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Contea di Sclafani Rosso del Conte 2007 Tasca d’Almerita, o di un viaggio lungo quasi 40 anni!

4 marzo 2013

E’ curioso come un vino possa praticamente da solo rappresentare la storia degli ultimi 40 anni di tutta un’azienda, ancor più quando questa è tra le più rappresentative di un territorio, la Sicilia, al centro di un vero e proprio moto rivoluzionario negli ultimi anni in tema vitivinicolo.

Contea di Sclafani Rosso del Conte 2007 Tasca d'Almerita - foto A. Di Costanzo

Quel vino è il Rosso del Conte. Ciò che oggi ritorna nel bicchiere passa infatti attraverso le tante tappe vissute in Tasca d’Almerita. Un vino sicuramente tra i più conosciuti tra quelli siciliani eppure tra i più controversi e discussi per il continuo cambiar pelle negli anni da quando, nel 1970, fu pensato come fiore all’occhiello della produzione a Regaleali, la Riserva del Conte, per dare valore aggiunto alle splendide vigne ad alberello di nero d’Avola di San Lucio, cui s’aggiunsero negli anni quelle di Cordicella , Girato, Cozzo Ginestre, Piana Gelso e Rossi.

Numerose le evoluzioni, quindi, dalle uve messe in bottiglia ai diversi accorgimenti sull’affinamento; non a caso, a detta dei più fortunati, una verticale di Rosso del Conte, diciamo pure solo di quindici/venti annate, più che raccontare il vino in se è capace di raccontare tutto quanto successo in azienda, se non in Sicilia, negli ultimi 40 anni: dai primi timidi passi da protagonista del nero d’Avola sul mercato degli anni settanta all’introduzione massiva sull’isola dei cosiddetti vitigni internazionali, sino all’odierna riscoperta degli autoctoni isolani, perricone tra tutti. Per non parlare poi di quanto fatto e disfatto coi legni di vario genere e sperimentazioni in cantina.

Ma veniamo a questo 2007. Bello il colore rubino porpora vivace e profondo. Naso invitante, che sa di confettura di prugna e frutti neri, balsami e liquerizia, con un richiamo finissimo di arancia rossa. Il sorso ha respiro e tanta sostanza: è secco, fluido e avvolgente, solo sul finale di bocca chiude appena dolce. Conserva tannini ben integrati, che graffiano un po’ meno ad esempio rispetto al sontuoso 2006, ha buona spalla alcolica ma non è ingombrante, sicché se ne giova la beva che rimane sostenuta e piacevole ad ogni sorso. Un Rosso del Conte di immediata bellezza.


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