Dovessi scegliere tra i fiano di Avellino in circolazione quello con il rapporto prezzo-qualità più sorprendente questo qui di Sabino Loffredo si giocherebbe alla grande il podio più alto.
L’impianto è solido e promette ancora buona evoluzione, bello già il colore carico e luminoso. A cercare il pelo nell’uovo il profilo organolettico manca forse di quello scatto mordace a cui siamo abituati nei vini di Pietracupa, qui abbastanza sobrio; di certo l’annata è stata letta più che bene, gestita con coraggio nonostante il caldo di quell’anno spingesse molti a vendemmiare in fretta e furia facendo poi vini sostanzialmente più magri e verticali.
Gli ha fatto bene stare in bottiglia, non a caso pare tra i più performanti fiano duemilaundici in circolazione. È un piacere starci col naso nel bicchiere, offre rimandi varietali di grande autenticità e in fin dei conti trovo di giustezza anche il sorso, pulito, rinfrancante, sapido, assai piacevole soprattutto se accompagnato con pietanze poco salsate.







