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Depressione* professionale

18 giugno 2011

Una bottiglia di vino può nuocere gravemente alla salute, quella mentale prima che fisica. Ciò è un dato di fatto, dicono. Quella della salubrità del nettare di Bacco d’altronde, è questione millenaria, inutile ribadire che rimane un concetto caldo strettamente legato all’uso sobrio od improprio che se ne riesce o meno a fare; bevetela pure tutta la bottiglia, e quando c’è, pure la storiella di turno, ma siate almeno in due, un testimone fa sempre comodo, più dello spartirsi l’ebbrezza; e quando vi è possibile, raccontatela in giro, con la stessa moderazione con la quale l’avete scelta da uno scaffale o da una carta dei vini.

Seguono alcuni pensieri e parole a margine di riflessioni raccolte qua e la, se vi fa piacere dategli un’occhiata. Il resto è solo un brutto momento, ma va bene così.

A proposito di guide ai vini d’Italia: “per fare un buon vino, pluripremiato dalle migliori guide, può bastare comprarne una giusta quantità dall’azienda a cui da sempre conferisci le tue uve e chiedergli di etichettarne qualche centinaio di bottiglie con la tua partita iva. Fa niente se fai l’imbianchino o il ginecologo, tanto diciamolo francamente, non è che ti sia mai importato più tanto di sto’ cazzo di mondo del vino, ma oggi è un must e tu vuoi esserci.” Da gran Viveur…

I buoni propositi campanilisti: “il miglior aglianico mai prodotto in Irpinia sotto i cinque euro franco cantina lo produce un’azienda che sta in provincia di Napoli; nessuno però lo scriverà mai, perché?” Perché nun se fanno ancora capaci!

Giro in cantina: …ho visto una vasca di aglianico “Atto a divenire Taurasi” con il cartellino “Merlot 100% al I travaso”. Mi sono dato subito due pizzicotti. Un sogno ad occhi aperti?

Insindacabile. “L’Oslavje 2000 di Radikon bevuto l’altra sera era una vera cioféca, checché se ne dica sullo stimatissimo produttore; l’avessi pagata vorrei subito indietro i miei euri”. In effetti non l’ho pagata.

Italia-Francia. “Sì è vero, i francesi sulla comunicazione “ci fanno il culo”, ma voi quando imparerete a fare vini “cazzuti” come quelli dei cugini francesi?” Altro che testate.

Mea culpa. “Chiedo scusa, forse quel vino non meritava tanto entusiasmo; se qualcuno l’ha beccato quel pacco forse un po’ di colpa è anche mia che ne ho parlato con tanto rigore”. Onestà intellettuale 1.

Il duro lavoro del recensore. “Non mandatemi campionature omaggio, i vini da degustare e, quando meritevoli, da recensire, preferisco venirmeli a bere in cantina o semmai andarmeli a comprare nelle enoteche”. Onestà intellettuale 2.

Una carriera specchiata. “Scrivo di vino da sempre, ricordo che quando iniziai fui tra i primi a raccontare del Torchiato di Fregona; eravamo alla fine dell’88, quando il mio editore tagliò i fondi alla redazione e decise di sana pianta che doveva essere solo uno ad occuparsi di giardinaggio, così ebbi l’intuizione, il futuro è del vino”. Il cosiddetto circolo virtuoso del fai da te…

A proposito di enoteche: “ci sono scoperte sorprendenti, delle quali non si può non ringraziare chi, attraverso i suoi viaggi riesce ogni volta a portarci in dono certe dritte; questo vino, credetemi, saprà come emozionarvi, ne scrivo sentendone ne l’aere ancora il fittissimo quadro empireumatico; e pensate che costa soltanto 7 euro o giù di lì. Davvero un grande affare, da comprare assolutamente (Possibilmente nella mia enoteca). Disonestà intellettuale, che ne dite?

* Depressione [de-pres-sió-ne] s.f.

  • 1 In geologia discontinuità di livello per cui una parte risulta più bassa di quelle circostanti. SIN appallamento avvallamento, abbassamento: d. del terreno || d. continentali, quelle inferiori al livello del mare e che si trovano nell’interno dei continenti.
  • 2 In meteorologia d. barometrica, zona di bassa pressione atmosferica, area ciclonica.
  • 3 In economia fase recessiva del ciclo economico.
  • 4 Comportamentale stato caratterizzato da malinconia, senso di vuoto, caduta di ogni interesse vitale venale: cadere in d.
  • 5 In ambito della sommellerie a lavare la testa all’asino si perde tempo e si spreca oltretutto prezioso vino; d. professionale.

Wine&Web, dopo i lustrini e i premi delle guide la controprova 2.0: ma quali i blog più affidabili?

15 Maggio 2011

In tempo di elezioni, non poteva mancare il sondaggio dell’anno! Ecco quindi che a pochi giorni da Squisito 2011, ci arriva fresca fresca, un’altra bella goodnews; (Dai su, che un po’ di autoreferenzialità, ogni tanto, non nuoce mica alla salute).Un’analisi sulle fonti web più frequentate dagli appassionati di vino, condotta da eXtrapola, azienda leader di mercato nel monitoraggio e nell’analisi dell’informazione online,  ha misurato l’influenza dei giudizi delle bibbie enologiche, le sempre più celebrate guide ai migliori vini nazionali. Per 5 settimane gli analisti di eXtrapola hanno quindi raccolto dati che misurano la popolarità in rete delle 62 etichette sempre premiate negli ultimi tre anni con uno dei riconoscimenti più famosi (ed inseguito, ndr) del circuito enoico italiano: il Tre Bicchieri della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso.

E dove vanno a cercare conferme gli enonauti? I blog emergono come il naturale contenitore di contributi sul vino di qualità e fra questi quelli che hanno fatto registrare più commenti sui vini presi in esame sono stati il blog di Luciano Pignataro, quindi Tigulliovino e, parimerito con Intravino, tenetevi forte, L’Arcante!

Qui il documento scaricabile in formato Pdf con l’evidenza della ricerca effetuata.