Fondato nel 1691 è tra i Domaine più antichi d’Alsazia, Valentin Zusslin riunisce oggi almeno due generazioni di viticoltori che continuano a sorprendere con vini di straordinaria profondità. Siamo a Orschwihr, paese con poco più di mille anime a sud di Colmar, alle pendici del Bollenberg, e questo che vi raccontiamo è il loro Riesling di punta, il Grand Cru Pfingstberg, nelle annate dal 2015 al 2009. Il Domaine dal 1997 è gestito secondo i principi della cultura biodinamica.
Il vigneto alsaziano conta all’incirca 15.500 ettari votati alle Aoc collocati prevalentemente tra i 200 e i 400 metri s.l.m., è senza dubbio uno dei territori vitivinicoli più settentrionali di Francia nonché del continente europeo. La sua estensione copre circa 120 chilometri da nord a sud, da Marlenheim a Strasburgo nel Basso Reno, proseguendo poi verso sud da Colmar sino a Thann, nell’Alto Reno. Qui la barriera naturale dei Vosgi contribuisce notevolmente a limitare le influenze oceaniche rafforzando così la presenza di un clima continentale con estati calde e inverni freddi e asciutti che consentono generalmente uno sviluppo sostenibile della vigna. Ci troviamo di fronte a territori con una conformazione geologica particolarmente complessa che ha naturalmente permesso la creazione di terroir molto caratteristici, in più casi davvero unici.
Zusslin, come detto, coltiva il vigneto in regime Biologico certificato, aderisce ai protocolli biodinamici di Demeter¤ e fa parte di Byodivin¤, nonché dell’International Biodynamic Wine Growers Association¤. La produzione media è di circa 90.000 bottiglie l’anno, provenienti dai 16 ettari di proprietà dove vengono coltivate un po’ tutte le varietà tradizionali alsaziane Muscat, Sylvaner, Gewürztraminer, Pinot Gris, ancora Pinot Noir e, ovviamente, il Riesling; da quest’ultimo, con il Grand Cru Pfingstberg si prova a tirare fuori un vino tra le più alte espressioni prodotte qui in Alsazia. In cantina si utilizzano perlopiù legni grandi. Di questo vino se ne producono mediamente 3.500 bottiglie l’anno.
Alsace Grand Cru Pfingstberg Riesling 2015. E’ la prima annata vestita con la nuova bottiglia disegnata apposta per il Domaine Zusslin, non più una classica renana ma ispirata ad una borgognotta dal collo un po’ più allungato. Nel bicchiere il colore paglierino carico è splendido, luminoso, invitante. Il naso ha bisogno di tempo per aprirsi del tutto, dissolte le particolari sensazioni idrocarburiche viene fuori agrumato, floreale e speziato. Nessuna nota rimanda al legno grande utilizzato. Sa anzitutto di cedro e bergamotto, poi di fiori ed erbe di montagna. Il sorso è secco, teso e serrato, dal gran finale di bocca vibrante, asciutto e caldo.
Alsace Grand Cru Pfingstberg Riesling 2014. Nessun accenno a note o sfumature che facciano pensare ad un vino ”vecchio” di cinque anni, anzi, bellissimo il colore paglierino/oro luminoso e affascinante. Le sensazioni olfattive sono intriganti e fini, con richiami di pesca matura e ancora agrumi, un po’ più in evidenza altri toni tipicamente varietali e minerali, in particolar modo cherosene, poi dissolto, e grafite. Il legno è del tutto digerito, il sorso è secco, la tessitura ben serrata nonostante una beva compiuta ed equilibrata, di quei bianchi da spendere con soddisfazione su Tartare (anche di carne) anche aromatizzate, se non su tranci di pesce appena scottati.
Alsace Grand Cru Pfingstberg Riesling 2013. Annata ricordata da queste parti come particolarmente calda e siccitosa, vino di grande equilibrio gustativo, l’unico della batteria con un residuo zuccherino sensibilmente più alto (2gr/lt). Il colore paglierino è lievemente più carico, ancora luminoso, oro sull’unghia del vino nel bicchiere. Qui il naso accenna solo le caratteristiche sensazioni idrocarburiche, viene subito fuori invece dolce, speziato, invitante. Sa di mango, cedro candito, zenzero. Il sorso è secco e morbido, al palato scivola via fresco e avvolgente, un grande bianco a tutto pasto, di quelli su cui ”giocare” anche con le temperature di servizio.
Alsace Grand Cru Pfingstberg Riesling 2012. Il quadro organolettico nell’insieme sembra esprimere in questo momento un vino apparentemente sospeso: il colore oro è lucente, il naso sembra però concentrico sulle sensazioni idrocarburiche che a fatica lasciano intravedere lo splendido bouquet sino a questo momento apprezzato. In bocca è secco, di buona struttura e appagante. È comunque un vino di grande personalità, ha tanti sapori di pietra focaia e grafite, un’acidità intrigante e tanta persistenza. Di quelli da poter spendere anche su formaggi erborinati a pasta molle o finanche cremosi.
Qui l’areale, in particolare il sub-strato di questo Gran Cru, è sostanzialmente argilloso-calcareo con una massiccia presenza di roccia arenaria e conglomerati di origine torrentizia in alcune parcelle e addirittura di origine marina in alcune altre (versante orientale). E’ curioso tra l’altro immaginare che una delle emergenze più sentite negli ultimi anni qui ad Orschwihr, e più in generale in tutta l’Alsazia, è la mancanza di precipitazioni bastevoli a raggiungere medie stagionali e annuali soddisfacenti. Non a caso è questa la collina tra le più aride del territorio nonostante non manchi un ecosistema di flora e fauna ancora in grado di fornire suggestioni straordinarie.
Alsace Grand Cru Pfingstberg Riesling 2011. Lontano, per distacco, dal precedente duemiladodici. E’ particolarmente invitante sin dal colore oro luminoso, cristallino. Il naso è particolarmente intenso e ampio, oltre alle classiche note ”rieslingheggianti” sa essere finemente speziato e fruttato. L’incipit caratteristico non copre infatti le gradevoli sensazioni di frutta candita e zenzero, cui s’aggiungono un abbrivio gessoso e altri toni minerali ed aromatici che conducono ad un sorso sapido, pieno ed armonioso, di spessore e dalla profondità invidiabile. Non necessariamente il migliore della batteria ma senz’altro quello più capace di tirarne le fila in questo preciso momento.
Alsace Grand Cru Pfingstberg Riesling 2009. E’ in perfetto stato di grazia, sin dal colore oro cangiante, ha un naso empireumatico e un sorso corroborante, tonificante; volendogli trovare una qualche mancanza potremmo coglierla solo in un naso (forse) poco slanciato, più orizzontale che verticale ma in tutta onestà staremmo solo a cercare un pelino nell’uovo. Questa bottiglia è una bella istantanea di cui godere a pieno. Aggiungiamo invece che questo passaggio in sei annate – e quasi dieci anni – in casa Zusslin¤ ci ha regalato una meravigliosa esperienza e ci affidato ancora nuove chiavi di lettura di uno straordinario terroir e di uno tra i più coinvolgenti vini in circolazione.
Domaine Valentin Zusslin è distribuito in Italia da Balan.
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