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Il vino secondo la Signora Carmela, quelli al calice

4 settembre 2019

Il vino al calice, attenzione agli scarti di cantina¤.

© L’Arcante – riproduzione riservat

Il vino al calice, attenzione agli scarti di cantina

23 luglio 2019

Opportunità spesso mancata, il vino al calice rimane una pratica di grande valore all’interno di un locale, che sia un Bar con aperitivi oppure attività più strutturate come Osterie, Wine Bar, Pizzerie e Ristoranti, siano questi ”Gastronomici” oppure no.

Opportunità da saper gestire però con estrema attenzione. Proporre vini al calice non significa (necessariamente) dare fondo alla cantina o propinare all’avventore qualsiasi cosa pur di svuotare lo scaffale e il frigo ad ogni costo, soprattutto, è necessario stare attenti a non provare mai a darla a bere, persino all’ultimo arrivato.

Saremo più chiari. Mettete che una sera, siamo in piazza, seduti alla tavola di un Bar di buona fama con una proposta ampia e ben strutturata di cibi dolci e salati e bevande, con una discreta proposta di drink ed alcuni vini al bicchiere di una nota azienda campana, tra cui uno spumante metodo classico e tre ottime referenze di bianchi. L’avventore, piacevolmente rapito da quell’offerta, dopo aver ordinato piccole cose da mangiare, chiede di bere un calice di vino spumante, ben freddo. Il giovane cameriere, preso l’ordine si congeda con educazione e si allontana.

Al momento del servizio, con le altre cose, arriva – già versato – il calice di vino, fermo. Cosa che non passa certo inosservata; richiamata l’attenzione del cameriere, questi appare sorpreso ma nemmeno poi tanto, si scusa, aggiungendovi però che ”sì, purtroppo lo spumante ci è terminato, ho pensato potesse piacerle questo…”. L’avventore, non proprio l’ultimo arrivato, apprezza lo spirito d’iniziativa e sorseggiato il vino, chiede di vedere la bottiglia di vino. ”Eccola qua, è questa!”. Il risultato? Un disastro totale!

La bottiglia portata a tavola era chiusa e a temperatura ambiente, presa evidentemente dallo scaffale; non era, non poteva essere, quel vino anonimo servito nel bicchiere al posto dello spumante senza aver chiesto prima cosa ne pensasse l’avventore. Insomma, senza tirarla per le lunghe, la pezza si è rivelata molto, ma molto peggio del buco. Morale della favola: non tutti gli Spritz serviti nel mondo sono necessariamente desiderati!

© L’Arcante – riproduzione riservata

   


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