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Sant’Agata de’Goti, il Gotico 2007 di Ciervo

5 gennaio 2010

Si scrive Sant’Agata dei Goti ma si legge, per molti, Mustilli. Il gran lavoro portato avanti negli anni, con grande sacrificio ed ostinazione dall’ing. Leonardo e Marilì, proseguito poi nel tempo dalle tenaci e solari Paola ed Annachiara, hanno senza dubbio contribuito in maniera decisiva alla nascita ed alla crescita di un terroir sempre troppo poco appariscente sulla scena enologica campana, pur essendone, da un punto di vista volumetrico, l’areale regionale di maggiore interesse vitivinicolo. Un primato costantemente subìto come fardello piuttosto che elogio alla nobile arte enoica qui conosciuta e praticata con successo sin dai tempi dell’antica Saticula e sempre commista alle molteplici attività produttive del luogo. Il riscatto è alle porte, e passa soprattutto da vini come questo Gotico 2007 della famiglia Ciervo, dallo straordinario rapporto prezzo-qualità, che lo vede collocarsi nelle enoteca, in vendita al pubblico, a poco più di 4 euro e 50. Negli assaggi di dell’ultimo scorcio del 2009, solo il Gallicius Aglianico di Adolfo Spada mi ha colpito così piacevolmente tra i vini rossi di questa fascia di prezzo, sempre più un riferimento indispensabile per i rivenditori specializzati per uscire fuori da questo stato di catalessi economica venutosi a creare negli ultimi anni, quantomeno per scongiurare il ritorno, insopportabile per molti, soprattutto per coloro che se l’erano allegramente lasciato alle spalle appena pochi anni fa, del pur redditizio mercato del vino sfuso.

Nasce da vigne di aglianico ed una piccola percentuale di merlot, allevate a spalliera con una media intensità d’impianto, circa 3500 piante per ettaro esposte a sud, sud-est, allignate da tempo intorno alle colline di Sant’Agata de’Goti. In vinificazione si predilige l’utilizzo del solo acciaio con una fermentazione a temperatura controllata, intorno ai 25°, ed un tempo di macerazione bucce-mosto mai inferiore ai 20 giorni, per garantire una estrazione lenta, controllata e non troppo spinta.

Ne viene fuori un vino dal colore deliziosamente vivo, rosso rubino con sfumature violacee, di buona vivacità e poco trasparente. Il primo naso è una sventagliata di frutto e vinosità, mora, lampone e rosa rossa, lentamente vengono fuori anche note vegetali e balsamiche, gradevoli, fini. In bocca è secco, caldo, di buon corpo, discreto e delicato il tannino che scorre sulle papille gustative, durante la beva, senza lasciare tracce ruvide o tendenzialmente amare. Ottimo anche il finale di bocca, fruttato, pulito ed equilibrato, con una piacevole sensazione di nuovo balsamica che richiama la buona fittezza dell’aglianico ed una armonia complessiva esemplare, tipica del merlot. Un vino facile, senza ombra di dubbio, ma ogni tanto non è male tenerne a portata di mano uno o due di riferimento, soprattutto per rinsavire la voglia di bere bene e spendere appena una manciata di euro, in questo caso davvero pochi, e mai investiti così bene!

Carciofo d’autunno su letto di patate, con avocado e gamberetti di nassa, 2009

16 novembre 2009

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Ingredienti per 4 persone:
 2 patate gialle
4 carciofi d’autunno di media grandezza
100 gr di avocado
10 gamberetti di nassa
1 ciuffetto di prezzemolo, olio, sale e  pepe  q. b. 

Preparazione: preparare le patate gialle, avendo avuto cura di bollirle e lasciarle raffreddare; schiacciarle insaporendole con olio, sale, pepe e prezzemolo tritato. Mondare i 4  carciofi dalle foglie esterne e dal gambo, eliminare con uno scavino (o un cucchiaio da thè) la parte interna, sbollentarli  per circa 3 minuti in acqua bollente preventivamente salata e acidulata con succo di limone; Bloccarne lo stadio di cottura immergendoli in acqua fredda salata. A parte preparare una dadolata di avocado, utile proporre un frutto non troppo maturo per preservare la freschezza della preparazione, sgusciare i gamberetti di nassa a crudo ed unirli con olio e sale.

Per il servizio del piatto: disporre al centro di un piatto piano un disco di patate schiacciate,  sopra il carciofo ripieno di gamberetti ed i cubetti di avocado, decorare con un rametto di prezzemolo fresco, un filo di olio extravergine di oliva ravece, pepe nero macinato fresco ed il gusto è servito.

Piatto preparato da Antonio Lubrano, chef del Ristorante Il Rudere in occasione dell’appuntamento con l’azienda ADOLFO SPADA di Galluccio.

 

AMICI DI BEVUTE, Viaggio al centro del vitigno autoctono

9 novembre 2009

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Incontro con il produttore TENUTA ADOLFO SPADA, una delle più interessanti realtà venute fuori negli ultimi anni dalla provincia di Caserta; L’azienda nasce nel 1973, quando l’ingegner Adolfo acquista la proprietà di Galluccio per realizzare il sogno di produrre vini di qualità in uno degli areali campani più vocati per la viticoltura: la provincia di Caserta, terra del leggendario Falerno celebrato dagli Antichi. Oggi l’azienda conta una estensione di 30 ettari, di cui 22 a vigneto condotta con capabietà e successo da fratelli Vincenzo ed Ernesto Spada. Nascono qui vini di grande armonia come il Gallicius Aglianico ed il Gallicius Falanghina e veri fuoriclasse come il Sabus rosso e non ultimo il Gladius, appena premiato con i TRE bicchieri dalla Guida ai Vini d’Italia del Gambero Rosso.

Dalle ore 18.00 presso L’ARCANTE ENOTECA si potranno degustare gratuitamente due delle migliori interpretazioni aziendale in materia di vitigno autoctono, il bianco FLORES 2007 a base Falanghina ed il rosso 100% Aglianico GALLICIUS. Conduce le degustazioni Angelo Di Costanzo.

Dalle ore 20.30 presso il Ristorante IL RUDERE seguirà Cena-Degustazione con i vini dell’azienda tra i quali non mancheranno certo l’ottimo Gladius e l’affascinante Sabus, accuratamente abbinati ad un menu elaborato per l’occasione dallo chef Antonio Lubrano e raccontati da Ernesto Spada.

Costo della serata  €uro 38,00 per persona
E’ richiesta la prenotazione, impegnativa, per tempo
Per informazioni e prenotazioni:
L’ARCANTE ENOTECA
Via Pergolesi, 86 Pozzuoli (NA)
Tel.: 081 3031039
mail:
larcante@libero.it

Contatti stampa e comunicazione: Monica Piscitelli – 348 0063619