Il vino al calice, attenzione agli scarti di cantina¤.
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Opportunità spesso mancata, il vino al calice rimane una pratica di grande valore all’interno di un locale, che sia un Bar con aperitivi oppure attività più strutturate come Osterie, Wine Bar, Pizzerie e Ristoranti, siano questi ”Gastronomici” oppure no.
Opportunità da saper gestire però con estrema attenzione. Proporre vini al calice non significa (necessariamente) dare fondo alla cantina o propinare all’avventore qualsiasi cosa pur di svuotare lo scaffale e il frigo ad ogni costo, soprattutto, è necessario stare attenti a non provare mai a darla a bere, persino all’ultimo arrivato.
Saremo più chiari. Mettete che una sera, siamo in piazza, seduti alla tavola di un Bar di buona fama con una proposta ampia e ben strutturata di cibi dolci e salati e bevande, con una discreta proposta di drink ed alcuni vini al bicchiere di una nota azienda campana, tra cui uno spumante metodo classico e tre ottime referenze di bianchi. L’avventore, piacevolmente rapito da quell’offerta, dopo aver ordinato piccole cose da mangiare, chiede di bere un calice di vino spumante, ben freddo. Il giovane cameriere, preso l’ordine si congeda con educazione e si allontana.
Al momento del servizio, con le altre cose, arriva – già versato – il calice di vino, fermo. Cosa che non passa certo inosservata; richiamata l’attenzione del cameriere, questi appare sorpreso ma nemmeno poi tanto, si scusa, aggiungendovi però che ”sì, purtroppo lo spumante ci è terminato, ho pensato potesse piacerle questo…”. L’avventore, non proprio l’ultimo arrivato, apprezza lo spirito d’iniziativa e sorseggiato il vino, chiede di vedere la bottiglia di vino. ”Eccola qua, è questa!”. Il risultato? Un disastro totale!
La bottiglia portata a tavola era chiusa e a temperatura ambiente, presa evidentemente dallo scaffale; non era, non poteva essere, quel vino anonimo servito nel bicchiere al posto dello spumante senza aver chiesto prima cosa ne pensasse l’avventore. Insomma, senza tirarla per le lunghe, la pezza si è rivelata molto, ma molto peggio del buco. Morale della favola: non tutti gli Spritz serviti nel mondo sono necessariamente desiderati!
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Dal prossimo Maggio e per tutta questa stagione su ognuna delle carte dei vini del Ristorante L’Olivo, in prima pagina, ci mettiamo, a rotazione, una foto di una delle tante stupende vigne campane.
Dai miei Campi Flegrei al Vesuvio, dalla Costiera fin giù in Cilento, Irpinia, Taburno e Sannio, Roccamonfina, Terre del Volturno, l’Agro Aversano e l’Ager Falernus, le isole di Capri e Ischia: da qui le foto più suggestive finiranno là in carta. Bello, no?
Mai avrei immaginato un successo così immediato: l’idea è piaciuta, anche parecchio visto che in poco più di 24 ore mi sono arrivate circa 150 foto da un po’ ovunque in Campania. Bellissime e suggestive le vigne campane, grandissimo l’impegno che molti produttori hanno assunto nel valorizzare così il proprio territorio.
Alcune foto, come quella di Paola Riccio dell’azienda agricola Alepa¤ di Caiazzo ritraggono dei veri piccoli capolavori della natura. Come questa di Laura Di Marzio che fissa nel tempo una straordinaria nevicata a Mirabella Eclano nella Vigna Quintodecimo¤.
E che ne dite di questa? E’ di Maria Felicia Brini, dell’azienda Masseria Felicia¤ di Sessa Aurunca, terra di Falerno: una vigna col fuoco dentro! E poi ancora un grazie a Stefania Carlo per avermi girato uno stupendo panorama di Castelvenere, il comune più vitato d’Italia.
Chi volesse può inviarcene di sue – in formato Jpeg, in alta risoluzione -, magari accompagnate da due righe che ci autorizzano alla pubblicazione all’indirizzo sommelier@capripalace.com. Insomma, noi ce la mettiamo proprio tutta a comunicare il vino con tutto l’amore possibile!
Tutte le foto sono pubblicate per gentile concessione degli autori per il progetto ‘Una vigna straordinaria in Carta’. Riproduzione Riservata.
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