Come per i ”Comfort Foods” ovvero quei cibi a cui ricorriamo talvolta per soddisfare un bisogno emotivo alla ricerca di sapori consolatori, stimolanti e spesso nostalgici, così vi sono i ”Comfort Wines”, vale a dire bottiglie sicure, di solito appaganti, vini che continuano ad essere tra i più venduti sul mercato e consumati in Osterie, Wine Bar, Ristoranti e ultimamente finanche in Pizzerie, con grande successo soprattutto al calice.
Per conquistarci pienamente un vino deve avere una lunga storia, magari portare con se un messaggio di forte tradizione, evocare la sua terra, le persone che l’hanno forgiato, eccone allora uno di quelli impeccabili, a questo duemiladiciassette gli tiri via il tappo e sai di avvicinarti ad un vino di sicuro affidamento, certo di lettura semplice, ma che a volerti spiegare per bene ti potrebbe aprire davanti un mondo intero di colori, di profumi, di sapori, quelli di una terra splendida, l’Abruzzo, che non vorresti mai smettere di camminare, vivere, portare con te. Come ripercorrere tutti i meravigliosi ricordi legati agli anni che ci ha regalato il grandissimo compianto Gianni Masciarelli.
Il bicchiere ci regala un vino franco e schietto, il colore è rubino vivace, trasparente, appena sgranato sull’unghia del vino nel bicchiere. Il naso è immediato, vinoso, floreale e fruttato, vi si colgono chiaramente dolci note di violetta, di amarena, melograno, appena un accenno balsamico sul finale di bocca che chiude fresco e caldo. Il sorso è succoso, gustoso e appena tannico, sono tredici gradi e mezzo di grande piacevolezza. L’abbiamo bevuto a tutto pasto durante un pranzo domenicale ricco e sostenuto: Zuppetta di legumi, Stracotto di manzo, Bottoni di pasta ripieni con ricotta ai funghi Porcini, Lombata di Agnello e Salsiccia alla brace, patate al forno e Friarielli, ebbene, nemmeno una sbavatura, degno compagno a tutto pasto, una certezza assoluta!
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