@agrirape.it Tel.: 0935 904862